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lunedì 20 aprile 2020

Segnalazione e Intervista - L'usurpatore - di Emanuele Rizzardi


Titolo: L'usurpatore
Editore: Assobyzantion
Pagine: 382
Formati: ebook e cartaceo
Genere: Romanzo storico



Sinossi

Gli ultimi anni del ‘200 sono durissimi per il già provato Impero Bizantino, recentemente ricostituitosi a Costantinopoli, sotto la spregiudicata e agguerrita famiglia dei Paleologi.
Quel che rimane delle ricche province d'Asia Minore è caduto nell’anarchia. Bande di razziatori turchi, avide di bottino e terre, saccheggiano ripetutamente le campagne, costringendo i cittadini dell’impero a tentare una disperata fuga verso la costa o ad arroccarsi dietro alle mura di antiche e solide fortezze.
Nel frattempo Karman Bey, signore musulmano di Mileto, aumenta il suo potere a dismisura e raduna un esercito abbastanza grande da convincere la corte di Costantinopoli a rispondere con ogni mezzo a sua disposizione. Il sogno turco di conquistare la “regina delle città” sembra poter diventare una triste realtà.
il basileus Andronico II ripone le sue speranze nel giovane nipote Alessio Filantropeno, incaricandolo di porre definitivamente fine alla pressione nemica e conservare quanto rimasto, prima che sia troppo tardi. Alessio, euforico all'idea di mettere in mostra le proprie qualità come comandante militare, scoprirà che gli intrighi, i giochi di potere e la guerra hanno sempre un prezzo da pagare, e le sue illusioni giovanili andranno incontro ad una realtà amara.

Biografia

Emanuele Rizzardi, classe 1990, è nato e vive a Legnano (MI).
Ha conseguito la laurea in lingue presso l'Università Cattolica e attualmente lavora come project manager presso una multinazionale della meccanica. È appassionato di storia medioevale fin da bambino, formandosi da autodidatta.
Oltre a “L’usurpatore”, ha pubblicato "L'ultimo Paleologo" nel 2018.


Avevamo già parlato con l’autore in occasione dell’uscita del suo primo libro, avevamo conosciuto un po’ lui e la sua storia, ora eccovi un po’ di curiosità in più e la sua seconda uscita.



Intervista all’autore

Buongiorno Emanuele e ben ritrovato, nel nostro primo incontro ci avevi presentato la tua prima storia(Link qui ) ed ora eccoti in questo anno un po’ particolare con la pubblicazione della tua seconda storia “L’usurpatore”.

-Per prima cosa ti chiedo in questi due anni ti senti cambiato e maturato dal punto di vista della scrittura? Se si qual è secondo te il tratto che più risalta in questo cambiamento?

Ciao e grazie per questa nuova intervista sul tuo magnifico blog. Due anni sono tanti, ma giudicare le proprie prestazioni è sempre la cosa più difficile. Spero di essere migliorato e di riuscire a intrattenere i miei lettori sempre al meglio, ma questo giudizio lo lascio a loro!
Sicuramente questo mio libro è molto diverso dal precedente, anche perché ho deciso di cimentarmi con la prima persona al posto della terza e di sperimentare qualcosa di più introspettivo, basato sulle emozioni e sui pensieri costanti del protagonista.

-Sei rimasto soddisfatto dalla risposta del pubblico al tuo primo romanzo? C’è qualcosa che ad oggi cambieresti o modificheresti?

Si, senza dubbio. È stata un’ottima esperienza che mi ha portato a conoscere nuove e fantastiche persone, oltre a provare l’emozione di vedere cosa succede quanto si è “dall’altra parte”. Essere contattati per ricevere complimenti sulla propria opera è di sicuro la soddisfazione più grande.
Cosa cambierei? Buona domanda. Ogni volta che rileggo un mio testo in fase di stesura trovo sempre e comunque qualcosa da perfezionare: un vocabolo che non mi suona bene, un’azione che potrei descrivere in modo diverso, un passaggio che non mi convince. Non sono mai soddisfatto, quindi potrei cambiare tutto e niente. Alla fine, per mantenere la mia sanità mentale, mi sono convinto che la cosa migliore è non pensare al passato, lasciare che il libro faccia il suo viaggio.

-Ora veniamo a questa tua nuova storia, dalla trama si evince che sarà altrettanto appassionante, già da quest’ultima traspare la tua conoscenza e l’amore verso la storia del passato. Raccontaci un po’.
Com’è nata questa storia, cosa ti ha spinto a raccontare di questo protagonista e del periodo in particolare?

La storia racconta in maniera romanzata la spedizione in Asia del generale Alessio Filantropeno, che viene mandato a combattere un un esercito minuscolo e impreparato da suo zio il basileus (che soprannomineremo “lo zio dell’anno”. Siamo verso la fine del 1200 e il tutto si svolge in pochissimi anni. Il Filantropeno è una figura molto interessante non solo per il suo grande carisma e le capacità militari, ma anche per aver cercato di risolvere i problemi che incontrava sul suo percorso con grande intelligenza e spirito diplomatico. Il periodo è molto particolare perché è trattato pochissimo nei romanzi storici, ma siamo nel pieno della nascita dell’impero Ottomano, il declino di quello bizantino, la creazione dei grandi scali mercantili dei clan Genovesi, le diatribe religiose, la guerra civile, il fascino un po’ malinconico di un mondo che cambia e che è in rovina, con antiche città gloriose ridotte a scheletri di pietra disabitati. Insomma, gli ingredienti per qualcosa di avvincente ci sono tutti!

-Come ti avevo chiesto l’altra volta, anche con questa storia ti sarai avvalso di ricerche, interviste o altro, ci racconti qualche curiosità o altro che hai trovato e che ti hanno incuriosito?

Certamente. Gli scritti del tempo sono fondamentali per avere una visione completa dei fatti e della psicologia dei personaggi principali. Certo, ci sono parti romanzate o fatti inventati per rendere il tutto più fluido e adatto anche ai lettori meno forti, ma sapere che cosa accadde nei minimi dettagli è essenziale. Per fortuna abbiamo gli scritti del filosofo Giorgio Pachimere, che fu personalmente legato al Filantropeno, ma ci sono anche testi di autori contemporanei, la maggior parte in inglese.
La parte più stimolante è stata quella della ricerca topografica, perché nel libro sono presenti le fazioni dei Turchi e dei Bizantini, che usano lingue diverse e chiamano le località in modi differenti, e questa cosa andava assolutamente presentata con la massima accuratezza.
Se dobbiamo parlare di qualcosa che mi è piaciuto durante la ricerca, anche dal punto di vista del semplice lettore, di certo devo citare le descrizioni delle numerose città dell’Asia Minore, dei loro monumenti e delle loro opere architettoniche, molte delle quali purtroppo sono andate perdute.

-La storia e il passato in particolare è evidente che ti affascinano, se potessi scegliere di essere trasportato in un tempo e luogo lontani, dove sceglieresti di andare e in che panni vorresti vivere?

Di sicuro i tempo migliore è il nostro. Sai, se si guarda ai tempi dove c’erano spade e cavalli, bisognava fare i conti con le malattie, lo sporco, le guerre, il freddo e l’assenza di qualsiasi cosa potesse rendere la vita un minimo confortevole. Perfino un letto singolo era possibile solo per pochi uomini molto ricchi!
Sicuramente un buon motivo per tornare indietro e vedere le meraviglie naturali e artificiali che sono andate perdute nel corso del tempo. Senza parlare sempre di Medioevo, chi non vorrebbe vedere uno dei classici quale il faro di Alessandria o la sua biblioteca, oppure uno dei magnifici palazzi della Roma imperiale?
Però dovremmo da “ospiti”, con la possibilità di andare e poi tornare in sicurezza nel nostro tempo!

-Nel prossimo futuro ci parlerai ancora del passato o ai altro in mente? Se ti va raccontaci dei tuoi working progress.

Assolutamente! Spero di poter pubblicare un terzo romanzo nel medio periodo, anche se i lavori vanno molto a rilento per la stranissima situazione che stiamo vivendo tutti! E poi ho ancora tutti gli eventi del secondo da ri organizzare, ma non c’è fretta.
Il prossimo lavoro sarà ambientato principalmente in Italia nell’epoca tardoantica, quindi da un lato avremo luoghi a noi molto famigliari e dall’altro farò un tentativo di una narrazione fuori dal contesto medioevale, con un focus particolare sui conflitti religiosi.
Di certo le idee non mancano, ma ci vuole molta perseveranza e molti studi in un ambiente nel quale non navigo con tanta sicurezza.
Però mi sto già portando avanti, ho anche preparato (con immenso anticipo), il booktrailer!
Riguardo al nome del libro, al momento avevo pensato a “L’ultima leggenda”, ma sono solito cambiare sempre all’ultimo, quindi chissà!

- Salutandoti e ringraziandoti per questa nuova e interessante chiacchierata, ti chiedo se ti va di lasciarci con una tua frase o di altri che ti è particolarmente cara e magari spiegaci anche il motivo.
A presto, Emanuela.

Ti ringrazio ancora per il tuo tempo e per questa bella intervista, spero di tornare nuovamente ospite sul blog!
Non ho una frase preferita, ma voglio lasciarne una tratta da “Il Signore degli Anelli”. Non ha un’attinenza con le mie opere, ma siccome è il mio libro preferito e, di tanto in tanto, ne leggo dei pezzi interessanti, mi va di condividerti l’ultimo:
“Colui che non ha visto il calar della notte, non giuri di inoltrarsi nelle tenebre”

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