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lunedì 6 maggio 2019

Intervista a Imma Venturo autrice Csu.


Ciao Imma e grazie per essere qui con me oggi, ci siamo conosciuto grazie al Csu a Modena durante il Modena Buk, e devo dire che è stato un vero piacere. La tua storia mi ha colpita soprattutto per il coraggio e l'entusiasmo che ho sentito attraverso i tuoi racconti e le tue parole.
Tu non scrivi solo per te stessa ma soprattutto per mandare un messaggio forte a chi come te si trova o si è trovato ad affrontare un mostro travestito da disturbo alimentare. E' stata proprio questa tua esperienza di vita a farti scontrare con il mondo della scrittura o lo facevi anche prima? Raccontaci un pò.  Articolo + Intervista al Modena Buk

- Presentati a chi ancora non ti conosce, chi sei nel quotidiano, quali sono i tuoi hobby e le tue passioni?

Il mio nome è Imma Venturo in arte Immely, ho 40 anni, sono napoletana ma vivo in Svizzera da 6 anni. Ho un figlio Alessandro di 16 anni, che sto crescendo con tanti sacrifici e paure, questo dovuto anche alla mia infanzia poco felice. Non vorrei fare gli stessi errori di mia madre. Provengo da una famiglia dove vigevano le parole lavoro e fatica prima di tutto, c'erano anche amore e condivisione, forse avrei voluto averne di più ma non posso dire che siano mancate del tutto. Sono una persona semplice, ma tenace, infatti il fiore che mi rappresenta è il bucaneve.
Quando ero una bambina mio padre e mia madre lavoravano molto, non ho ancora capito se per la sete di soldi o se per paura di diventare poveri, me lo sono sempre chiesta, infatti quest’aspetto mi ha molto condizionato nella vita. Ho scelto di frequentare la scuola alberghiera per poter lavorare, guadagnare ed andare via presto, ho fatto tanti lavori, anche due contemporaneamente. La cameriera è stata sempre la professione che mi ha caratterizzata di più, anche se sono anche cuoca, rosticciera. Sono partita da lì e oggi mi ritrovo a lavorare come OSS in Svizzera, ma non sono sicura ancora che sia la professione del mio futuro. Ma il percorso per trovare me stessa non è ancora finito...quindi… ce ne saranno di sorprese.
Se mi dovessero chiedere che sogni ho...sarebbe ancora poco chiara la mia risposta. Uno dei miei sogni l’ho da poco realizzato, sono riuscita a pubblicare la mia autobiografia, dal titolo "SAZIARE LA BULIMIA", un diario sincero del mio percorso di cura in un centro di disturbi alimentari. Per l’altro sogno che ho, è tutto nella mia testa, ma devo ancora mettere in ordine le idee. Sicuramente l’uscita del libro ha portato in me una nuova linfa, e un illuminazione aiutare chi ha sofferto come me a non sentirsi solo.



Ho fatto molte domande ad Imma e lei si è raccontata come solo lei sa fare, con dolcezza, concretezza e semplicità eccovi le sue parole.

Il futuro, molto di più, il MIO futuro! La parola in questione potrebbe essere "RICONOSCIMENTO".
È difficile per me immaginare a 40 anni cosa succederà quando sarò "grande". Si perché io sto rinascendo, quindi è tutto in costruzione. Per ora è solamente un’immagine sfocata nella mia mente e nei miei sogni.
I sogni, sono la base del futuro di una persona, se non si vive inseguendoli, sarà una vita sprecata. La vita è stata vissuta veramente quando, riguardandosi indietro, si capisce di aver realizzato tutti i sogni di quando si era bambini. In realtà da bambina prima volevo fare l’architetto, poi ho capito presto che leggere, scrivere, viaggiare e fotografare il mondo era la mia passione, ma nella mia famiglia non c’era la cultura. Viaggiare scoprire le bellezze del mondo, le diverse culture, i volti delle persone. Amo la fotografia, perché mi aiuta a dare una cornice al mondo e a vedere le cose nella loro reale essenza. La fotografia è l'arte del vedere, è una lente di
ingrandimento attraverso cui ogni cosa bella diventa mozzafiato, e ogni cosa brutta diventa profonda e tagliente. Finché nutrirò questo sentimento forte, con un semplice click proverò a trasmettere le emozioni e le storie della vita. Ai nostri occhi è troppo spesso molte cose passano inosservate. Isolare una scena, un particolare, un pezzetto di mondo in una fotografia permette di vedere e apprezzare cose che in un contesto più ampio magari non verrebbero nemmeno percepite. Amo scrivere semplicemente perché mi fa sentire libera.
In ogni momento o a volte quasi mai. Amo farlo quando sono triste e quando sono felice, quando non voglio dire niente o quando voglio dire tutto.
Amo emozionare la gente, sperando che ciò che scrivo arrivi proprio dove deve arrivare, senza scorciatoie, ma dritto parola per parola.
Perché per me la scrittura è un mezzo per poter arrivare al cuore delle persone. In casa mia vivevano gli anti lettori per eccellenza, forse mio padre un pò meno, ma da mia madre ai miei fratelli, al mio ex marito e ora anche mio figlio, lo trovano noioso e inutile. Spesso mi rimproveravano quando tornavo a casa con un libro nuovo: "Ancora libri? Ma cosa te ne fai di tutti questi libri!"
 Perché mi piace leggere?
Ci sono così tanti motivi per cui una divora-libri come me adora leggere che sul momento non sapevo da quale iniziare. Così ci ho rimuginato sopra. Una scrittrice ha bisogno di carta e penna per potersi esprimere al meglio.
Quindi; perché noi lettori amiamo leggere?
Magari è dovuto anche a un fatto biologico e fisico, forse siamo dotati di un gene della lettura, e sicuramente è dovuta anche ad una certa influenza che hanno avuto certe persone (anche loro amanti dei libri) durante la nostra infanzia, forse un mio lontano antenato… Ma il resto è tutto merito nostro. Calcolate che mia madre non ha ancora letto il mio libro, e non so se lo farà.
A me non piace solo leggere, io adoro i libri! Adoro la loro forma, adoro la consistenza delle pagine e il loro profumo. Adoro tenere un libro tra le mani mirando e rimirando la copertina (soprattutto se è molto bella) Passare delicatamente l'indice sui caratteri del titolo se sono in rilievo e sfogliarlo. Sedermi su una comoda poltrona (o sdraiata sul letto) e immergermi nei mondi che i libri mi offrono. Adoro leggere perché la lettura mi permette di spegnere il cervello e di abbandonarmi totalmente alla storia, é come se in ogni libro cercassi uno spunto per migliorare la mia vita e quella di chi mi circonda.
Avvicinare i giovani?   Io ho anche un negozio on line perché adoro rendere felici le persone, e sicuramente questo farà parte del mio progetto, ed il web di sicuro ha un ruolo fondamentale. Non sono ancora molto brava e ho tanto da imparare ma in realtà ciò che mi manca è il tempo, per potermi dedicare al 100% a ciò che mi piace. Fin ora di sicuro il web mi ha aiutato a creare connessioni importanti, le ritengo fondamentali per la continuità della vita e dell’informazione, ovviamente ci sono anche gli aspetti negativi, ma questo credo fortemente dipenda dall’uso che l’uomo in quanto essere umano, ne fa.

- Com'è nata la tua collaborazione con il Csu, raccontaci un pò.

La collaborazione con CSU...Uno dei motti della mia vita è "NULLA AVVIENE PER CASO". Ero al salone della cultura di Milano a gennaio, per girare uno spot di tre minuti per il libro, quando girando tra i vari stand mi sono imbattuta in quello del CSU, e ne sono rimasta un pò folgorata, c’era vita, allegria, gente che rideva, ho preso un bigliettino e la sera stessa ho scritto una mail dove ho chiesto spiegazioni, che gentilmente mi sono state date, ho inviato la sinossi del mio libro ,l’hanno gradita, nonostante il mio sia un tema diverso da tutti gli altri, il che seleziona un pò il pubblico, però fa niente, perché mi sento bene con tutti loro, e c’è tanto da imparare da ognuno.

- Al momento stai scrivendo? Se si cosa?

Al momento non sto scrivendo, perché sto lavorando per costruire la versione migliore di me stessa, allenando la mia palestra dell’anima oltre che
quella fisica, per riuscire a dipingere questo quadro, a scolpire questa scultura...sono le metafore che uso per il percorso di crescita personale che sto facendo. Il progetto di scrittura prevede che le persone ricoverate con me mi scrivano una lettera raccontandomi cos’è stata la malattia, cos’è stata la terapia, e come si è oggi, vedremo.

- Manda un messaggio a chi leggerà l'intervista.

Che messaggio voglio mandare...il mio progetto sarà con donne per le donne.
Trovare la perfezione tra le proprie imperfezioni. È stato un attore italiano, il celebre Vittorio Gassman, a dire che “il senso delle nostre imperfezioni ci aiuta ad avere paura. Cercare di risolverle ci aiuta ad avere coraggio. "Esiste anche una terapia dell’imperfezione. Questo è lo scopo del mio progetto, ripeto è tutto da studiare ma la base sarà questa.
Imma in bocca al lupo per tutto e a prestissimo. Emanuela.




1 commento:

Unknown ha detto...

Grazie della tua professionalità e dolcezza.