Titolo: Non era vero
Autore: Clare Mackintosh
Genere: Thriller
Casa editrice: Dea Planeta
Data di Pubblicazione: 12 febbraio
2019
Formato: Ebook e cartaceo
Pagine: 480
Puoi
vivere una bugia. Oppure cercare la verità a ogni costo.
“Suicidio.
Ne sei proprio sicura?”
È un
biglietto con queste parole a sconvolgere ancora una volta l’esistenza di Anna,
reduce dalla doppia morte, a pochi mesi di distanza, prima del padre e poi
della madre. Ma se la polizia non ha mai avuto dubbi nel classificare come
suicidio quel duplice volo sulle rocce a picco e le acque agitate di Beachy
Head, Anna non sa darsi pace. Il solo a darle ascolto è Murray Mackenzie,
agente in pensione che alla cura della moglie malata alterna il servizio come
volontario presso la Centrale. All’insaputa dei colleghi, Mackenzie si mette a
caccia di indizi in grado di dare sostanza ai dubbi di Anna. Perché non
esistono storie senza ambiguità e doppi fondi, né famiglie senza segreti.
Maestra riconosciuta del twist che non ti aspetti, Clare Mackintosh torna con un
nuovo, appassionante romanzo dove nulla, ma proprio nulla, è come sembra.
Recensione
Clare Mackintosh
ci propone un nuovo thriller psicologico
costruito su bugie e segreti, un testo che esplora profondamente i personaggi
coinvolti e i drammi della loro vita.
Suicidio, omicidio,
conflitto familiare/amore familiare, malattia mentale... sono gli ingredienti di Non era vero, tanto che,
a volte, la scelta narrativa tesse così abilmente l’aspetto psicologico della
storia, da renderlo più forte rispetto alla suspense. I brividi che ci si aspetta da un
thriller sono stemperati dalla dominanza dell’esplorazione psicologica, la
tensione del lettore è quasi sempre mantenuta viva dall’instancabile ricerca
della verità da parte della protagonista.
La conseguenza è
che si continua a leggere il libro con il desiderio di arrivare alla fine e svelare
il mistero.
La storia è affrontata dai punti di vista di diversi personaggi,
la prima parte fa sentire soprattutto la voce di Anna e, meno spesso, quella di un altro personaggio inizialmente
impossibile da identificare e che contribuisce ad arricchire la trama di
mistero.
A dire il vero questa prima parte scorre un po’ lentamente,
serve a conoscere meglio i personaggi e i fatti già accaduti per prepararci ai colpi di scena che, passato 1/3 della
storia, trascinano il lettore a furia di svolte inaspettate con un ritmo sempre
più incalzante, fino ad arrivare al finale, con il fiato in gola e impossibile
da indovinare.
La fonte d’ispirazione a cui attinge Clare Mackintosh sono
le eccellenti competenze tecniche acquisite nel decennio in cui ha lavorato
come poliziotta, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Sarà per
l’impronta che il suo passato ha di certo lasciato in lei come persona, e
soprattutto come scrittrice, o magari sarà solo la mia opinione personale, ma ho
apprezzato il personaggio di Murray MacKenzie
più di quanto non mi sia piaciuta Anna.
Il detective a cui Anna si rivolge per aprire il caso dei
propri genitori è il personaggio che fa funzionare tutta la trama; quando i POV si arricchiscono anche della voce
di Murray l’autrice ci fa sentire l’incredibile amore che ha verso la moglie
Sarah, afflitta da malattia mentale e per la maggior parte del tempo ricoverata
in un istituto, e la complicità della vita di coppia anche se affrontata con un
dolore quotidiano, mentre la storia assume una struttura più interessante.
I capitoli visti dal suo punto di vista per me sono stati i
migliori, ho iniziato fin da subito invece a trovare Anna un po’ ripetitiva;
non nascondo che a volte avrei volentieri dato una sforbiciata ai suoi POV, per
snellire un po’ il ritmo narrativo, specie nella prima parte del libro.
Tuttavia l’autrice si è rivelata immensamente abile a
costruire personaggi reali come
persone normali, riuscendo a renderli affascinanti non solo per le loro abilità
ma anche per i difetti o le debolezze, individuando quella linea sottile che altrimenti
li farebbe precipitare nell’ordinarietà o nell’irrealtà.
Sono così reali che, se a metà lettura si inizia a guardarli
tutti con una diffidenza intrigante, iniziando a sospettare che il colpevole si
potrebbe nascondere tra di loro e puntando il dito a turno su uno e sull’altro,
poi bisogna riesaminarli tutti.
Si cerca di capire chi avrebbe avuto motivi per giustificare
determinati comportamenti, e si arriva alla fine con un legame
lettore-personaggi così forte, da sperare di poterli salvare tutti.
Non date mai nulla per scontato in questo libro e non
fidatevi di nessuno, o non arriverete mai a risolvere il caso prima che sia
l’autrice a svelarvi la verità.
Vorrei dire un enorme grazie a DeA Planeta che mi ha gentilmente
permesso, tramite il blog La Biblioteca di Mary, di leggere
una copia di Non Era Vero prima della pubblicazione.
Questa recensione imparziale è il mio ringraziamento.
A presto Elena.
1 commento:
Ottima recensione
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