Titolo: Mafalda e le sue
disavventure: Il Cantropodo
Autore: Francesca Ottaviani
@instabettybook
Genere: cozy mystery
Prezzo ebook: 0,99 € In pre-order
dal 16-11-2020
Prezzo cartaceo: 11,50 €
Data di uscita 22-01-2021
Trama
Mafalda è una donna in
carriera, di una bellezza non convenzionale, un misto tra pantofolaia fuori
moda e Carmen Sandiego, ma goffa e maldestra come pochi; proprio non è al passo
con la fine degli anni ‘90. È sempre alla ricerca di nuove avventure e nel
paesino di Arpa, che da poco l'ha accolta, si annoia facilmente. Il suo lavoro
di crisis manager le permette di viaggiare in tutto il mondo e affrontare
progetti sempre nuovi. Nella vita di tutti i giorni, però, sfrutta qualsiasi
occasione per mettersi nei guai. Odia tutto di Arpa, a esclusione del suo
lavoro e del novello ispettore di polizia, Giorgio Penta, per il quale ha
decisamente una cotta. Arpa è piccola, piena di tradimenti, pettegolezzi e
casalinghe disperate, ma dopo il terzo anno che Mafalda è lì, pur non volendo
ammetterlo, comincia ad apprezzare la piccola comunità. Quasi il genere umano
le appare più tollerabile in quell’angolo di mondo... Analizzando quello che le
sembra un nuovo e succulento indizio per un’avventura, si caccia nell'ennesimo
guaio, imbattendosi nel Cantropodo. Cosa si celerà dietro questa parola
sconosciuta? Tra misteri, omicidi e amori, la nostra Mafalda ne combinerà di
tutti i colori.
Dettagli
sul genere cozy mystery: Il cozy mystery è quello che in italiano potremmo definire “giallo da
ombrellone”, ossia un giallo con atmosfere frizzanti. Il termine cozy
letteralmente si traduce come “accogliente”. Questo perché mancano la parte
ansiogena dei thriller e le scene di violenza esplicita. Ci sono invece scene
divertenti, omicidi e non manca un pizzico di rosa.
Solitamente, è presente un’investigatrice amatoriale
che nella vita fa ben altro.
In questo libro, Mafalda è un così detto tagliatore di
teste e nel tempo libero fa l’impicciona.
Spesso al fianco dell’eroina di turno appaiono membri
delle forze di polizia locali. In “Mafalda e le sue disavventure” è l’ispettore
Giorgio Penta a mantenere le redini dell’indagine. È alto, bello e pensa solo
al lavoro… e Mafalda ha una spaventosa cotta per lui.
Estratto
Mafalda, ancora ignara che un giorno tutti avrebbero saputo chi fosse e
forse avrebbero perfino raccontato di lei, girava per i lunghi corridoi della
biblioteca come un'anima in pena. Era una donna che si avvicinava alla soglia
dei trenta, capelli rossi e ondulati che si poggiavano delicatamente sulle
forti spalle, occhi azzurri e carnagione chiarissima, quasi angelica. Sembrava
una donna d’altri tempi, proprio non era adatta ai tempi moderni. Sicuramente
non rispettava i canoni di bellezza di quegli ultimi anni Novanta. Era alta un
metro e sessantacinque per settanta generosi chili. Non era grassa, ma formosa
e muscolosa quanto un tronco di quercia. Aveva un naso con profilo greco, così
diceva lei, e sopracciglia folte.
Un cappello era poi l'immancabile cornice della sua figura. Ne aveva di
tantissime fogge: a falde larghe, di paglia, modello borsalino, bombetta,
fedora, panama...
Il suo preferito era il copricapo a cloche, tipico degli anni ‘30 e a forma di
campana. Tolta la sua goffaggine e la completa inconsapevolezza di sé,
somigliava vagamente a Carmen Sandiego, protagonista di un videogioco anni ‘80,
ispanica, capelli ondulati e scuri, ladra internazionale di buon cuore con
guanti neri, borsalino e trench rossi.
Mafalda Carta era uscita nel cuore della notte e si era intrufolata, come
spesso faceva, nella biblioteca pubblica del suo paesino, Arpa. “Viveva” lì da
circa tre anni; aveva lasciato il suo passato a Roma e si era trasferita, con
armi e bagagli, ad appena due ore dalla metropoli. Nella realtà dei fatti,
sarebbe più giusto dire che soggiornava ad Arpa, dato che non aveva voluto
vendere la casa a Roma e la teneva sfitta, pronta a ospitarla ogni volta che si
sentiva smarrita senza una boccata di smog e una buona dose di traffico.
Arpa era un tipico esempio di impianto urbanistico romano, con lo schema
organizzato su due assi principali ortogonali, il cardo e il decumano, che si
incontravano al centro del paese, dove si trovava Piazza Oleandro, orgoglio del
sindaco Marco Falerio.
Alle 4:00 del mattino, la Rossa saliva ancora le scale a pioli premute contro
gli altissimi scaffali della biblioteca “Enrico Fermi” per consultare libri e
libri, tutto per riuscire a capire cosa fosse mai quella parola, “CANTROPODO”,
intercettata mentre, distesa sul letto, ascoltava le conversazioni dei vicini
per prendere sonno. La migliore cura contro l'insonnia per lei erano proprio le
barbose e insulse chiacchiere dei paesani. In modo poco ortodosso, aveva
impiantato un radiotrasmettitore sulla torretta telefonica che raggruppava
tutti i dispositivi del paese e con quello ogni sera si sintonizzava su varie
frequenze, talvolta per prendere sonno, talvolta alla ricerca di qualcosa che
le facesse sembrare la sua esistenza meno tediosa.
“Non sai quanto è brava la mia bambina” aveva detto la signora Tarpa, odiosa
vicina. “Gli altri bambini in confronto a lei sembrano dei poppanti. Sentissi
che voce da usignolo”.
Mafalda, che la voce di tale “usignolo” la sentiva ogni pomeriggio durante le
prove di canto, era più propensa a immaginare la bimba come un grosso e grasso
uccellaccio spelacchiato con il collo incastonato nel busto, che gracidava a
mo’ di Albanella pallida: un rapace, che però fa il verso di un rospo, seppure
più acuto.
“Io credo che lui mi tradisca”, aveva frignato la signora Gilda parlando del
suo ultimo toy-boy. Per quanto ne sapesse la Rossa, l'attuale tresca era con un
certo Oscar. Lei non lo aveva mai visto e conosceva giusto di vista la
compaesana, ma si vociferava stesse con un uomo tanto più giovane, bello e
tenebroso. Quello era il gossip più succoso in circolazione. Non si riusciva a
far a meno di ascoltare qualcuno che diceva la sua in proposito ovunque si
andasse: dal parrucchiere, all'alimentari, in edicola…
Pareva che la signora Gilda avesse un’età compresa tra i quaranta e... i
sessant'anni, ben mistificata dagli strati di trucco e Dio solo sa cos'altro e
aveva un giro di pretendenti in costante evoluzione.
“Ehi, amico, si balla stasera?” aveva chiesto il giovane Almo, figlio della
signora Molla e del signor Brown, ex militare americano.
Mafalda trovava piuttosto simpatico Almo, giovane baldanzoso che era stato tra
i primi ad accoglierla al suo arrivo in paese. Con lui e la sua famiglia
condivideva una parete della sua villetta a schiera.
A forza di cambiare continuamente frequenza, qualche ora prima, la Rossa aveva
intercettato una voce grave e ovattata; quella stava sussurrando qualcosa di
incomprensibile. Aveva cercato di ristabilire il contatto perso e le uniche
cose che era riuscita a sentire erano state “CANTROPODO, TOP-SECRET, PERICOLO”.
Biografia
Non mi
piace troppo parlare di me e quindi sia questo libro che il precedente
contengono come biografia degli episodi di vita legati alla mia passione per la
scrittura… che spiegano un po’ come mi sono ritrovata a questo punto, avendo
pensato di fare tutt’altro nella vita. In linea di massima, la mia carta
d’identità mi dà più anni di quel che mi sento e la mia città natale, Roma, fa
parte della mia essenza. Ho un rapporto di amore e odio con la mia amica
Ispirazione, che immagino come un drago mansueto che all’occorrenza sputa
fuoco.
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