Titolo: TWO'MORROW
Autrice: BEATRICE SIMONETTI
Genere: Distopico
Pubblicato da: Delrai Edizioni
In uscita il: 26 novembre 2020
L'INTOLLERANZA...
IL PRIMO PASSO VERSO LA DISTRUZIONE DELL'UOMO.
Un anomalo è un reietto, un anomalo non può essere libero.
Trama
Boston, 2049
Lowell è un ragazzo al servizio della Terrorism Prevention Unit, più conosciuta come TPU. Il suo compito è quello di anticipare i reati dei soggetti che gli vengono sottoposti dall’unità anticrimine. Lui, infatti, è un anomalo, fa parte di quei pochi esseri umani che, a causa di una mutazione genetica, nascono o sviluppano capacità incredibili. Lowell, tramite il contatto cutaneo, riesce a vedere il futuro di chi lo tocca e a estrapolare il materiale che servirà poi per condannare o assolvere l’imputato. In una lotta continua per ritrovare la stabilità e il rigore, lui capirà che le carte in tavola possono essere sempre rimescolate. È l’incontro con una ragazza qualunque a fargli comprendere questo, Myrtie. Collegiale dall’animo sensibile, molto timida, la giovane è cresciuta senza una madre e con la sola guida di un padre assente, pezzo grosso della TPU e grande nemico degli anomali.
All’apparenza tutto è stabilito e persino il futuro non lascia scampo, ma il battito d’ali di una farfalla può generare il successivo caos e lo spostamento di un singolo tassello può stravolgere il regolare andamento delle cose in maniera del tutto inaspettata. Niente è stato deciso per essere come deve.
Recensione
Oggi vi parlo di questa storia che sembra fantascienza perché ambientata nel futuro e in un mondo distopico che solo all'apparenza non appartiene alla nostra realtà, in apparenza appunto...
"La legge è incompatibile con l'indole umana.
L'uomo è fatto di impulsi irrefrenabili.
Gli insindacabili doveri a cui è legata ciascuna delle nostre vite devono riportarci con i piedi per terra."
Durante la lettura vi accorgerete di quanto in fondo gli argomenti trattati non siano poi così lontani dalla realtà che ci circonda, anzi secondo me ci stiamo proprio sguazzando dentro da millenni. L'uomo festeggia giornate della memoria, per ricordare, per tramandare ma soprattutto per imparare dagli errori e per far si che questi non vengano reiterati, ma purtroppo è davanti agli occhi di tutti quanto l'umanità continui a perseverare e quanto l'intolleranza pur cambiando obbiettivo e destinazione faccia sempre parte del nostro tempo.
"Il dolore è un concetto così astratto.
Lo si contiene per un' esistenza intera e, quando finalmente
emerge in tutta la sua amarezza,
si tenta invano di soffocarlo dietro
a degli squalidi sorrisi bugiardi.
Il dolore è qualcosa di personale.
Ci delinea, ci rende veri.
Il dolore dà forma alla nostra vita, gli dà un senso,
parla al posto dei nostri balbettii,
comunica anche quando non vorrebbe".
L'autrice attraverso la sua fantasia ci trasporta in un futuro distopico che diventa reale e palpabile attraverso le parole. Durante la lettura l'inchiostro ci attira e ci trattiene tra le pagine, fino alla fine.
La trama è molto coinvolgente, grazie ad una narrazione scorrevole, dinamica e a tratti molto introspettiva riesce a creare un saldo legame tra chi legge e i suoi personaggi.
Questi ultimi, sono ben caratterizzati è facile renderli concreti nella mente e riviverne le azioni, così com'è stato semplice sentire le loro emozioni e i loro pensieri e farli propri. Lowell mi ha conquistata al 100% e non vedo l'ora di saperne di più.
"Il tempo può invertire il suo corso.
Il futuro può cambiare le sue infinite strade".
Complimenti all'autrice che ha saputo regalarmi una lettura appassionante e molto riflessiva.
Alla prossima, Emanuela.
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