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venerdì 17 gennaio 2020

Intervista a Sveva Casati Modignani


Oggi sono particolarmente emozionata, come in tanti ormai sanno il blog è stato dedicato a mia mamma Marilena scomparsa nel 2011, lei è la mia musa e colei che mi ha trasmesso l’amore per i libri.
Oggi ho il grande onore di intervistare per voi un’autrice che lei amava e leggeva, quindi grazie infinite a Sveva Casati Modignani per la disponibilità.


La scrittura ha sempre fatto parte della sua vita o è un qualcosa che ha scoperto nel tempo? Ha qualche ricordo in tal senso, prime cose scritte, esperienze etc.?
Cos’è per lei la scrittura? Cosa le ha dato e cosa ha richiesto in cambio?

Se avesse letto i miei tre libri autobiografici, saprebbe come quando e perché. 
Comunque, sì, la scrittura è sempre stata una necessità della mia esistenza. Scrivevo fiabe da bambina, sono stata giornalista in seguito e, dopo anni di tentativi falliti, nel senso che cestinavo tutto quello che scrivevo, perché consideravo quelle pagine insoddisfacenti, nell'1981 sono finalmente riuscita a scrivere il mio primo romanzo che è stato Anna dagli occhi verdi. 
Il resto è venuto da solo.
Raccontare storie è un modo di esprimermi che mi dà molto piacere. Credo che lo stesso piacere si rifletta su chi le legge. Dunque mi considero una persona fortunata, perché trascorro i miei giorni in compagnia di personaggi sempre nuovi e stimolanti, quelli dei miei romanzi.


Al giorno d’oggi con la nascita di piattaforme digitali, è molto semplice e addirittura aperto a chiunque il mondo della pubblicazione (il self) cosa ne pensa? Crede che chiunque può scrivere o diventare scrittore o di base ci deve essere una predisposizione o come lo chiamo io un dono?

È necessario distinguere tra saper scrivere e saper raccontare. Chi sa raccontare deve anche saper scrivere. Chi sa scrivere, non necessariamente conosce l'arte misteriosa dell'affabulazione che è un dono, come la musica, la pittura e così via.

Ora veniamo ai suoi libri, tantissime storie che hanno fatto sognare i suoi lettori, c’è un qualcosa che crede le leghi, una costante, presente in ognuna
e che abbia contribuito a farla amare e apprezzare?

È vero, le lettrici e i lettori amano la Sveva e credo dipenda dal fatto che la Sveva, come tutti i narratori, soddisfa il bisogno di affabulazione è insito nell'essere umano che, fin dai tempi dell'età della pietra, raccontava storie con i graffiti rupestri. E da lì, l'umanità non ha mai cessato di nutrirsi di storie.

Sicuramente ogni storia sarà legata ad un momento più o meno importante o significativo per lei, ce né una in particolare a cui è più legata e che le ha dato più soddisfazioni, ci racconta?

I miei romanzi non sono legati a eventi importanti della mia vita, ma a quelli della vita degli altri, ai cambiamenti della nostra società, alla storia del riscatto delle donne, dopo secoli di sudditanza all'uomo.
Ogni storia regala a me che la scrivo, e a chi la legge, la gioia di una nuova avventura. Ogni romanzo è come un figlio e, bello o brutto che sia, io lo amo.

La difficoltà più grande incontrata negli anni della sua carriera?

In quella che lei chiama carriera e io definisco l'arco della mia esistenza, non ho mai difficoltà. Devo confessarle un segreto: io scrivo con la stessa naturalezza con cui respiro.

Da lettrice cosa ama e cosa invece evita? Che storia la sta accompagnando in questo caldo Agosto?

Vado a periodi. Da sempre amo leggere i romanzi polizieschi. Avevo
cominciato da ragazza con Simenon, ho continuato con Chandler, e poi gli inglesi, come Colin Dexter, e gli italiani, come Camilleri e poi Manzini e così via.
Attualmente sto rileggendo le novelle di Čechov. Una lettura che mi accompagna da una vita con Tolstoj, Balzac e Proust.

Cosa consiglierebbe a chi si sta avvicinando o anche a chi da tanto cerca di farsi spazio nel mondo della scrittura?

Evito di dare consigli, sapendo che ognuno di noi è bravissimo a sbagliare in prima persona, senza bisogno del suggerimento di altri. Chi ha voglia di scrivere davvero, lo faccia. Chi vorrebbe scrivere perché gli piace l'idea della scrittura, rinunci ad annoiare se stesso e gli altri.



Grazie ancora per la disponibilità, Emanuela.


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