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mercoledì 9 dicembre 2020

Segnalazione - Aggiungi un desiderio, Novella natalizia legata a Lasciami Perdere - di Barbara Morini

 


TITOLO: Aggiungi un desiderio

AUTORE: Barbara Morini

EDITORE: Words Edizioni

GENERE: Novella natalizia

FORMATO: Ebook (1,99) - Cartaceo (10,90)

RELEASE DATE: 09.12.2020 

DISPONIBILE SU AMAZON

E IN TUTTE LE LIBRERIE

 

Un fiocco di neve si posò sul cachemire che gli rivestiva la spalla.

Fragile e perfetto, gli ricordò la persona di cui si era innamorato.


Steno Reggiani non è un grande fan delle persone. Di professione ginecologo, con un divorzio alle spalle, ritrova l’amore grazie a una fata dalle ali spezzate: Francesca, la segretaria brutta e sfigata assunta quasi per caso. Ma Steno Reggiani non è un grande fan neppure del Natale. Solo che, come nella migliore delle rivisitazioni del celeberrimo Canto di Natale, è con il Natale e con se stesso che il novello Scrooge si troverà a fare i conti.

Sei giorni di Natale che segnano la sua trasformazione come uomo. Sei differenti episodi che raccontano chi era Steno prima, ma soprattutto chi è diventato, passando per l’attesa, la fragilità dell’animo umano, l’irriverenza e la speranza. Una full immersion in quel mondo tutto suo, senza righe sopra cui stare, che ha reso questo personaggio un’icona.

Una piccola novella, breve ma intensa, che ci trascina nel pieno dell’atmosfera natalizia. Anche contro la volontà dello stesso protagonista.

 

TRAMA

 

Cosa fa un uomo che detesta il Natale quando realizza che il suo più grande desiderio è passarlo con la persona che ama? Tra lettere per Babbo Natale disilluse, addobbi improbabili, invitati fuori posto e genitori invadenti, torna Steno Reggiani, l’irriverente ginecologo innamorato della fata che gli ha conquistato il cuore. Con lui ritroveremo molti dei personaggi di Lasciami Perdere, compresa la Contessa, la fata madrina più eclettica di sempre. Dopo Aggiungi un desiderio, il Natale non sarà più come prima. Nemmeno per Steno Reggiani.

L’AUTRICE


Barbara Morini è lo pseudonimo con cui una anonima impiegata della provincia di Treviso ha deciso di pubblicare il suo primo libro. Nata nello stesso anno della mitica Route americana, è cresciuta a pane, libri e musica ascoltata tra radio e musicassette. Animata dal fuoco della passione per la lettura, ha passato l’adolescenza in compagnia dei classici. Negli anni ‘90 ha iniziato ad attraversare mondi sconosciuti con la letteratura fantasy e per ragazzi. All’inizio del nuovo millennio si è approcciata al mondo del romance, senza abbandonare gli altri generi. Senza davvero crederci fino in fondo ha scritto e pubblicato Lasciami Perdere, la sua prima storia su Wattpad, che ha riscosso un successo incredibile e si è poi trasformata nel suo primo romanzo, edito Words Edizioni.

Aggiungi un desiderio è una novella natalizia, legata a Lasciami Perdere.

 

ESTRATTI

 

1.

«Mi sono sempre chiesta perché tu abbia questa avversione al Natale» si interrogò la segretaria mentre sistemava pacchi e sacchetti che rappresentavano l’ennesimo bottino destinato a rimanere inalienato.

«Non è una patologia grave, credimi. E comunque, come mai questo interesse solo adesso?» Steno si era tolto il camice e aveva indossato un maglione con scollo a V sopra la maglietta bianca a girocollo: in borghese avrebbe fatto sdilinquire qualsiasi donna, eppure Francesca restava impermeabile al suo fascino.

«Prima con me non parlavi. Non ti ricordi? Mi hai assunta perché ero brutta e sfigata» lo rimbeccò lei sorridendo.

«Touché! Porca puttana, non dovevo dirtelo!» Steno la rivide seduta fra i pois, mentre in lacrime rideva della sua confidenza. Se avesse chiuso gli occhi, sarebbe stato in grado di sentire la sua consistenza mentre l’abbracciava. Quel desidero lo prendeva ogni tanto e, puntualmente, costringeva se stesso a respingerlo.

 

 

2. «Steno, tesoro. Non era più opportuno il completo di Ralph Lauren per una occasione come questa?» Eccola, pronta a rimarcare l’outfit sportivo e comunque impeccabile con cui il figlio si era presentato, composto da una camicia bianca, le cui maniche e il colletto facevano capolino da un maglioncino in lana di cachemire pettinata e di una adeguata nuance ton sur ton con il pantalone slim grigio.

«Perdonami, mamma. Non credevo ci fosse il red carpet» le disse, abbassandosi per trovarla e lasciare due finti baci a distanza per ciascuna delle guance.

Qualcuno, alle sue spalle, trattenne una risata.

Lo sguardo di Steno percorse la tavola imbandita e si posò su qualcosa che non c’entrava proprio niente col resto, anzi strideva del tutto: una donna.

Da quando aveva una sorella e non lo sapeva? Nessuno lo aveva informato di avere nemmeno una cugina, i suoi erano a loro volta figli unici. Perciò, che ci faceva lì una donna il giorno di Natale?

 

 

3. Non si era mai appoggiata a nessuno e nemmeno aveva cercato rifugio se non in se stessa. Caduta, oppressa dal peso altrui, si era sgravata da sola: ogni pulviscolo di paura sollevato, ogni grammo di insicurezza gettato.

Lei era quella forte. Lottava contro un ricordo che le aveva marchiato la pelle e confuso l’anima e la ragione. E stava vincendo.

Cosa contava di più?

Lei, solo lei. 

Quanti giorni erano passati all’ultima volta in cui l’aveva vista? Centonovantotto.

E dire che una volta avrebbe riso di quella debolezza che adesso gli opprimeva il petto.

Debole, sì. Era stato un debole.

Perché l’amava, e l’amore gli aveva chiesto il conto: attenderla ancora un giorno, e poi un altro ancora.

 

 

4. «Lo sai? La Contessa mi disse che nessuno di noi poteva volare con un’ala sola. Ebbene si sbagliava: tu sei entrambe lei mie ali Francesca, io non riuscirei a volare se non tenendomi a te.»

Steno aveva uno strano modo di dichiararle il suo amore.

Aveva pronunciato una sola volta le parole Ti amo, e la stessa dichiarazione era stata affidata al vento, su una spiaggia. Ma quella Francesca non l’aveva udita e mai, da allora, l’aveva proferita di nuovo.

A coniugare un verbo, diceva sempre, sono capaci tutti, ma amare in ogni declinazione prevede un impegno che parte da un cuore per toccare un’anima. E lì, le parole non servono affatto.

 


 


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