A TU PER TU CON ELIDE
CERAGIOLI , ecco cosa dice di sé :
Buongiorno
a tutti, mi chiamo ELIDE CERAGIOLI e vi parlo un po’ di me: ho 62 anni,
nella vita sono moglie da 35 anni, ho due figli (Andrea dell’87 e Chiara
dell’89); sono medico neuropsichiatra infantile ed amo profondamente la mia
professione; occupo il tempo libero in attività di volontariato insieme a mio
marito.
Le
mie passioni sono i viaggi e i libri. Fin da piccolissima sono un’accanita
lettrice e da sempre amo scrivere, soprattutto storie: e così nascono i miei
racconti e i miei romanzi.
Non
sopporto l’ignoranza, l’arroganza e lo stare senza far niente.
I
miei autori preferiti sono: Chesterton, Guareschi, Morris West, Baricco,
Catherine Dunne, Rex Stout, Georges Duby e molti altri. Ognuno legato ad un
periodo, ad una ricerca o ad un genere particolare.
Avevo
pubblicato il mio primo libro (Cristiana a modo mio) poco più che
ventenne, negli anni ’70, poi matrimonio, laurea, figli, specializzazione e
lavoro mi hanno assorbita totalmente. Negli anni novanta ho ripreso la penna in
mano per scrivere favole per i miei figli: il motore si è riavviato ed ora non
sono più in grado di fermarlo. Dalle favole sono passata ai racconti per
adulti: ne ho scritto decine e molti sono stati premiati in concorsi letterari;
ne ho pubblicato due raccolte, che però al momento sono esaurite.
Dopo
tanti racconti di genere ed ambientazione diversi, mi sono cimentata con due
romanzi storici: “La libertà delle foglie morte” (Berlino, 1935,
leggi razziali) e “Il falco e il falcone”, (Medio Evo, Ruggero da
Flor, templari, bacino mediterraneo, secolo XIII). Lavori che mi hanno dato
tante soddisfazioni, ma che sono decisamente gravosi, soprattutto per la
ricerca e la documentazione necessarie. Sicuramente impegnativi, in particolare
il secondo, anche per il lettore.
Volevo offrire ai miei
lettori qualcosa di piacevole, interessante e positivo, ma che fosse meno
impegnativo per me nella ricerca documentale e accessibile ad un pubblico
ampio. Da divoratrice di gialli ho pensato che un romanzo giallo fosse la
proposta giusta. Ero giovane all’epoca del “mostro di Firenze”; all’epoca
avevano ipotizzato di costituire una super-squadra per indagare sui delitti del
mostro, ma nella realtà è rimasta solo un’idea… allora ho deciso che “La
Squadra” la inventavo io. In “Non sai mai chi puoi incontrare” la
squadra si forma, proprio a Firenze e compie la sua prima grande indagine in
Toscana. Continuerà ad operare nei tre romanzi successivi. “Mele marce per la
squadra” parte dalla richiesta di aiuto che la mamma torinese rivolge
all’ispettore Dallolio per denunciare che il giovane figlio carabiniere è
scomparso in Sicilia. Con “Le tentazione dell’ispettore Dallolio”lo scenario è tutto torinese, perché la squadra è chiamata ad indagare nell’ambiente delle sette sataniche. “Fuori dalla tela del ragno” chiude la serie: indagando su un serial-killer che agisce in posti diversi, ma con epicentro Roma, la squadra è il suo epilogo a Firenze dove era nata… ma non è morta!
Subito
dopo la serie giallo-poliziesca ho pubblicato due piccoli volumi. “San
Galgano”: la storia del santo che ha lasciato la spada nella roccia
(vincitore) del 1° premio Arnanah. “Il presepe di Francesco”: la
storia illustrata della nascita del presepio ad opera del santo di Assisi; la
vendita è stata fatta per sostenere i terremotati marchigiani del 2016.
Entrambi i volumi, a modo loro, appartengono al genere storico.
L’ultimo libro edito, ad oggi, è “L’uomo
che parlava alle pietre”. Si tratta di un romanzo ambientato all’età
della pietra, illustrato con 30 magnifici disegni a colori di Elena De Giorgi e
ricco di umanità e valori universali (la famiglia, l’amicizia, la solidarietà,
la condivisione, l’anelito di sapere, …), ma con scritto con il ritmo di un
film d’azione.
Ogni
personaggio dei miei scritti è, in qualche modo, qualcuno che ho realmente
incontrato, anche se poi la mia fantasia lo proporrà al lettore rispecchiando
quello che sento in quella situazione.
Sicuramente
nei miei personaggi c’è molto di me, della mia esperienza di donna, moglie,
mamma e medico psicoterapeuta, ma non penso di rispecchiarmi in uno in
particolare. Per molti personaggi dei miei libri, invece, mi sono ispirata a
persone che conosco. Per esempio, tra i componenti della squadra c’è Gabriella,
una mia carissima amica e per l’ispettore piemontese Carlo Dallolio (per i
colleghi Dalloliorompicoglionicarlo) mi sono riferita a mio marito.
Penso
che chi scrive lo faccia perché ha qualcosa da offrire, da dire, da comunicare.
Ovviamente
i lettori vanno raggiunti, coinvolti e interessati, conquistati.
Se
fossi un libro vorrei essere «Il nome
della rosa». C'è una bella scrittura, ricchezza di vocabolario, un pizzico di
mistero da indagare, una certa dose di spiritualità .
Per
l’immediato futuro ho in cantiere la pubblicazione di un romanzo, che ho
terminato da poco. Sono tornata nel Medio Evo spostandomi in Germania nel
secolo XII e ho scritto una storia dai tratti gialli, ma con protagonista
Ildegarda di Bingen ed i personaggi che le stavano attorno all’epoca.
Ora l’idea è di tornare al giallo, riprendendo quel
che restava di LA SQUADRA e cominciare un nuovo ciclo con personaggi vecchi e
nuovi.
Alla prossima , Pia.
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