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mercoledì 15 maggio 2019

Intervista all'autrice Margherita Meloni autrice CSU


Buongiorno Margherita ci ritroviamo dopo esserci conosciute durante il Modena Buk, entrambi abbiamo partecipato come membri del Csu e in quell'occasione ho avuto il piacere di poterti fare qualche domanda.
Prossimamente ti leggerò e non vedo l’ora, intanto vorrei conoscerti e farti conoscere un poco di più a chi ancora non ha avuto il piacere.

Quindi inizio con la domanda di rito, chi è Margherita nel quotidiano e quali sono i tuoi hobby o passioni?

Nel quotidiano sono una persona che cerca sempre che il buonumore e l’allegria prevalgano, anche se a volte è una missione un po’ difficile da raggiungere.

Sono una moglie e una madre serena di 2 adolescenti, lavoro part-time e sono ben consapevole di quanto il mio ruolo di madre sia il più importante di tutti. Spero proprio che i miei figli saranno due adulti che salveranno il mondo. Che saranno giusti e metteranno al primo posto le regole di convivenza civile col resto dell’umanità.
Ho molti amici che per me sono vitali, mi piace comunicare in tutti i modi
possibili. Attraverso le parole scritte o parlate, e quando non riesco, spero che bastino gli sguardi.
I miei hobby sarebbero tanti, tra cui la musica e il pianoforte che strimpello allegramente da quando ero bambina, purtroppo però con gli impegni che aumentano e una famiglia a cui pensare non riesco più a suonare come e quanto vorrei.
La scrittura ha preso poi il sopravvento su tutto, in particolare perché ha il vantaggio di essere un’occupazione più silenziosa, a cui posso dedicarmi di notte mentre tutto dormono.

- Scrivi da sempre? Raccontaci un po’ come la scrittura è entrata nella tua vita.

Io ho sempre scritto. Da quando ne sono capace. Ho sempre amato farlo perché mi piace trasfomare in racconto ogni cosa che vivo.
Se trasformo un’esperienza triste in una storia, sono a buon punto per elaborarla davvero e soffrirne meno.
In realtà non amo scrivere di me. Nessuno dei miei racconti è, soprattutto nell’intento iniziale, autobiografico.
Scrivo per entrare in altre vite, come quando ero bambina e giocavo con le bambole, provando a vestire i panni di altre persone, di mettermi in gioco, di riflettere su quanto di buono posso prendere da un personaggio, a volte anche per realizzare che mi preferisco così come sono.

- Qual è la cosa che ti ha spinta a pubblicare e a far conoscere la tua storia? - Cos'è per te scrivere?

Questo libro “il tempo che mi serve” era uno dei tanti che avrei lasciato nel cassetto se Mauro mio marito non avesse insistito a farmelo pubblicare. Io non avevo alcuna necessità di far leggere a chissà chi ciò che scrivevo. Scrivo per me stessa. È un’occupazione che può essere rilassante, intrigante, stimolante. È un gioco che mi fa ancora crescere.

- Parlaci del tuo libro e dei suoi personaggi.

Il mio libro è nato quando ho ideato Alessia, la protagonista. Ho cercato di delineare un personaggio che all’apparenza era freddo e caparbio ma che a poco poco svelava la sua fragilità e la sua profondità. Tutto il resto è venuto dopo, i drammi che ha subito e le sue battaglie per trovare la felicità.
Qualcuno mi ha scritto che il mio romanzo è corale. Ci sono infatti tanti personaggi di cui Alessia non riuscirebbe a fare a meno. Posso assicurare che li ho amati tutti fino all’ultimo.

- Fantasia e realtà quanta ne troviamo nella tua storia? Da cosa vieni ispirata maggiormente durante la scrittura?

Comunque questa storia non è autobiografica. Ho inserito solo, e in modo inconsapevole, alcune paure che ho vissuto e che forse ho imparato a esorcizzare scrivendo questo libro.

- Com'è nata la tua collaborazione con il Csu- Collettivo scrittori uniti? Cosa ne pensi di questa realtà?

Ho conosciuto il CSU grazie a due amiche scrittrici che vivono nella mia città, ho cominciato a seguirlo su fb e a poco a poco ho cercato di entrare in questo mondo.
È davvero stimolante conoscere altri scrittori. Sono sempre dei personaggi particolari e mai banali e il collettivo mi ha dato questa preziosissima opportunità, oltre a quella di partecipare ad alcune fiere che sono state esperienze bellissime.


"Tra quelle poche pareti beige, devo essere stata bambina anch'io" 
Ci sono eventi, nella vita, che ti fanno diventare grande in un lampo...

- Attualmente stai lavorando a qualcosa? Che progetti hai per il futuro?

Sto ideando una nuova storia. Vorrei che fosse allegra e ironica ma che non perdesse la profondità che ha avuto il mio primo libro.
La protagonista è sempre una donna più o meno mia coetanea, single, con un figlio adolescente, che fa del suo meglio per rendere contento chi le sta intorno. Ma la strada, si sa, non è sempre facile...

- Tu che tipo di lettrice sei?

Io sono una lettrice che ama profondamente o odia quello che legge. Non esistono vie di mezzo.
Amo leggere ma sono molto selettiva nella scelta delle mie letture. La Cosa che cerco in un libro è che non distrugga il mio ottimismo sulla vita. Anche quando leggo storie tristi, è fondamentale che io ci trovi dentro personaggi di cui in qualche modo mi possa innamorare (che siano uomini, donne, giovani, vecchi, belli o brutti).

- Ti saluto chiedendoti, c’è una frase che hai letto o scritto a cui sei particolarmente legata e perché?

Non sono una che sottolinea le frasi dei libri. Certo che alcune però ti lasciano di stucco... visto che io nei miei romanzi parlo molto d’amore, mi viene in mente una frase che avrei voluto scrivere io:

“Si innamorò come si innamorarono tutte le donne intelligenti: come un’idiota”
Tratto da “Donne dagli occhi grandi” di Angeles Mastretta.

Ora ti dico una frase che amo del libro che ho scritto io:

“Mostrai la felicità invece che raccontarla. La sofferenza, a pensarci bene, va sempre spiegata, la felicità no”.

Spero di non averti annoiato con troppe parole... a presto e grazie
Margherita

Assolutamente no, anzi è stato un piacere conoscerti meglio, a presto e grazie per questa bella chiacchierata. Emanuela.


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