Com’è entrata nella tua
vita la scrittura? Fa parte di te da sempre o l’hai scoperta grazie a qualcosa
o qualcuno?
Credo che scrittura e immaginazione
siano sempre state parte integrante della mia vita, sin da quando ero bambina.
Alle elementari e poi, più tardi, alle scuole medie, ero forse l’unica ad
essere elettrizzata quando le insegnanti palesavano l’ipotesi di un compito in
classe di italiano o di un tema da svolgere a sorpresa. Trovo rassicuranti le
lettere scritte su carta, che siano esse frutto di ortografia o di una tastiera
del computer. La parola scritta è per me fonte di riflessione e sfogo.
Musica e scrittura per
te vanno e andranno sempre di pari passo? Dammi una tua personale definizione
dell’una e dell’altra.
Non ne ho idea. Non sono una persona
che pianifica prima, vado molto di getto, di pancia. Sento e percepisco dalle
prime battute dove la storia ha intenzione di svoltare e poi da lì mi impongo
di seguirla il più possibile. La musica è spesso collante o aiutante
nell’esprimere pensieri e opinioni di personaggi talvolta reticenti. Il fatto
di averle unite in Echo e, in una certa maniera e misura, anche nel nuovo
romanzo, è un modo per spingere il lettore a compiere un’esperienza più
completa a livello di senso e percezione.
Io credo che l’Arte sia
un enorme specchio che racchiude in sé tantissime sfaccettature e tanti
riflessi, musica, pittura, scultura, fotografia etc…tra questi io metterei
anche la scrittura, perché come un pittore sulla tela o uno scultore con le
mani, anche lo scrittore, armato di penna o tastiera, attraverso l’inchiostro
tocca più o meno chi lo legge. Tu cosa ne pensi, ti senti un poco artista?
Ho sempre un po’ il terrore delle
etichette. La parola autore, piuttosto che scrittore o, in questo caso,
artista, mi pongono sempre un po’ in soggezione della serie … Ma stiamo
parlando di me? Ma dai… Io sono solo una semplice scribacchina. Gli artisti
sono altri. In un certo senso, la penso ancora così. Sono iper critica con me
stessa quindi definire arte ciò che realizzo con le parole e la scrittura mi
sembra un tantino eccessivo.
Ora veniamo al tuo
libro, “Echo” raccontacelo in breve e presentaci i tuoi personaggi.
Echo è un romanzo nato negli anni in
cui frequentavo l’università. E’ una storia che parla di ragazzi alla ricerca
di se stessi, di una donna esteticamente e visivamente gelida e glaciale ma che
in realtà nasconde molto di più. Il mio intento era descrivere la sua crescita
personale, il suo sbocciare capitolo dopo capitolo, il suo imparare ad
esprimersi nuovamente e, perché no, con l’aiuto di un ragazzo dagli occhi
chiari e la risata contagiosa.
Oltre ad Echo, hai
scritto la novella “Pancake ai mirtilli” legata al romanzo, come mai hai deciso
di scriverla? C’era qualcosa che ancora spingeva per essere raccontato?
Ho deciso di scriverla per dire
grazie. Grazie ai lettori che hanno amato Tom e Sam, grazie ai blog che hanno
ospitato e recensito Echo con entusiasmo. Non era mia intenzione scrivere un
seguito, né lo è adesso. Sam e Tom hanno fatto una fatica immensa ad arrivare
dove sono e ora meritano un po’ di tranquillità. Tuttavia, con Pancake ai
mirtilli, ho potuto dare spazio ad alcuni lati del passato e
della personalità di Tom che non erano venuti fuori e ho lanciato l’amo per
quella che, spero, sarà la nuova storia che leggerete e che, mi auguro,
riuscirete ad apprezzare, come e forse più di Echo.
Continua sul Summary blog...
Nessun commento:
Posta un commento