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venerdì 3 novembre 2017

Giornata Intervista all'autore Cristiano Pedrini




Benvenuto Cristiano nel mio piccolo mondo, inizio subito con il chiederti:

Chi è Cristiano nella vita quotidiana, che tipo di persona sei?

Dunque… ho 45 anni, single, amante spassionato del cioccolato, bibliotecario e autore part-time… eccomi riassunto in poche parole!

Hai da sempre questa passione per la scrittura o è avvenuta più tardi? ci racconti un pò , da cosa hai cominciato se c'è stato qualcuno che ti ha spinto o ispirato?

I primi ricordi sul “piacere” dello scrivere” appartengono alla scuola elementare dove attendevo con impazienza l’ora del tema e viceversa odiavo quella di matematica! Poi dopo qualche breve esperienza giovanile ho avuto un blocco di oltre vent’anni, il classico blocco dello scrittore direi, che si è protratto molto a lungo e solo nell’estate del 2014 ho riscoperto, intatta, questa passione.

Hai altri hobby o passioni oltre alla scrittura?

Pochi per la verità, la lettura, il modellismo e il cinema ma la scrittura assorbe molto del mio tempo libero.

Che tipo di lettore sei? quali sono i tuoi autori preferiti, italiani e non?

Ammetto di non avere veri e propri autori preferiti… sono molto selettivo della lettura e prediligo di gran lunga la saggista, soprattutto quella storica.

Hai dei riti che svolgi abitualmente quando scrivi e leggi?

Mhmm riti forse no, sebbene come spesso accade ci sono degli aspetti della quotidianità che si ripetono appunto con precisione. Direi comunque che apprezzo scrivere con un sottofondo musicale che spesso scelgo in base a quello che sto appunto scrivendo.

Ricordi qual'è stata la cosa che hai scritto per prima in assoluto? la tieni gelosamente in un cassetto?

Tralasciando i racconti del periodo tra i 16 e i 24 anni che sono andati purtroppo perduti, la prima opera scritta dopo il  “famoso” blocco è stato “La teoria del Pettirosso” e sebbene sia rimasta nel cassetto per diversi mesi ora è libera di incontrare chiunque voglia leggere una storia semplice ma profonda al tempo stesso.
  
Ed ora veniamo ai tuoi libri, parlacene un pò presentaceli, che tipo di storie scrivi? c'è un filo conduttore che le accomuna?

I miei romanzi trattano come colonna portante il rapporto affettivo tra persone dello stesso sesso ma contrariamente a molte altre opere io non tratto questi sentimenti come “il problema” a cui unire intolleranza e ipocrisia per sviluppare la storia. Per la mia visione l’amore e l’affetto che lega due ragazzi non è il solo nocciolo della storia. Ad esso si intrecciano alcuni filoni: lo storico, con “Madras”, il drammatico con “sulle rive dei nostri pensieri”, il giallo con la trilogia “Opportunity-Rhapsody-Infinity”…
Quindi se un lettore vuole andare oltre e semplicemente leggere una storia libera da pregiudizi basati sull’orientamento sessuale sarà il benvenuto.
Oltre a questa esperienza sto lavorando ad alcuni soggetti di narrativa ed a una fiaba per bambini.

Quale se c'è, dei tuoi scritti ti ha fatto più dannare e perchè?

Forse è “Klein Blue” per alcuni suoi risvolti drammatici ama anche per la decisione di aver reso i luoghi dove si svolge la vicenda dei veri protagonisti capaci di entrare nella storia stessa. E’ stata una sfida scriverne alcune parti ed ancora oggi, rileggendole il trasporto e le sensazioni sono ancora integre ed immutate.
Qual'è invece quella a cui sei più legato?

Banalmente è proprio il primo, “La teoria del pettirosso” che mi ha permesso di infrangere quel blocco che mi teneva frenato.
 In quale dei tuoi personaggi ti identifichi maggiormente?
In molti di loro ci sono delle mie caratteristiche. Credo sia normale per ogni autore finire con l’infondere in qualcuno di essi dei tratti che sono propri, quasi a voler eternare una piccola parte si se. Ecco quindi che in essi si ritrovano quel senso di accudimento, il romanticismo, l’impulsività che riconosco come miei...

 Se potessi passare un'intera giornata nei panni di un qualsiasi personaggio letterario, chi sarebbe?

Bella domanda… forse Mark Twain. Mi vedrei a bordo di uno di quei sontuosi battelli che solcavano le acque del Mississippi… però confesso che potrei essere molto influenzato in questa scelta visto che il mio ultimo romanzo si svolge proprio in quel luogo!

Da quando hai iniziato a scrivere ad oggi, com'è cambiato il tuo modo di scrivere o il tuo modo di approcciarti alla scrittura?

Beh, scrivere come molte altre passioni è di per sé una crescita, interiore ed esteriore e come tale, sebbene non credo muti in modo sostanziale il modo o l’approccio alla scrittura, è pur vero che il tempo ci permette di ampliare i nostri orizzonti e il modo in cui vediamo, sentiamo e trasmettiamo quel che siamo.

C'è qualcosa che cambieresti o modificheresti nel mondo editoriale? cosa ne pensi delle ce e invece del self?

Lavorando in una biblioteca direi di si. Questo mondo porta con se tutti i risvolti negativi della nostra società italiana dove il merito spesso è invisibile.
Sul tema CE-Self Avendo pubblicato con entrambi credo che ci siano dei pro e dei contro soprattutto riguardo al modo di lavorare delle CE più grandi. Il Self ti lascia la piena padronanza di costruire qualcosa che davvero ti appartiene e non si tratta di scendere a compromessi o meno. Questo già lo facciamo quando lavoriamo alla storia, ma lo facciamo con noi stessi, che siamo i più convinti sostenitori di ciò che siamo e i più feroci avversari di quel che vogliamo… insomma può essere una buona palestra a patto di sapere che esso richiede più impegno e autocritica.

Infine, ringraziandoti per il tempo che ci hai dedicato ti chiedo, se ti va di lasciare un commento  o una frase dedicata a chi ti leggerà!

Vi lascio con questi pensieri che riassumono i miei romanzi…

OPPORTUNITY: opportunità

RHASPODY: lo specchio di noi stessi

INFINITY: accettarsi per quel che siamo

KLEIN BLUE: il sottile confine tra bene e male

LE REGOLE DI HIBIKI:  saper vivere la propria educazione 
sentimentale

BUON NATALE HIBIKI: ciò che siamo è ciò che ci contraddistingue

I SENTIERI DI HIBIKI: sapersi perdonare per quel che siamo

MADRAS: il bene più prezioso è ciò che vogliamo essere

LA TEORIA DEL PETTIROSSO: il vero amore fiorisce sulle imperfezioni

SULLE RIVE DEI NOSTRI PENSIERI: quanto è lungo il viaggio alla ricerca di noi stessi

Alla prossima, Emanuela.

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