Titolo:
The
second husband
Autrice:
Emma
Lee Bennett
Genere:
Romantic
suspense/thriller
Self-publishing
Retelling
Pagine:
415
Disponibile
cartaceo, ebook e su KU.
Trama
Retelling di "Rebecca, la prima moglie” di Daphne
du Maurier, il romanzo è rivisitato in chiave moderna, regalando un thriller
romantico dalle sfumature vivide che si contrappongono alla cupezza
dell'originale noir.
È dedicato a chi ha raggiunto la felicità grazie a una
seconda chance.
Susanne Harper, per natura piena di vita e
chiacchierona, non ha autostima, abituata dapprima alle umiliazioni ricevute
dal marito defunto, poi a quelle di Maddalena, sua datrice di lavoro, che la
denigra per l’aspetto comune e la taglia abbondante.
L'incontro con il ricco e nobile Jade St. Patrick la
cambia. Ancora segnato dalla morte del figlioletto e della moglie avvenuta in
un incidente sul suo yatch, sembra l’unico a intuire le abilità imprenditoriali
di Susanne, ama ascoltarla e adora la sua gioia di vivere, permettendole di
riacquisire fiducia in sé stessa. Licenziata improvvisamente da Maddalena,
Susanne finisce in ospedale senza soldi né copertura assicurativa e Jade le
offre un matrimonio che la salva.
Sposati, si trasferiscono a Le Magnolie, in Louisiana,
la piantagione che da secoli è di proprietà dei St. Patrick. Con loro vivono la
zia di Jade, Queen Odette, che pratica la religione voodoo, e la sua ex
suocera, Genève. L’insicurezza di Susanne riaffiora a causa della ingombrante
figura della prima moglie, Victoria, e di presenze soprannaturali che popolano
la casa. Il rapporto con suo marito si incrina quando viene ritrovato il
relitto dello yatch affondato e Jade è sospettato di duplice omicidio.
Cosa è realmente accaduto in quello yatch? È Madame
Odette a richiamare gli spiriti per farla allontanare dal marito? Jade l’ha
sposata davvero per salvarla?
Recensione
Buongiorno lettori, eccovi la mia ultima lettura del
mese di marzo, “The second Husband” di Emma lee Bennett, un retelling che devo
dire mi ha appassionata nonostante non abbia mai letto il libro da cui è
tratto.
Questa autrice a mio avviso possiede un animo thriller
che se ben sviluppato sono certa ci serberà delle belle sorprese. Il suo stile riesce
a essere sensuale, ammaliante, con quel tocco di tensione crescente che lieve,
appassiona e coinvolge.
La trama è molto articolata, l’autrice parte quasi in
sordina per poi accelerare piano piano, dando modo al lettore di gustarsi
appieno ogni più piccolo particolare e ricreando attorno a esso l’atmosfera
perfetta.
Il dettaglio è ciò che fa la differenza, sì perché l’autrice
regala piccoli indizi, briciole buttate qua e là, che unite ad atmosfere e curiosità
sul luogo e i personaggi di cui racconta, danno vita a un quadro intrigante e quasi
suggestivo.
“L’illusione
è sorella del positivismo: ti sventola davanti ciò che vorresti e, quando
allunghi la mano per prenderlo, te lo toglie da sotto gli occhi dicendoti vaffanculo.”
I personaggi sono ben caratterizzati, è stato semplice
creare un’immagine nella testa e sentirsi trasportati attraverso i loro
pensieri nelle loro vicende. Le descrizioni permettono al lettore di
visualizzare ogni cosa e ambiente, ci si sente coinvolti e partecipi di ogni
loro azione.
“Ogni
essere umano che abbia voluto o dovuto spingersi oltre il limite solleverà l’asticella
che determina quel limite e sarà portato a trasgredire sempre di più.
Nascondere la verità, poi mentire, tradire e infine… cosa? Uccidere?
La narrazione scorre senza troppi intoppi, l’autrice è
riuscita a gestire il ritmo delle vicende narrate in modo da creare la giusta
tensione, un bel sali e scendi che tiene viva l’attenzione e alimenta la
curiosità di pagina in pagina.
Come detto inizialmente spero che l’autrice ci regali
altre storie di questo genere, sono certa che questa sia stata un buon inizio
da cui partire.
Alla prossima, Emanuela.
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