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mercoledì 5 febbraio 2020

Intervista a - Diego Galdino -



Buongiorno lettori, oggi La biblioteca di Mary è onorata di potervi presentare l’autore Diego Galdino, che oltre ad omaggiarmi della sua storia uscita in self dal titolo “Bosco Bianco” di cui trovate la recensione qui (link), mi ha dato l’opportunità di leggere in anteprima la sua prossima uscita con Leggereditore “Una storia straordinaria” (Recensione qui). Ed ora conosciamolo meglio.

Benvenuto Diego e grazie infinite per questa opportunità, per rompere il ghiaccio inizio chiedendoti chi sei nel quotidiano e cosa fai? Hai hobby o altro che occupano le tue giornate?

Sono un uomo normalissimo che lavora dietro al bancone di un bar tutte le mattine, che cerca di essere un buon padre e coltiva le sue grandi passioni e i suoi interessi nel poco tempo libero che gli resta, come le mostre d'arte, il cinema e Roma.

Com'è iniziata la tua passione verso la scrittura? Ricordi la prima cosa che hai scritto? La conservi ancora, raccontaci un po’?

Ho iniziato a scrivere molto tardi, ma poi non ho più smesso. Per me la prima storia che ho scritto resta indimenticabile perché è nata in un modo particolare e per merito di una ragazza a cui sono stato molto legato...Un bel giorno mi mise in mano un libro e mi disse: «Tieni, questo è il mio romanzo preferito, lo so, forse è un genere che piace più alle donne, ma sono certa che lo apprezzerai, conoscendo il tuo animo sensibile». Il titolo del romanzo era Ritorno a casa di Rosamunde Pilcher, e la ragazza aveva pienamente ragione: quel libro mi conquistò a tal punto che nelle settimane a seguire lessi l’opera omnia dell’autrice. Il mio preferito era I cercatori di conchiglie. Scoprii che il sogno più grande di questa ragazza di cui ero perdutamente innamorato era quello di vedere di persona i posti meravigliosi in cui la Pilcher ambientava le sue storie, ma questo non era possibile perché un grave problema fisico le impediva gli spostamenti lunghi. Così, senza pensarci due volte, le proposi: «Andrò io per te, e i miei occhi saranno i tuoi. Farò un sacco di foto e poi te le farò vedere». Qualche giorno più tardi partii alla volta di Londra, con la benedizione della famiglia e la promessa di una camicia di forza al mio ritorno. Fu il viaggio più folle della mia vita e ancora oggi, quando ci ripenso, stento a credere di averlo fatto davvero. Due ore di aereo, sei ore di treno attraverso la Cornovaglia, un’ora di corriera per raggiungere Penzance, una delle ultime cittadine d’Inghilterra, e le mitiche scogliere di Land’s End. Decine di foto al mare, al cielo, alle verdi scogliere, al muschio sulle rocce, al vento, al tramonto, per poi all’alba del giorno dopo riprendere il treno e fare il viaggio a ritroso insieme ai pendolari di tutti i santi d’Inghilterra che andavano a lavorare a Londra. Un giorno soltanto, ma uno di quei giorni che ti cambiano la vita. Tornato a Roma, lasciai come promesso i miei occhi, i miei ricordi, le mie emozioni a quella ragazza e forse le avrei lasciato anche il mio cuore, se lei non si fosse trasferita con la famiglia in un’altra città a causa dei suoi problemi di salute. Non c’incontrammo mai più, ma era lei che mi aveva ispirato quel viaggio e in fin dei conti tutto ciò che letterariamente mi è successo in seguito si può ricondurre alla scintilla che lei aveva acceso in me, la voglia di scrivere una storia d’amore che a differenza della nostra finisse bene e poi non ho più smesso fino ad arrivare a Il primo caffè del mattino...

Ora veniamo ai tuoi libri, tra le pagine troveremo più fantasia o realtà? Quanto dei tuoi personaggi ti viene ispirato da gente che conosci, o hai conosciuto?

Di sicuro i miei due romanzi dedicati al caffè sono quelli che maggiormente rispecchia no la realtà della mia vita, infatti a parte le protagoniste tutti gli altri personaggi sono vivi e vegeti e ancora oggi vengono al Bar a farsi prepare il caffè da me. Ma confesso che le storie che maggiormente mi rappresentano come scrittore sono quelle di tutti gli altri miei romanzi frutto esclusivamente della mia fantasia.

Il mio primo approccio con la tua scrittura, l’ho avuto grazie a Bosco Bianco, sono curiosa com’è nata questa storia, dove hai trovato l’ispirazione? Hai qualche aneddoto o curiosità legata ad essa?

Bosco Bianco nasce tanti anni fa in un periodo molto difficile della mia vita. Avevo appena divorziato e per uno scrittore di romanzi d’amore era una grande sconfitta. La paura di non poter più vivere quotidianamente le mie figlie, il senso di colpa per aver tolto loro una famiglia normale, o la possibilità di addormentarsi con la consapevolezza che in caso di un brutto sogno ci sarebbero stati entrambi i genitori a rassicurarle ha fatto sì che io proiettassi queste cose sul protagonista della mia storia. Un uomo bisognoso di tornare a credere nell’amore e che lotta per recuperare la serenità e per dimostrare alle proprie figlie di essere un buon padre.  Ho amato la possibilità di tornare a respirare la speranza proiettando sui personaggi della storia la mia voglia di poter essere nuovamente libero di credere che tutto sarebbe finito bene grazie all'amore.

Altra mia curiosità, esiste Bosco Bianco? E la leggenda del diario di Grant, quanto c’è di vero?

Tutti i posti del romanzo Bosco Bianco sono frutto della mia fantasia e per me è bellissimo sapere che le persone che leggono la storia possano credere che siano posti realmente esistenti. La stessa cosa vale per Albert Grant che rappresenta la mia passione per la letteratura americana del novecento.

Parliamo della tua prossima uscita, “Una storia Straordinaria” in uno dei tuoi post su Facebook ho letto questo: “Una storia straordinaria nasce nel momento in cui mi sono chiesto…” Cosa farei se improvvisamente mi fosse tolta la possibilità di guardare Roma, le persone che amo, i film? Ho cercato di scrivere questa storia interpretando la parte dei due protagonisti principali, come un attore a cui viene affidata la grande responsabilità di far rivivere sul grande schermo un personaggio straordinario.
Quindi ora ti chiedo leggendo i primi commenti e recensioni, credi che questo tuo intento sia stato percepito? Cosa hai poi messo in questa
storia che ancora credi non sia arrivato ai lettori che ti hanno letto in anteprima, me compresa?

Le recensioni arrivate fin'ora di Una storia straordinaria mi fanno capire che comunque tutti hanno apprezzato la storia cogliendo la sua originalità rispetto alle storie d'amore che si leggono solitamente. Io credo che questa mia nuova storia sia una di quelle che bisogna lasciar decantare dentro di noi per un lungo lasso di tempo e magari rileggere per cogliere particolari persi nella prima lettura, come si fa con quei film che si apprezzano maggiormente rivedendoli più volte.

Pensando alla stesura di questa storia, oltre naturalmente a Roma cosa o chi ti ha ispirato per la storia tra Luca e Silvia?

Una storia straordinaria mi è stata ispirata da una mattina trascorsa con le mie figlie al Giardino degli aranci sull'Aventino. Seduto su una panchina sorridevo felice osservando le mie figlie che si facevano le foto davanti a quel panorama incredibile, ad un tratto ho chiuso gli occhi e mi sono chiesto se improvvisamente avessi perso la vista cosa avrei fatto... La risposta a quella domanda è Luca, il protagonista del mio nuovo romanzo.

In questo caso quando e dove la penna prendeva vita e non si staccava più dal foglio, quali luoghi (una stanza, un angolo etc…) ti hanno fatto da tavolo durante la scrittura?

Più che il posto è il tempo la cosa che mi aiuta a scrivere con maggior continuità. Poco prima dell'alba mi sento ispirato e approfitto del fatto che tutti dormano per ascoltare solo le voci dei miei personaggi.

C’è molta ricerca per quanto riguarda il dietro le quinte dei tuoi scritti, parlo delle ambientazioni con i cenni storici o semplici racconti di vita vera, delle citazioni varie, credi sia importante e fondamentale per scrivere?

Le ricerche sono fondamentali per alcune storie, ma io di solito preferisco scrivere la prima stesura di getto, di pancia, senza pensare, per poi ricontrollare con calma nelle stesure seguenti eventuali inesattezze.

Hai un calendario delle presentazioni che farai prossimamente? Se ti va di lasciarmelo sarebbe bello se possibile poterti incontrare, per me, ma

anche per tutti i lettori che ti seguono.

Per il momento a parte la presentazione ufficiale di Roma del 14 Febbraio con la cena con l'autore in un noto ristorante di Roma presentata dalla grande Felicia Kingsley, altre date e posti non sono stati ancora ufficializzati dalla Leggereditore. Di sicuro sono previste presentazioni in tante città italiane e in occasione di manifestazioni letterarie.

Per quanto mi riguarda questa storia mi ha lasciato un bel segno, spesso si dice che certi libri sembrano scritti per il lettore che li sta leggendo, credo sia questo il vero scopo per uno scrittore, lasciare un impronta indelebile, fare in modo che i suoi personaggi restino nel tempo, per me tu ci sei riuscito alla grande, quindi ti faccio i miei complimenti!
Stai lavorando a qualcosa al momento? Ci puoi dare una piccola anticipazione?

Dopo un romanzo come Una storia straordinaria è difficile pensare di riuscire a scrivere una storia d'amore più bella ed intensa di quella di Luca e Silvia. Infatti sto meditando per il mio prossimo libro di cimentarmi in un altro genere letterario, magari un fantasy.

Grazie infinite per questa chiacchierata, un abbraccio Emanuela.

Ci tengo a ringraziarti per l'ospitalità e la tua gentilezza.

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