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domenica 3 aprile 2022

Intervista a Emanuela Molaschi.

 

Buongiorno Emanuela e benvenuta nel mio angolino letterario, rompo subito il ghiaccio partendo con la mia domanda di rito:

- Chi è Emanuela nel quotidiano, quali hobby e passioni hai?

In generale mi piace leggere, scrivere, cantare, usare i generatori di storie e canzoni parodie, colorare, disegnare, recitare e molte altre cose come vedere i film e fare o guardare i video su YouTube. Creare parodie è una cosa che so fare da me, ma a volte mi diverto a vedere che succede coi generatori.

-La tua avventura come scrittrice quando e come è iniziata? Cosa ti ha spinta a pubblicare e a far conoscere le tue storie?

Se mio papà non avesse insistito per farmi provare, non sarei qui. Mi sarei tenuta nel cassetto tutto. Non mi sentivo all'altezza. Avevo 14 anni, che cosa potevo fare? Alla fine, il romanzo che avrei dovuto invaiare è rimasto inedito perché l'ho scambiato all'ultimo con Io credo in te, proprio la prima parte, che è stato accettato.  Poi ho deciso di voler dire qualcosa con le storie, dire senza spiegare nei dettagli. Voglio che la gente ragioni e capisca. Ho iniziato con cose complesse perché si prevedeva di imparare dall'errore. Vedi l'errore e cerca di non ripeterlo per evitare le conseguenze. 

-Ora parlaci dei tuoi libri e se vuoi anche dei personaggi che le popolano. Come sono nati e come si sono evoluti, cosa o chi te li ha ispirati, insomma raccontaci tutto quello che vuoi.

I personaggi sono immaginari, non sono quasi mai persone reali, si ispirano a personaggi inventati o per le caratteristiche o per i nomi. Magari vedi il personaggio X e te lo vedi bene con qualche modifica in un altro ruolo. Ce lo metti e sei a posto. La storia cresce con me, alcune cose cambiano perché decidono loro di essere cambiate. Io scrivo così, se cercate di ingabbiarmi in qualcosa: schemi, regole... non ci riesco.  Faccio ricerche, ma non è ciò che rende la storia quel che si vede. Le ricerche sono secondarie e solo se servono.

La Befana vien dal Nord.
Può innamorarsi anche la Befana? Può vivere incredibili avventure senza la magia? Può essere che la vera magia sia la speranza? Perché dove c’è il coraggio c’è la forza, dove c’è la forza c’è la sicurezza, dove c’è la sicurezza si crede e dove si crede, l’impossibile passato, diventa il possibile presente e quindi il possibile futuro. Tutto questo nasce dalla speranza.
Laura è una giovane fibromialgia che spera di ricevere la sua medicina a breve. È stata infatti inventata grazie alla collaborazione tra Turchia e Irlanda.
Hakan, però, un nemico del laboratorio turco Kaya, dove viene conservata la medicina, riesce ad intrufolarsi nella struttura e a rubarla. È molto felice perché potrà avere la meglio sul suo ex compagno di classe, ora erede dell’azienda.
Laura, dalla sintomatologia varia e dolorosa oltre che insolita, decide di contattare, tramite i social, l’erede dei Kaya, per convincerlo a darle una mano nella ricerca e recupero della Fibronormal, la medicina rubata. Inizialmente il giovane uomo non è convinto, ma poi si lascia convincere perché scopre l’utilità degli studi di Laura. La giovane donna studia coaching e padroneggia l’enneagramma. Questo strumento individua le personalità delle persone e permette, a chi lo conosce, di sapere come rapportarsi con esse. Lo scienziato vuole che lei utilizzi tecniche specifiche e l’enneagramma per capire Hakan e i suoi complici per poi farli confessare. Inizialmente, Laura non vuole saperne nulla. Non è bene fare ciò e inoltre non è così semplice e immediato. Lo scienziato però insiste e riesce a convincerla. A differenza della figlia, i genitori, anch’essi malati ma non viene rivelato mai di cosa, non accettano la collaborazione. Laura, riesce a fuggire di notte. Lascia una lettera di scuse ai suoi. Sull’aereo privato di Ferit, Laura fa la conoscenza telefonica di uno dei collaboratori dell’altro laboratorio di ricerca: Chris O’Relly. Egli è un italo irlandese per parte di madre e sa l’italiano. Tra i due si instaura un rapporto molto più semplice ed emotivo rispetto a quello tra la ragazza e Ferit. Il turco la fa parlare con quello che ora è diventato il suo hacker, perché tra lui e Christopher detto Chris, ai vecchi tempi Kit, non corre buon sangue. L’hacker scopre che Hakan si dirige a Cogne. Laura, inaspettatamente, scopre chi è il compratore e perché la vendita della medicina è stata rinviata. Pare, infatti, che un italo turca di nome Bella, sia in fuga dal suo compagno Can. Dove è scomparsa la ragazza? A Cogne anche lei.
Le ragazze riusciranno a incontrarsi e attuare un piano per recuperare la medicina.
Chi sarà la nuova Befana: la malata o la fuggiasca?
Alla fine della battaglia per recuperare la Fibronormal, la Befana conoscerà Osman, un giovane bello e premuroso che le farà battere il cuore, esattamente come Christopher. Chi sceglierà la Befana?
Il bello è qui. Gioca con La Befana e scopri con tre domande di chi si innamorerà. Leggi la risposta e scopri come tu fai finire il libro.

Questo libro è molto importante per me, ha permesso di scrivere una nuova avventura per Kit e Lea, i protagonisti dell'altro racconto. Volevo dare importanza ad entrambi e scrivere una storia natalizia. Alla fine, sono stata nei tempi, ma le risposte degli editori sono arrivate dopo. Quella che ho accettato e ha reso diverso il libro, è arrivata il giorno del mio compleanno. Era la proposta migliore. Sono contenta.  La protagonista cambia nome in questo racconto perché volevo dedicarlo a lei. Volevo che qualcuno di importante per me o per cui ero importante io, mi dicesse che voleva il suo nome nel libro, ma nessuno ha risposto al post su Facebook. Alla fine, ho deciso io. Alla fine, se lo avessi chiesto di persona, qualcuno avrebbe risposto, ma sui social, poteva essere male inteso. Doveva essere un regalo per la stima reciproca. Sono contenta che sia andata così. È una storia particolare perché l'ho scritta in brevissimo tempo ed è come la prima che ho pubblicato: in prima persona. Esattamente in questo caso è in punto di vista, un po' diverso, ci ho provato e piace. Di solito scrivo col punto di vista di un personaggio, è stato difficile regolare il tutto perché ci sono vari personaggi ed uno, per motivi che non posso svelare, parla in terza persona raccontando delle cose accadute agli altri.  Il genere di questo libro è particolare. Volevo un classico avventura, amicizia, amore, con dei valori ma anche cattolico. Seppur non ci siano elementi che diano fastidio a chi non interessa questo, si parla di valori importanti, di principi fondamentali nella vita dell'uomo e se si vuole considerare questo racconto un fantasy a causa della figura della Befana e di una cura che è ancora fantascientifica, per favore, chiamatelo fantasy cattolico. Quel tipo di fantasy mi piace molto.


L'italiana che salvò il mondo

Dopo 10 anni, una giovane italiana è nuovamente ospitata da ricchi irlandesi. Tra invidie e vecchi rancori, la ragazza scoprirà un piano pericoloso per tutta l'umanità.

Questa è un'opera di fantasia nata durante il 2020, è liberamente ispirata a Nel Bianco di Ken Follett.

Potreste vederla come una fan fiction partorita in un momento difficile come quello che si viveva in quell'anno.

La fantascienza consiste nell'immaginare cosa sarebbe successo se un virus letale capace di creare una pandemia, non fosse mai stato liberato. L'idea nasce da qui. Rivedere durante il lock down la miniserie NEL BIANCO, mi ha dato una mano.

Per quel che concerne la malattia citata è reale e ciò che si può fare nonostante essa lo è altrettanto. Questa malattia è ciò che affligge me. L'ho inserita nella storia perché se ne parla troppo poco, non si è ancora in grado di riconoscerla facilmente e di dare efficaci cure per rendere tutto più vivibile. Spero di poter sensibilizzare i malati in modo che non si nascondano più. Non è vero che chi ha la fibromialgia poi torna SEMPRE al suo peso. C'è chi non torna più indietro nonostante l'impegno. Chi ha questa versione della malattia, ho notato, tende a nasconderla più degli altri con la stessa sindrome. Anche per quel che riguarda la strana forma di fotofobia che ho vale la stessa cosa. Spero che presto ci sia un mondo libero da FIBROMIALGIA E FOTOFOBIA.

L'italiana che salvò il mondo è una storia diversa. È stata ripubblicata diverse volte perché i miei programmi non sono compatibili con quelli delle piattaforme self e creano sempre errori che non faccio. Io mi arrabbio molto perché ci perdo le ore sui libri. Ho pubblicato la seconda edizione su Amazon recentemente ed è l'unica disponibile. Vi consiglio il cartaceo perché ho verificato che sia aggiornata di persona. A causa della malattia preferisco non sforzare troppo gli occhi e non controllo spesso i kindle.

La descrizione è molto poco, i temi fondamentali sono parecchi e ben nascosti, ma solo chi segue il gruppo fan o ha visto l'intervista, ha potuto approfondire.

È comunque una storia dinamica e vivace, con vari dialoghi e canzoni, con tante morali, come la precedente.  Nei ringraziamenti mi sono messa a spiegare molte cose riguardo alla scelta di inserire i sintomi nei comportamenti di Lea, senza farli pesare troppo.  In entrambe le storie, la malattia è la partenza e non la fine. La malattia può essere sconfitta.

Lea è il mio diminutivo, rarissimo per il mio nome, coniato dall’odio per Lela, come mi hanno chiamata moltissimi anni fa e la malattia. Sapevo, quando ancora andava bene, ma stavo già male, che c'era un problema da cui ne scaturivano altri. Mi sentivo come Leo di Braccialetti Rossi: risolvi un problema ma ne viene un altro e tutto parte dal primo arrivato tempo prima. Da qui Lea. È un nome legato ai miei ultimi anni felici. Lea è quella che mi assomiglia di più, tra i personaggi dei libri usciti prima de La Befana vien dal Nord. L'italiana che salvò il mondo, infatti, avrebbe dovuto essere una cosa solo mia, uno sfogo, un modo di raccontare cosa pativo e di riscrivere una storia persa. Non sono stata capace di farlo, dovevo per forza ambientare il tutto nel presente e sfogare tutto il dolore che provavo per la malattia sconosciuta. Ho deciso di mantenere il nome della protagonista perché è molto importante e mi lega al mio passato. Nella prima versione della storia scritta nel 2010-2011, inedita e temo persa per sempre, le cose andavano in maniera diversa. Le somiglianze sono: La protagonista si reca all'estero in estate, ma per motivi diversi, e vive a casa di questa ricca famiglia. Kit cerca di farsi notare da lei, ma litigano. Lui le distrugge qualcosa, sono quasi certa che non fosse L'MP3 rosa ma altro, e lei gli lancia il portatile dalla finestra.  Tempo dopo, non dieci anni precisi, si ritrovano, per altri motivi, e si innamorano. Il personaggio Kit è presente in entrambi i libri con lo stesso nome e con gli stessi traumi che lo hanno portato a incontrare gente losca, ma sono diversi tra loro e anche da quello de Nel bianco. Il Christopher de La Befana vien dal Nord, inoltre, se non fosse per alcune caratteristiche che gli ho lasciato, non si riconoscerebbe. Lui si è già redento.  In effetti, Nel Bianco è stata solo l'ispirazione, vedere qualcosa che ricorda il lock down in quel periodo è stato davvero utile, ma LA STORIAA PARTE DAL MIO SFOGO E DESIDERIO DI RISCRIVERE UN RACCONTO PERDUTO.  Lo chiarisco perché ho lavorato duramente sui personaggi e, a volte, la fonte di ispirazione viene messa al centro. Io dichiaro sempre ciò che mi ha ispirata, ma è semplicemente un aiuto, niente di più. Il Kit de L'italiana che salvò il mondo non c’entra molto con l'ultimo degli Oxenford, se lo analizzate nella psicologia. 

Ecco come ho strutturato il personaggio, che in realtà di nome reale fa Christopher.

Christopher, o Kit, è stato creato come un enneatipo 7 (Personalità 7 dell'Enneagramma). Solo Lea riuscirà ad aiutarlo e comprenderlo. L'8 è una personalità vicina al 7.  Sul gruppo fan dedicato a L'italiana che salvò il mondo e a La scuola del falco, perché se no c'erano troppi profili, ho fatto un'intervista impossibile al personaggio, così da scoprire, alla fine, la sua personalità.

Gruppo fan: https://www.facebook.com/tina.goldstain.3

La sua nascita avviene nel 2011, ma ha vera vita e più pubblicazioni da L'italiana che salvò il mondo in avanti, quindi 2021. Ci sono due versioni di lui, una più debole in La Befana vien dal Nord e un'altra più frizzante né L'italiana che salvò il mondo. L’ntervista è dedicata a quella versione.  Non racconterò tutta la storia che c'è dietro, ci ho provato in mille modi, ma la risposta è troppo lunga e piena di concetti, quindi devo accorciarla. Kit è un'anima fragile, persa, sempre a causa dei genitori e di una delle sorelle. Solo un'altra anima ferita come le ragazze con la L (Lea e Laura) possono capirlo. Ogni avventura vissuta da Kit permette di imparare molto sulla bontà delle anime spezzate e su come sia importante capirle e salvarle. Queste, infatti, sono capaci di amore infinito.

Ho potuto spiegare meglio tutto nella Befana vien dal Nord perché avevo già due anni di corso da coach alle spalle. Nell’Italiana che salvò il mondo ho solo avuto la possibilità di descrivere quello che provavo. Il libro è stato scritto nel 2020 e pubblicato nel 2021, durante il lock down non studiavo ancora.  Rileggendo, come dico in un'intervista, il Kit de L'italiana che salvò il mondo ha dei tratti di una persona che era innamorata di me e mi faceva arrabbiare per i suoi modi.  Non ci capivamo, come i protagonisti del libro.  È stato un bel ricordo.  Quel ragazzo è uno dei miei ricordi più belli della scuola migliore che ho frequentato: le medie. Non vado oltre.

Il Christophe de La Befana vien dal Nord, è più morbido, è già nella fase di riscatto e vuole solo la libertà e l'amore che ha sempre desiderato: “L'isola felice” che sua mamma gli aveva mostrato.  L'infanzia è il rifugio del giovane che, inizialmente non vuole più essere chiamato Kit, legame col suo passato.

Anche questa versione di Kit è molto importante per me. Rappresenta chi si schiera dalla mia parte sempre e comunque con stima e affetto: l'amico, l'amore o il parente perfetto.

 

-Parlaci del tuo progetto della collana, in cosa consiste e perché hai pensato di crearlo? 

Il mio progetto: Viola: FIBROMIALGIA si può fare. Storie su e per ragazze fibromialgiche forti è composto da libri che sono collegati alla fibromialgia. La malattia è ciò che fa partire il tutto, ma poi si dimostra che le ragazze malate sono fortissime, capaci di vincere molto.  Ci ho provato mille volte, ma l'unico modo con cui riesco a esprimere il concetto è riportare la descrizione.  Ad ogni modo, voglio che le persone capiscano cosa vivo ogni giorno, la difficoltà di resistere a quel male collaterale che è in più.  All’impossibilità di avere una vita, perché nessuno si piega e mi viene incontro.  Parlo per me, ma ci sono altri, maschi e femmine. Tutti noi abbiamo diritto a un futuro e a una cura, ma anche ad amore, amicizia, lavoro... La società deve inserire in maniera diversa ogni malato. Un malato può non avere la salute, ma ha un’anima. 

Descrizione della collana: “In questa collana inserisco i titoli che hanno a che fare con la fibromialgia. Non si tratta di un libro medio, ma di avventure che donano molto più di quanto ci si aspetti a chi le intraprende, dove la protagonista è fibromialgia. La situazione iniziale della malata può sembrare simile perché descrivo i miei sintomi che sono rari e pesanti. Con queste storie a lieto fine voglio dire al mondo che la fibromialgia esiste e che può essere sconfitta da ben poche cose. Ciò che serve, quindi, è che gli altri se ne rendano conto e condividano con chi sta male tutto il possibile. Sarà bello vedere cosa può succedere.
La fibromialgia, vorrei dire ai malati, esiste e queste storie non servono a ricordarcelo. Queste avventure ci dimostrano che, come tutte le cose, la fibromialgia può essere sconfitta o messa a tacere, almeno per un po'.”

- Cos’è per te la scrittura? Dai la tua personale definizione.

Dipende. Era qualcosa che volevo avere, poi era un pezzo di me, dopo uno sfogo, ORA l’unica speranza di un lavoro.

-Infine, ti chiedo hai una frase che hai letto oppure scritto tu stessa che in qualche modo ti è particolarmente cara?

Ce ne sono tante.  A volte mi capita di auto citarmi, è vero.  Potrei lasciare qualcosa di solo mio e qualcosa di altri.  Così siamo pari.

«Di’ tutti la stessa frase: sta cercando la risposta al suo “c’è sempre qualcosa di oggi.”»

«E se mi chiedono cosa vuol dire?»

«Digli che ci sono domande a cui non si può dare risposta, altre a cui la si dà subito ed alcune a cui non si può darla subito, ma bisogna aspettare e cercare con attenzione; ecco cosa sta facendo.»

«Credo che non capiranno molto facilmente quello che vuoi dire.»

«Perché, tu hai capito tutto?»

«Veramente non ho capito niente.»

«Bene, meno capite, meglio è per voi.» Io credo in te: Salvate la scuola.

“C'è sempre qualcosa”, “Una cosa è la teoria e un'altra è la pratica” Lemony Snicket-Una serie di sfortunati eventi.

Grazie mille di essere stata qui con noi ed esserti raccontata, a presto, Emanuela.


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