Buongiorno Emanuela e benvenuta nel mio angolino
letterario, rompo subito il ghiaccio partendo con la mia domanda di rito:
- Chi è Emanuela nel quotidiano, quali
hobby e passioni hai?
In generale mi piace leggere, scrivere, cantare, usare
i generatori di storie e canzoni parodie, colorare, disegnare, recitare e molte
altre cose come vedere i film e fare o guardare i video su YouTube. Creare
parodie è una cosa che so fare da me, ma a volte mi diverto a vedere che
succede coi generatori.
-La tua avventura come
scrittrice quando e come è iniziata? Cosa ti ha spinta a pubblicare e a far
conoscere le tue storie?
-Ora parlaci dei tuoi
libri e se vuoi anche dei personaggi che le popolano. Come sono nati e come si
sono evoluti, cosa o chi te li ha ispirati, insomma raccontaci tutto quello che
vuoi.
I personaggi sono immaginari,
non sono quasi mai persone reali, si ispirano a personaggi inventati o per le
caratteristiche o per i nomi. Magari vedi il personaggio X e te lo vedi bene
con qualche modifica in un altro ruolo. Ce lo metti e sei a posto. La storia
cresce con me, alcune cose cambiano perché decidono loro di essere cambiate. Io
scrivo così, se cercate di ingabbiarmi in qualcosa: schemi, regole... non ci
riesco. Faccio ricerche, ma non è ciò
che rende la storia quel che si vede. Le ricerche sono secondarie e solo se
servono.
La Befana vien dal Nord.
Può innamorarsi anche la Befana? Può vivere incredibili avventure senza la magia? Può essere che la vera magia sia la speranza? Perché dove c’è il coraggio c’è la forza, dove c’è la forza c’è la sicurezza, dove c’è la sicurezza si crede e dove si crede, l’impossibile passato, diventa il possibile presente e quindi il possibile futuro. Tutto questo nasce dalla speranza.
Laura è una giovane fibromialgia che spera di ricevere la sua medicina a breve. È stata infatti inventata grazie alla collaborazione tra Turchia e Irlanda.
Hakan, però, un nemico del laboratorio turco Kaya, dove viene conservata la medicina, riesce ad intrufolarsi nella struttura e a rubarla. È molto felice perché potrà avere la meglio sul suo ex compagno di classe, ora erede dell’azienda.
Laura, dalla sintomatologia varia e dolorosa oltre che insolita, decide di contattare, tramite i social, l’erede dei Kaya, per convincerlo a darle una mano nella ricerca e recupero della Fibronormal, la medicina rubata. Inizialmente il giovane uomo non è convinto, ma poi si lascia convincere perché scopre l’utilità degli studi di Laura. La giovane donna studia coaching e padroneggia l’enneagramma. Questo strumento individua le personalità delle persone e permette, a chi lo conosce, di sapere come rapportarsi con esse. Lo scienziato vuole che lei utilizzi tecniche specifiche e l’enneagramma per capire Hakan e i suoi complici per poi farli confessare. Inizialmente, Laura non vuole saperne nulla. Non è bene fare ciò e inoltre non è così semplice e immediato. Lo scienziato però insiste e riesce a convincerla. A differenza della figlia, i genitori, anch’essi malati ma non viene rivelato mai di cosa, non accettano la collaborazione. Laura, riesce a fuggire di notte. Lascia una lettera di scuse ai suoi. Sull’aereo privato di Ferit, Laura fa la conoscenza telefonica di uno dei collaboratori dell’altro laboratorio di ricerca: Chris O’Relly. Egli è un italo irlandese per parte di madre e sa l’italiano. Tra i due si instaura un rapporto molto più semplice ed emotivo rispetto a quello tra la ragazza e Ferit. Il turco la fa parlare con quello che ora è diventato il suo hacker, perché tra lui e Christopher detto Chris, ai vecchi tempi Kit, non corre buon sangue. L’hacker scopre che Hakan si dirige a Cogne. Laura, inaspettatamente, scopre chi è il compratore e perché la vendita della medicina è stata rinviata. Pare, infatti, che un italo turca di nome Bella, sia in fuga dal suo compagno Can. Dove è scomparsa la ragazza? A Cogne anche lei.
Le ragazze riusciranno a incontrarsi e attuare un piano per recuperare la medicina.
Chi sarà la nuova Befana: la malata o la fuggiasca?
Alla fine della battaglia per recuperare la Fibronormal, la Befana conoscerà Osman, un giovane bello e premuroso che le farà battere il cuore, esattamente come Christopher. Chi sceglierà la Befana?
Il bello è qui. Gioca con La Befana e scopri con tre domande di chi si innamorerà. Leggi la risposta e scopri come tu fai finire il libro.
Questo libro è molto importante per me, ha
permesso di scrivere una nuova avventura per Kit e Lea, i protagonisti
dell'altro racconto. Volevo dare importanza ad entrambi e scrivere una storia
natalizia. Alla fine, sono stata nei tempi, ma le risposte degli editori sono
arrivate dopo. Quella che ho accettato e ha reso diverso il libro, è arrivata
il giorno del mio compleanno. Era la proposta migliore. Sono contenta. La protagonista cambia nome in questo
racconto perché volevo dedicarlo a lei. Volevo che qualcuno di importante per
me o per cui ero importante io, mi dicesse che voleva il suo nome nel libro, ma
nessuno ha risposto al post su Facebook. Alla fine, ho deciso io. Alla fine, se
lo avessi chiesto di persona, qualcuno avrebbe risposto, ma sui social, poteva
essere male inteso. Doveva essere un regalo per la stima reciproca. Sono
contenta che sia andata così. È una storia particolare perché l'ho scritta in
brevissimo tempo ed è come la prima che ho pubblicato: in prima persona.
Esattamente in questo caso è in punto di vista, un po' diverso, ci ho provato e
piace. Di solito scrivo col punto di vista di un personaggio, è stato difficile
regolare il tutto perché ci sono vari personaggi ed uno, per motivi che non
posso svelare, parla in terza persona raccontando delle cose accadute agli
altri. Il genere di questo libro è
particolare. Volevo un classico avventura, amicizia, amore, con dei valori ma
anche cattolico. Seppur non ci siano elementi che diano fastidio a chi non
interessa questo, si parla di valori importanti, di principi fondamentali nella
vita dell'uomo e se si vuole considerare questo racconto un fantasy a causa
della figura della Befana e di una cura che è ancora fantascientifica, per
favore, chiamatelo fantasy cattolico. Quel tipo di fantasy mi piace molto.
L'italiana che salvò il mondo
Dopo 10 anni, una giovane italiana è
nuovamente ospitata da ricchi irlandesi. Tra invidie e vecchi rancori, la
ragazza scoprirà un piano pericoloso per tutta l'umanità.
Questa è un'opera di fantasia nata
durante il 2020, è liberamente ispirata a Nel Bianco di Ken Follett.
Potreste vederla come una fan fiction partorita in un momento
difficile come quello che si viveva in quell'anno.
La fantascienza consiste nell'immaginare cosa sarebbe successo
se un virus letale capace di creare una pandemia, non fosse mai stato liberato.
L'idea nasce da qui. Rivedere durante il lock down la miniserie NEL BIANCO, mi
ha dato una mano.
Per quel che concerne
la malattia citata è reale e ciò che si può fare nonostante essa lo è
altrettanto. Questa malattia è ciò che affligge me. L'ho inserita nella storia
perché se ne parla troppo poco, non si è ancora in grado di riconoscerla
facilmente e di dare efficaci cure per rendere tutto più vivibile. Spero di
poter sensibilizzare i malati in modo che non si nascondano più. Non è vero che
chi ha la fibromialgia poi torna SEMPRE al suo peso. C'è chi non torna più
indietro nonostante l'impegno. Chi ha questa versione della malattia, ho
notato, tende a nasconderla più degli altri con la stessa sindrome. Anche per
quel che riguarda la strana forma di fotofobia che ho vale la stessa cosa.
Spero che presto ci sia un mondo libero da FIBROMIALGIA E FOTOFOBIA.
L'italiana che salvò il mondo è una storia diversa. È stata
ripubblicata diverse volte perché i miei programmi non sono compatibili con
quelli delle piattaforme self e creano sempre errori che non faccio. Io mi
arrabbio molto perché ci perdo le ore sui libri. Ho pubblicato la seconda
edizione su Amazon recentemente ed è l'unica disponibile. Vi consiglio il
cartaceo perché ho verificato che sia aggiornata di persona. A causa della
malattia preferisco non sforzare troppo gli occhi e non controllo spesso i
kindle.
La
descrizione è molto poco, i temi fondamentali sono parecchi e ben nascosti, ma
solo chi segue il gruppo fan o ha visto l'intervista, ha potuto approfondire.
È
comunque una storia dinamica e vivace, con vari dialoghi e canzoni, con tante
morali, come la precedente. Nei
ringraziamenti mi sono messa a spiegare molte cose riguardo alla scelta di
inserire i sintomi nei comportamenti di Lea, senza farli pesare troppo. In entrambe le storie, la malattia è la
partenza e non la fine. La malattia può essere sconfitta.
Lea è
il mio diminutivo, rarissimo per il mio nome, coniato dall’odio per Lela, come
mi hanno chiamata moltissimi anni fa e la malattia. Sapevo, quando ancora
andava bene, ma stavo già male, che c'era un problema da cui ne scaturivano
altri. Mi sentivo come Leo di Braccialetti Rossi: risolvi un problema ma ne
viene un altro e tutto parte dal primo arrivato tempo prima. Da qui Lea. È un
nome legato ai miei ultimi anni felici. Lea è quella che mi assomiglia di più,
tra i personaggi dei libri usciti prima de La Befana vien dal Nord. L'italiana
che salvò il mondo, infatti, avrebbe dovuto essere una cosa solo mia, uno sfogo,
un modo di raccontare cosa pativo e di riscrivere una storia persa. Non sono
stata capace di farlo, dovevo per forza ambientare il tutto nel presente e
sfogare tutto il dolore che provavo per la malattia sconosciuta. Ho deciso di
mantenere il nome della protagonista perché è molto importante e mi lega al mio
passato. Nella prima versione della storia scritta nel 2010-2011, inedita e
temo persa per sempre, le cose andavano in maniera diversa. Le somiglianze
sono: La protagonista si reca all'estero in estate, ma per motivi diversi, e
vive a casa di questa ricca famiglia. Kit cerca di farsi notare da lei, ma
litigano. Lui le distrugge qualcosa, sono quasi certa che non fosse L'MP3 rosa
ma altro, e lei gli lancia il portatile dalla finestra. Tempo dopo, non dieci anni precisi, si
ritrovano, per altri motivi, e si innamorano. Il personaggio Kit è presente in
entrambi i libri con lo stesso nome e con gli stessi traumi che lo hanno
portato a incontrare gente losca, ma sono diversi tra loro e anche da quello de
Nel bianco. Il Christopher de La Befana vien dal Nord, inoltre, se non fosse
per alcune caratteristiche che gli ho lasciato, non si riconoscerebbe. Lui si è
già redento. In effetti, Nel Bianco è
stata solo l'ispirazione, vedere qualcosa che ricorda il lock down in quel
periodo è stato davvero utile, ma LA STORIAA PARTE DAL MIO SFOGO E DESIDERIO DI
RISCRIVERE UN RACCONTO PERDUTO. Lo
chiarisco perché ho lavorato duramente sui personaggi e, a volte, la fonte di
ispirazione viene messa al centro. Io dichiaro sempre ciò che mi ha ispirata,
ma è semplicemente un aiuto, niente di più. Il Kit de L'italiana che salvò il
mondo non c’entra molto con l'ultimo degli Oxenford, se lo analizzate nella
psicologia.
Ecco
come ho strutturato il personaggio, che in realtà di nome reale fa Christopher.
Christopher,
o Kit, è stato creato come un enneatipo 7 (Personalità 7 dell'Enneagramma).
Solo Lea riuscirà ad aiutarlo e comprenderlo. L'8 è una personalità vicina al
7. Sul gruppo fan dedicato a L'italiana
che salvò il mondo e a La scuola del falco, perché se no c'erano troppi profili,
ho fatto un'intervista impossibile al personaggio, così da scoprire, alla fine,
la sua personalità.
Gruppo
fan: https://www.facebook.com/tina.goldstain.3
La sua
nascita avviene nel 2011, ma ha vera vita e più pubblicazioni da L'italiana che
salvò il mondo in avanti, quindi 2021. Ci sono due versioni di lui, una più debole
in La Befana vien dal Nord e un'altra più frizzante né L'italiana che salvò il
mondo. L’ntervista è dedicata a quella versione. Non racconterò tutta la storia che c'è
dietro, ci ho provato in mille modi, ma la risposta è troppo lunga e piena di
concetti, quindi devo accorciarla. Kit è un'anima fragile, persa, sempre a
causa dei genitori e di una delle sorelle. Solo un'altra anima ferita come le
ragazze con la L (Lea e Laura) possono capirlo. Ogni avventura vissuta da Kit permette
di imparare molto sulla bontà delle anime spezzate e su come sia importante
capirle e salvarle. Queste, infatti, sono capaci di amore infinito.
Ho
potuto spiegare meglio tutto nella Befana vien dal Nord perché avevo già due
anni di corso da coach alle spalle. Nell’Italiana che salvò il mondo ho solo
avuto la possibilità di descrivere quello che provavo. Il libro è stato scritto
nel 2020 e pubblicato nel 2021, durante il lock down non studiavo ancora. Rileggendo, come dico in un'intervista, il
Kit de L'italiana che salvò il mondo ha dei tratti di una persona che era
innamorata di me e mi faceva arrabbiare per i suoi modi. Non ci capivamo, come i protagonisti del
libro. È stato un bel ricordo. Quel ragazzo è uno dei miei ricordi più belli
della scuola migliore che ho frequentato: le medie. Non vado oltre.
Il
Christophe de La Befana vien dal Nord, è più morbido, è già nella fase di riscatto
e vuole solo la libertà e l'amore che ha sempre desiderato: “L'isola felice”
che sua mamma gli aveva mostrato.
L'infanzia è il rifugio del giovane che, inizialmente non vuole più essere
chiamato Kit, legame col suo passato.
Anche
questa versione di Kit è molto importante per me. Rappresenta chi si schiera
dalla mia parte sempre e comunque con stima e affetto: l'amico, l'amore o il
parente perfetto.
-Parlaci del tuo progetto
della collana, in cosa consiste e perché hai pensato di crearlo?
Il mio progetto: Viola:
FIBROMIALGIA si può fare. Storie su e per ragazze fibromialgiche forti
è composto da libri che sono collegati alla fibromialgia. La malattia è ciò che
fa partire il tutto, ma poi si dimostra che le ragazze malate sono fortissime,
capaci di vincere molto. Ci ho provato
mille volte, ma l'unico modo con cui riesco a esprimere il concetto è riportare
la descrizione. Ad ogni modo, voglio che
le persone capiscano cosa vivo ogni giorno, la difficoltà di resistere a quel
male collaterale che è in più. All’impossibilità
di avere una vita, perché nessuno si piega e mi viene incontro. Parlo per me, ma ci sono altri, maschi e
femmine. Tutti noi abbiamo diritto a un futuro e a una cura, ma anche ad amore,
amicizia, lavoro... La società deve inserire in maniera diversa ogni malato. Un
malato può non avere la salute, ma ha un’anima.
Descrizione della collana:
“In questa collana inserisco i titoli che hanno a
che fare con la fibromialgia. Non si tratta di un libro medio, ma di avventure
che donano molto più di quanto ci si aspetti a chi le intraprende, dove la
protagonista è fibromialgia. La situazione iniziale della malata può sembrare
simile perché descrivo i miei sintomi che sono rari e pesanti. Con queste
storie a lieto fine voglio dire al mondo che la fibromialgia esiste e che può
essere sconfitta da ben poche cose. Ciò che serve, quindi, è che gli altri se
ne rendano conto e condividano con chi sta male tutto il possibile. Sarà bello
vedere cosa può succedere.
La fibromialgia, vorrei dire ai malati, esiste e
queste storie non servono a ricordarcelo. Queste avventure ci dimostrano che,
come tutte le cose, la fibromialgia può essere sconfitta o messa a tacere,
almeno per un po'.”
- Cos’è per te la scrittura? Dai la tua
personale definizione.
Dipende. Era qualcosa che volevo avere, poi era un
pezzo di me, dopo uno sfogo, ORA l’unica speranza di un lavoro.
-Infine, ti chiedo hai
una frase che hai letto oppure scritto tu stessa che in qualche modo ti è
particolarmente cara?
Ce ne sono tante. A volte mi capita di auto citarmi, è
vero. Potrei lasciare qualcosa di solo
mio e qualcosa di altri. Così siamo
pari.
«Di’ tutti la stessa frase: sta cercando la risposta
al suo “c’è sempre qualcosa di oggi.”»
«E se mi chiedono cosa vuol dire?»
«Digli che ci sono domande a cui non si può dare
risposta, altre a cui la si dà subito ed alcune a cui non si può darla subito,
ma bisogna aspettare e cercare con attenzione; ecco cosa sta facendo.»
«Credo che non capiranno molto facilmente quello che
vuoi dire.»
«Perché, tu hai capito tutto?»
«Veramente non ho capito niente.»
«Bene, meno capite, meglio è per voi.» Io credo in te:
Salvate la scuola.
“C'è sempre qualcosa”, “Una cosa è la teoria e
un'altra è la pratica” Lemony Snicket-Una serie di sfortunati eventi.
Grazie mille di essere stata qui con noi ed esserti
raccontata, a presto, Emanuela.
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