Titolo: L'usurpatore
Editore: Assobyzantion
Pagine: 382
Formati: ebook e cartaceo
Genere: Romanzo storico
Sinossi
Gli ultimi anni del ‘200 sono
durissimi per il già provato Impero Bizantino, recentemente ricostituitosi a
Costantinopoli, sotto la spregiudicata e agguerrita famiglia dei Paleologi.
Quel che rimane delle ricche province d'Asia Minore è caduto nell’anarchia. Bande di razziatori turchi, avide di bottino e terre, saccheggiano ripetutamente le campagne, costringendo i cittadini dell’impero a tentare una disperata fuga verso la costa o ad arroccarsi dietro alle mura di antiche e solide fortezze.
Quel che rimane delle ricche province d'Asia Minore è caduto nell’anarchia. Bande di razziatori turchi, avide di bottino e terre, saccheggiano ripetutamente le campagne, costringendo i cittadini dell’impero a tentare una disperata fuga verso la costa o ad arroccarsi dietro alle mura di antiche e solide fortezze.
Nel frattempo Karman Bey, signore musulmano
di Mileto, aumenta il suo potere a dismisura e raduna un esercito abbastanza
grande da convincere la corte di Costantinopoli a rispondere con ogni mezzo a
sua disposizione. Il sogno turco di conquistare la “regina delle città” sembra
poter diventare una triste realtà.
il basileus Andronico II ripone le
sue speranze nel giovane nipote Alessio Filantropeno, incaricandolo di porre
definitivamente fine alla pressione nemica e conservare quanto rimasto, prima
che sia troppo tardi. Alessio, euforico all'idea di mettere in mostra le
proprie qualità come comandante militare, scoprirà che gli intrighi, i giochi
di potere e la guerra hanno sempre un prezzo da pagare, e le sue illusioni
giovanili andranno incontro ad una realtà amara.
Biografia
Emanuele Rizzardi, classe 1990, è nato e
vive a Legnano (MI).
Ha conseguito la laurea in lingue presso
l'Università Cattolica e attualmente lavora come project manager presso una
multinazionale della meccanica. È appassionato di storia medioevale fin da bambino,
formandosi da autodidatta.
Oltre a “L’usurpatore”, ha pubblicato "L'ultimo Paleologo" nel 2018.
Oltre a “L’usurpatore”, ha pubblicato "L'ultimo Paleologo" nel 2018.
Avevamo già parlato con l’autore in occasione dell’uscita
del suo primo libro, avevamo conosciuto un po’ lui e la sua storia, ora eccovi
un po’ di curiosità in più e la sua seconda uscita.
Intervista all’autore
Buongiorno Emanuele e ben ritrovato, nel nostro primo
incontro ci avevi presentato la tua prima storia(Link qui ) ed ora eccoti in questo anno
un po’ particolare con la pubblicazione della tua seconda storia
“L’usurpatore”.
-Per
prima cosa ti chiedo in questi due anni ti senti cambiato e maturato dal punto
di vista della scrittura? Se si qual è secondo te il tratto che più risalta in
questo cambiamento?
Ciao e grazie per questa nuova intervista sul tuo
magnifico blog. Due anni sono tanti, ma giudicare le proprie prestazioni è
sempre la cosa più difficile. Spero di essere migliorato e di riuscire a
intrattenere i miei lettori sempre al meglio, ma questo giudizio lo lascio a
loro!
Sicuramente questo mio libro è molto diverso dal
precedente, anche perché ho deciso di cimentarmi con la prima persona al posto
della terza e di sperimentare qualcosa di più introspettivo, basato sulle
emozioni e sui pensieri costanti del protagonista.
-Sei
rimasto soddisfatto dalla risposta del pubblico al tuo primo romanzo? C’è
qualcosa che ad oggi cambieresti o modificheresti?
Si, senza dubbio. È stata un’ottima esperienza che mi
ha portato a conoscere nuove e fantastiche persone, oltre a provare l’emozione
di vedere cosa succede quanto si è “dall’altra parte”. Essere contattati per
ricevere complimenti sulla propria opera è di sicuro la soddisfazione più
grande.
Cosa cambierei? Buona domanda. Ogni volta che rileggo
un mio testo in fase di stesura trovo sempre e comunque qualcosa da perfezionare:
un vocabolo che non mi suona bene, un’azione che potrei descrivere in modo
diverso, un passaggio che non mi convince. Non sono mai soddisfatto, quindi
potrei cambiare tutto e niente. Alla fine, per mantenere la mia sanità mentale,
mi sono convinto che la cosa migliore è non pensare al passato, lasciare che il
libro faccia il suo viaggio.
-Ora
veniamo a questa tua nuova storia, dalla trama si evince che sarà altrettanto
appassionante, già da quest’ultima traspare la tua conoscenza e l’amore verso
la storia del passato. Raccontaci un po’.
Com’è
nata questa storia, cosa ti ha spinto a raccontare di questo protagonista e del
periodo in particolare?
La storia racconta in maniera romanzata la spedizione
in Asia del generale Alessio Filantropeno, che viene mandato a combattere un un
esercito minuscolo e impreparato da suo zio il basileus (che soprannomineremo
“lo zio dell’anno”. Siamo verso la fine del 1200 e il tutto si svolge in
pochissimi anni. Il Filantropeno è una figura molto interessante non solo per
il suo grande carisma e le capacità militari, ma anche per aver cercato di
risolvere i problemi che incontrava sul suo percorso con grande intelligenza e
spirito diplomatico. Il periodo è molto particolare perché è trattato
pochissimo nei romanzi storici, ma siamo nel pieno della nascita dell’impero
Ottomano, il declino di quello bizantino, la creazione dei grandi scali
mercantili dei clan Genovesi, le diatribe religiose, la guerra civile, il
fascino un po’ malinconico di un mondo che cambia e che è in rovina, con
antiche città gloriose ridotte a scheletri di pietra disabitati. Insomma, gli
ingredienti per qualcosa di avvincente ci sono tutti!
-Come ti
avevo chiesto l’altra volta, anche con questa storia ti sarai avvalso di
ricerche, interviste o altro, ci racconti qualche curiosità o altro che hai
trovato e che ti hanno incuriosito?
Certamente. Gli scritti del tempo sono fondamentali
per avere una visione completa dei fatti e della psicologia dei personaggi
principali. Certo, ci sono parti romanzate o fatti inventati per rendere il
tutto più fluido e adatto anche ai lettori meno forti, ma sapere che cosa
accadde nei minimi dettagli è essenziale. Per fortuna abbiamo gli scritti del
filosofo Giorgio Pachimere, che fu personalmente legato al Filantropeno, ma ci
sono anche testi di autori contemporanei, la maggior parte in inglese.
La parte più stimolante è stata quella della ricerca
topografica, perché nel libro sono presenti le fazioni dei Turchi e dei
Bizantini, che usano lingue diverse e chiamano le località in modi differenti,
e questa cosa andava assolutamente presentata con la massima accuratezza.
Se dobbiamo parlare di qualcosa che mi è piaciuto durante
la ricerca, anche dal punto di vista del semplice lettore, di certo devo citare
le descrizioni delle numerose città dell’Asia Minore, dei loro monumenti e
delle loro opere architettoniche, molte delle quali purtroppo sono andate
perdute.
-La
storia e il passato in particolare è evidente che ti affascinano, se potessi
scegliere di essere trasportato in un tempo e luogo lontani, dove sceglieresti
di andare e in che panni vorresti vivere?
Di sicuro i tempo migliore è il nostro. Sai, se si
guarda ai tempi dove c’erano spade e cavalli, bisognava fare i conti con le
malattie, lo sporco, le guerre, il freddo e l’assenza di qualsiasi cosa potesse
rendere la vita un minimo confortevole. Perfino un letto singolo era possibile
solo per pochi uomini molto ricchi!
Sicuramente un buon motivo per tornare indietro e vedere le meraviglie naturali e artificiali che sono andate perdute nel corso del tempo. Senza parlare sempre di Medioevo, chi non vorrebbe vedere uno dei classici quale il faro di Alessandria o la sua biblioteca, oppure uno dei magnifici palazzi della Roma imperiale?
Sicuramente un buon motivo per tornare indietro e vedere le meraviglie naturali e artificiali che sono andate perdute nel corso del tempo. Senza parlare sempre di Medioevo, chi non vorrebbe vedere uno dei classici quale il faro di Alessandria o la sua biblioteca, oppure uno dei magnifici palazzi della Roma imperiale?
Però dovremmo da “ospiti”, con la possibilità di
andare e poi tornare in sicurezza nel nostro tempo!
-Nel
prossimo futuro ci parlerai ancora del passato o ai altro in mente? Se ti va
raccontaci dei tuoi working progress.
Assolutamente! Spero di poter pubblicare un terzo
romanzo nel medio periodo, anche se i lavori vanno molto a rilento per la
stranissima situazione che stiamo vivendo tutti! E poi ho ancora tutti gli
eventi del secondo da ri organizzare, ma non c’è fretta.
Il prossimo lavoro sarà ambientato principalmente in Italia
nell’epoca tardoantica, quindi da un lato avremo luoghi a noi molto famigliari
e dall’altro farò un tentativo di una narrazione fuori dal contesto medioevale,
con un focus particolare sui conflitti religiosi.
Di certo le idee non mancano, ma ci vuole molta
perseveranza e molti studi in un ambiente nel quale non navigo con tanta
sicurezza.
Però mi sto già portando avanti, ho anche preparato
(con immenso anticipo), il booktrailer!
Riguardo al nome del libro, al momento avevo pensato a
“L’ultima leggenda”, ma sono solito cambiare sempre all’ultimo, quindi chissà!
- Salutandoti
e ringraziandoti per questa nuova e interessante chiacchierata, ti chiedo se ti
va di lasciarci con una tua frase o di altri che ti è particolarmente cara e
magari spiegaci anche il motivo.
A presto,
Emanuela.
Ti ringrazio ancora per il tuo tempo e per questa
bella intervista, spero di tornare nuovamente ospite sul blog!
Non ho una frase preferita, ma voglio lasciarne una tratta da “Il Signore degli Anelli”. Non ha un’attinenza con le mie opere, ma siccome è il mio libro preferito e, di tanto in tanto, ne leggo dei pezzi interessanti, mi va di condividerti l’ultimo:
Non ho una frase preferita, ma voglio lasciarne una tratta da “Il Signore degli Anelli”. Non ha un’attinenza con le mie opere, ma siccome è il mio libro preferito e, di tanto in tanto, ne leggo dei pezzi interessanti, mi va di condividerti l’ultimo:
“Colui che non ha visto il calar della notte, non giuri di
inoltrarsi nelle tenebre”
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