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lunedì 4 gennaio 2021

Recensione - Memoria di un certo legame - di Danka Braun

 


Titolo: Memoria di un certo legame

Autrice: Danka Braun

Editore: Cignonero

Pagine: 277

Data di uscita: 15 Ottobre 2020


Sinossi

1989. In una Polonia stretta nella morsa del comunismo, Renata, venticinquenne istruita e proveniente dal ceto medio, si innamora di Robert, che di anni ne ha ventinove.

Robert sembra il principe azzurro: ricchissimo, bellissimo, brillante e con un luminoso futuro da stimato chirurgo. Ma Robert è anche un cinico manipolatore, un maschilista che usa le donne per il proprio piacere. E con lei è chiaro fin da subito: non cerca nulla in più di un’avventura per tenere impegnate le giornate che mancano alla sua partenza per Boston, dove lo aspetta una delle più rinomate cliniche statunitensi. Renata sa che dovrebbe stargli lontana, ed è lui stesso a dirle che dovrebbe disinnamorarsi e alla svelta. Ma non può fare a meno di sperare che quegli incontri di passione che li uniscono per poche ore alla settimana, si trasformino in qualcosa di più, una storia d’amore degna di un romanzo.

2000.

Undici anni dopo, Renata, vedova e con un figlio a cui badare, ha dimenticato quella storia durata pochi mesi. La Polonia sta risorgendo dalle sue stesse ceneri, e anche per lei si prospetta una vita nuova: sta per risposarsi con Andrzej, un uomo fedele e tranquillo che sarà un ottimo padre adottivo per il suo bambino. Tutto sembra andare a gonfie vele fino a quando, alla festa per il loro fidanzamento, Andrzej si presenta con un vecchio amico che non vedeva dai tempi del liceo: Robert.

A Renata basta guardarlo per capire che la chimica tra loro è rimasta immutata, che quei pochi mesi trascorsi insieme hanno significato più di quanto voglia ammettere. Robert, ormai quarantenne, ha lo stesso fascino ambiguo di undici anni prima. Ma Renata non è più la ragazzina ingenua di una volta. Non è più disposta a cedere, sa come non farsi manipolare.

Ci sono certi legami che pur impossibili, superano ogni barriera, abbattono i muri. Anche quelli del tempo, anche quelli del cuore.

Recensione

Con questa lettura ho chiuso il vecchio anno e sono entrata nel nuovo e diciamo che per me è stata una lettura adatta a questa transazione per via delle sensazioni tiepide e un po’ contrastanti che mi ha dato.

“Era il mio maestro, il mio signore, il mio padrone.  E io ero la sua schiava, la sua odalisca. Obbedisco ai suoi ordini prima ancora che si traducessero in parole. Ero pronta a fare tutto il possibile per compiacersi, per renderlo felice,

e in un angolo nascosto e oscuro del mio cuore continuavo a sperare che prima o poi si sarebbe reso conto  di amarmi.

Prima o poi avrebbe capito di voler stare con me.”

La trama non mi ha convinta del tutto e questo perché non c’è stato niente che mi ha colpita particolarmente. Come detto sopra, l’ho trovata tiepida, con i personaggi non sono riuscita a creare un legame sincero e diretto, solo con la protagonista e solo per quanto riguarda alcune sensazioni pensieri o emozioni ho potuto allacciare una sorta di comprensione ed empatia. Leggo spesso di bad boy, arroganti e diciamolo parecchio stronzi e solitamente sono i miei preferiti, ma stavolta Robert non mi ha per niente conquistata, anzi, mi ha irritata per l’intera lettura, non so spiegarvi cosa non abbia funzionato con lui, so soltanto che freddezza e fastidio sono state le sensazioni principali quando leggevo di lui.

Per quanto riguarda lo stile dell’autrice qui posso dire che mi è piaciuto, la narrazione nonostante la trama è sempre stata scorrevole e fluida, grazie ai ricordi e ai continui passaggi tra passato e presente, ha dato ritmo e dinamicità alla storia.

In conclusione posso dire che l'autrice mi ha convinta e sicuramente la leggerò ancora, ma purtroppo la sua storia no.

A presto Emanuela.


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