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domenica 27 gennaio 2019

Il giorno della memoria - 27 Gennaio 1945 - 27 Gennaio 2019

Oggi si ritorna a parlare dei giorni della memoria, ogni anno si cerca in qualche modo di ricordare e tenere vivi i ricordi di quei terribili anni per far sì che le generazioni future non ripercorrano le stesse orme. Libri, film, trasmissioni e tanti messaggi social, ma ad oggi cosa è davvero cambiato nella mentalità delle persone, possiamo dire di aver imparato, di aver capito? Beh ho davvero parecchi dubbi, ma oggi con questo articolo non voglio fare polemica o aprire dibattiti, girando sul web mi sono imbattuta in diversi articoli che mi sono piaciuti ed ora voglio condividere con voi, naturalmente aspetto i vostri commenti e se li avete i vostri consigli di lettura a tema.



L’olocausto raccontato ai ragazzi

Il 27 gennaio si celebra La Giornata della Memoria. E’ una giornata speciale, una giornata dedicata al ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico. Una giornata per ricordare che tanti anni fa, durante la seconda guerra mondiale, milioni di uomini, donne e bambini sono stati perseguitati con le leggi razziali e poi strappati alla loro vita e portati nei lager da dove, solo in pochi sono tornati.
 E’ un pezzo agghiacciante della nostra storia ed è importante non dimenticarla. 



Perché ricordare una storia tanto triste? 

Ad Auschwitz, uno dei più terribili campi di concentramento, è 

stata trovata una pietra anonima, dove con un chiodo un 

prigioniero ha lasciato scritto "Chi mai saprà quello che mi è 

capitato qui?". 

Non sappiamo chi fosse, sappiamo solo che era una persona e che 

ha sofferto in modo incredibile. 

Ricordare tutte quelle vittime è quindi molto importante.

Le persone che si sono salvate hanno raccontato la loro storia e 

tutti noi abbiamo il dovere di non dimenticarla. Col passare degli 

anni le persone che hanno vissuto quella terribile esperienza non 

potranno più raccontarla e noi potremmo dimenticarla. Invece, la 

memoria delle terribili storie di tutte quelle persone ci deve aiutare 

a costruire un futuro migliore. 

Un futuro in cui quelle atrocità non si ripetano mai più! 

Perché il 27 gennaio? 

Molti Stati hanno istituito un “giorno della memoria”. 

L’Italia, con una legge del 2000, ha scelto questa data perché il

 27 gennaio 1945 fu liberato il campo di sterminio di 

Auschwitz. In effetti altri ebrei, d’Italia e d’Europa, vennero

 uccisi nelle settimane seguenti. Ma la data della Liberazione di 

quel campo è stata scelta a simboleggiare la Shoah e la sua fine.





Una bella intervista presa dal sito della rai dedicato al giorno della memoria.

Intervista a Luisa Mattiascrittrice di libri per ragazzi e autrice televisiva (per la Rai "Il giornale del Fantabosco", "La
Melevisione").  

Quali mezzi secondo te – televisione, cinema, editoria – sono più attenti a sensibilizzare i ragazzi sul tema dell’Olocausto?

Tutto è efficace e utile, se proposto in forme di comunicazione, l’importante è che si rivolgano ai ragazzi con sincerità, chiarezza e completezza. Un documentario o un saggio sono fondamentali per offrire la documentazione storica necessaria ma è indubbio che la narrazione – un film, una fiction, un romanzo – siano il mezzo più “caldo” per informare e rendere partecipi i ragazzi.


Ci vuoi consigliare libri freschi di stampa oppure libri storici ma sempre efficaci che i genitori e gli insegnanti possono usare per parlare ai ragazzi, e anche ai bambini, sul tema dell’olocausto? 

Le proposte librarie sono molteplici. Vorrei segnalare un libro pubblicato da tempo ma che mantiene la sua importanza. Lo ha scritto Lia Levi e si intitola “Una bambina e basta” (Edizioni e/o). Per i lettori più picocli, Anna E Michele Sarfatti hanno scritto un bellissimo racconto intitolato “L’albero della memoria.La shoah raccontata ai bambini” (Mondadori). Sulla vicenda di Anna Frank è uscito recentemente un bel libro di Mjriam Pressler: “Io voglio vivere. La vera storia di Anne Frank” (Sonda Editore). Per i lettori più grandi è imperdibile il volume che raccoglie quattro romanzi di ANnika Thor e che si intitola “L’isola lontana” (Feltrinelli kids).
Nella tua esperienza didattica, qual è il modo migliore per insegnare ai ragazzi a riflettere sul Giorno della Memoria? 

I ragazzi sono perfettamente in grado di porsi questioni di carattere etico e domande di carattere storico e sociologico. Il giorno della memoria è un’occasione specifica ma la scuola e l’intera società civile dovrebbero ricordarsi – loro più dei ragazzi – che la riflessione su questioni importanti che riguardano la nostra vita e il nostro passato sono una pratica virtuosa, da frequentare quotidianamente. Il giorno della memoria è un’occasione – una in più – per recuperare e valorizzare la bellezza e la necessità della conoscenza e dell’indagine storica.

Il genocidio compiuto dalla Germania Nazista avvenne nei confronti non solo degli ebrei ma anche di soggetti discriminati come zingari, omosessuali, oppositori politici, pentecostali etc. Secondo te a scuola si riflette abbastanza su questo punto? 

La mia risposta è lapidaria: NO.

Nella tua esperienza di storica autrice televisiva hai registrato, nella comunicazione diretta ai bambini e ai ragazzi, una maggiore attenzione che in passato sul tema dell’Olocausto?

C’è un’attenzione rituale, celebrativa ma spesso episodica, purtroppo. L’Olocausto, proprio per la complessità e la brutalità di ciò che è avvenuto, potrebbe essere, invece, una opportunità di

approfondimento e di dibattito sulla storia del Novecento, sui comportamenti sociali che, spesso, si ripetono anche nella contemporaneità, seppur in forme diverse.


Che consiglio daresti ai genitori per coinvolgere i loro figli nelle varie iniziative legate al Giorno della Memoria? 

Con i bambini e i ragazzi valgono le comunicazioni sincere e semplici. Contano le narrazioni, i racconti, le conversazioni e le

storie. Basta un libro da leggere insieme, un film da vedere, senza retorica, senza intenzione didattica. Conta il confronto, con i bambini e i ragazzi.

Molti testimoni diretti di quella terribile pagina della storia sono morti. La trasmissione orale da una generazione all’altra si sta impoverendo sempre di più. Nonni e bisnonni sono i grandi “assenti” della comunicazione di massa di oggi. Sei d’accordo? Che fare per invertire la rotta? 

Recuperare la storia e le storie è la via maestra. Valorizzare la sensibilità e l’attenzione al rapporto tra le generazioni. Bambini e ragazzi si incantano ad ascoltare storie di vita vissuta, quelle che raccontano i vecchi e i meno giovani di loro. Il racconto, la conversazione familiare, il cerchio bello delle chiacchiere in famiglia che, fino a qualche anno fa, cominciavano con “ti ricordi?” andrebbero recuperare, per la gioia dei bambini e degli adulti. Esistono molte proposte librarie che possono aiutare a recuperare il passato – compreso quello recente – per farne un racconto da amare e condividere. Suggerisco, per la lettura di adulti e ragazzi, i titoli della Collana “Gli anni in tasca”, edita da Topipittori, un casa editrice di grande valore.



 Ed ora qualche consiglio libroso sull’argomento



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