}

martedì 15 agosto 2017

Rubrica Emergenti - Elide Ceragioli - By Pia Sella



A TU PER TU CON ELIDE CERAGIOLI  , ecco cosa dice di sé :

Buongiorno a tutti, mi chiamo ELIDE CERAGIOLI e vi parlo un po’ di me: ho 62 anni, nella vita sono moglie da 35 anni, ho due figli (Andrea dell’87 e Chiara dell’89); sono medico neuropsichiatra infantile ed amo profondamente la mia professione; occupo il tempo libero in attività di volontariato insieme a mio marito.
Le mie passioni sono i viaggi e i libri. Fin da piccolissima sono un’accanita lettrice e da sempre amo scrivere, soprattutto storie: e così nascono i miei racconti e i miei romanzi.
Non sopporto l’ignoranza, l’arroganza e lo stare senza far niente.
I miei autori preferiti sono: Chesterton, Guareschi, Morris West, Baricco, Catherine Dunne, Rex Stout, Georges Duby e molti altri. Ognuno legato ad un periodo, ad una ricerca o ad un genere particolare.
Avevo pubblicato il mio primo libro (Cristiana a modo mio) poco più che ventenne, negli anni ’70, poi matrimonio, laurea, figli, specializzazione e lavoro mi hanno assorbita totalmente. Negli anni novanta ho ripreso la penna in mano per scrivere favole per i miei figli: il motore si è riavviato ed ora non sono più in grado di fermarlo. Dalle favole sono passata ai racconti per adulti: ne ho scritto decine e molti sono stati premiati in concorsi letterari; ne ho pubblicato due raccolte, che però al momento sono esaurite.

Dopo tanti racconti di genere ed ambientazione diversi, mi sono cimentata con due romanzi storici: “La libertà delle foglie morte” (Berlino, 1935, leggi razziali) e “Il falco e il falcone”, (Medio Evo, Ruggero da Flor, templari, bacino mediterraneo, secolo XIII). Lavori che mi hanno dato tante soddisfazioni, ma che sono decisamente gravosi, soprattutto per la ricerca e la documentazione necessarie. Sicuramente impegnativi, in particolare il secondo, anche per il lettore.
Volevo offrire ai miei lettori qualcosa di piacevole, interessante e positivo, ma che fosse meno impegnativo per me nella ricerca documentale e accessibile ad un pubblico ampio. Da divoratrice di gialli ho pensato che un romanzo giallo fosse la proposta giusta. Ero giovane all’epoca del “mostro di Firenze”; all’epoca avevano ipotizzato di costituire una super-squadra per indagare sui delitti del mostro, ma nella realtà è rimasta solo un’idea… allora ho deciso che “La Squadra” la inventavo io. In “Non sai mai chi puoi incontrare” la squadra si forma, proprio a Firenze e compie la sua prima grande indagine in Toscana. Continuerà ad operare nei tre romanzi successivi. “Mele marce per la squadra” parte dalla richiesta di aiuto che la mamma torinese rivolge all’ispettore Dallolio per denunciare che il giovane figlio carabiniere è scomparso in Sicilia. Con “Le tentazione dell’ispettore Dallolio
 lo scenario è tutto torinese, perché la squadra è chiamata ad indagare nell’ambiente delle sette sataniche. “Fuori dalla tela del ragno” chiude la serie: indagando su un serial-killer che agisce in posti diversi, ma con epicentro Roma, la squadra è il suo epilogo a Firenze dove era nata… ma non è morta!
Subito dopo la serie giallo-poliziesca ho pubblicato due piccoli volumi. “San Galgano”: la storia del santo che ha lasciato la spada nella roccia (vincitore) del 1° premio Arnanah. “Il presepe di Francesco”: la storia illustrata della nascita del presepio ad opera del santo di Assisi; la vendita è stata fatta per sostenere i terremotati marchigiani del 2016. Entrambi i volumi, a modo loro, appartengono al genere storico.
L’ultimo libro edito, ad oggi, è “L’uomo che parlava alle pietre”. Si tratta di un romanzo ambientato all’età della pietra, illustrato con 30 magnifici disegni a colori di Elena De Giorgi e ricco di umanità e valori universali (la famiglia, l’amicizia, la solidarietà, la condivisione, l’anelito di sapere, …), ma con scritto con il ritmo di un film d’azione.
Ogni personaggio dei miei scritti è, in qualche modo, qualcuno che ho realmente incontrato, anche se poi la mia fantasia lo proporrà al lettore rispecchiando quello che sento in quella situazione.
Sicuramente nei miei personaggi c’è molto di me, della mia esperienza di donna, moglie, mamma e medico psicoterapeuta, ma non penso di rispecchiarmi in uno in particolare. Per molti personaggi dei miei libri, invece, mi sono ispirata a persone che conosco. Per esempio, tra i componenti della squadra c’è Gabriella, una mia carissima amica e per l’ispettore piemontese Carlo Dallolio (per i colleghi Dalloliorompicoglionicarlo) mi sono riferita a mio marito.
Penso che chi scrive lo faccia perché ha qualcosa da offrire, da dire, da comunicare.
Ovviamente i lettori vanno raggiunti, coinvolti e interessati, conquistati.
Se fossi un libro  vorrei essere «Il nome della rosa». C'è una bella scrittura, ricchezza di vocabolario, un pizzico di mistero da indagare, una certa dose di spiritualità .
Per l’immediato futuro ho in cantiere la pubblicazione di un romanzo, che ho terminato da poco. Sono tornata nel Medio Evo spostandomi in Germania nel secolo XII e ho scritto una storia dai tratti gialli, ma con protagonista Ildegarda di Bingen ed i personaggi che le stavano attorno all’epoca.
Ora l’idea è di tornare al giallo, riprendendo quel che restava di LA SQUADRA e cominciare un nuovo ciclo con personaggi vecchi e nuovi.



Alla prossima , Pia.



Nessun commento: