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mercoledì 13 febbraio 2019

Recensione - Fragile - di Andrea Carbone


TITOLO: FRAGILE
AUTORE: ANDREA CARBONE
GENERE: FANTASY
PAGINE: 510
EDITORE: SANTELLI EDITORE

TRAMA

La nascita di due gemelli, la perdita della madre al momento del parto, e un padre ormai stanco di reggere l’enorme responsabilità che il suo ruolo da sovrano comporta. Due fratelli, profondamente diversi, scopriranno troppo giovani quanto il tempo possa essere violento nel mutare le persone. In un attimo verranno catapultati in un lungo inverno, che li costringerà ad intraprendere strade diverse, solitarie ed infinite, fino all’avvento di un’epoca nuova, più luminosa e serena, apparentemente svuotata della fragilità che contraddistingue la natura umana.

RECENSIONE

“...perchè una cosa fragile tende a spezzarsi ancor più facilmente quando paura e solitudine fanno perdere il senno...”

Credo di non aver mai letto nulla del genere fino al momento in cui ho posato gli occhi sulla prima pagina di questo romanzo fantasy. L’ho divorato tutto in un fiato, pensando che probabilmente devo essere impazzita, visto che il genere fantasy di questo tipo non mi ha mai appassionata al punto da provare certe sensazioni come in questo caso. Ma esaminiamo un attimo la storia.
Quella di “Fragile” è una trama soave e candida proprio come l’Inverno che all’inizio del libro sovrasta ogni cosa, soffocandola sotto il suo bianco e luccicante manto. I protagonisti sono due fratelli gemelli, Jar e Rinò che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro; Jar si appassiona sin da piccolo all’arte controversa della guerra, il metallo delle armature dei cavalieri lo conquista dalla più tenera età e lo rende a differenza del fratello un pò più forte e poco incline al provare empatia.
Al contrario, Rinò si dimostra essere una persona altamente sensibile e dall’animo nobile, e fin da piccolo si immerge nella lettura dei libri che sono racchiusi tra le mura vecchie ed ammuffite del castello in cui i due ragazzi vivono col padre, il sovrano del Regno degli Alberi.
Il romanzo procede all’inizio con una lentezza che però non stanca, una lentezza studiata a regola d’arte per catturare il lettore e incatenarlo tra frasi che sembrano versi di una poesia e vecchie leggende di antichi popoli ormai estinti. O forse.
I due fratelli vivono sotto allo stesso tetto, ma nel contempo è come se fossero distanti anche se così vicini, e Rinò, da sempre dotato di una straordinaria sensibilità, sembra soffrirne più del gemello Jar, che imperturbabile, per seguire la sua strada da cavaliere dall’armatura scintillante, viene mandato a ventitre anni al Castello della Volpe Grigia per essere addestrato come tale.

“Nella consapevolezza di essere finito nel mezzo di un irreversibile cambiamento, non avrai tempo per renderti conto in che bestia meccanica e scintillante ti sarai fatto trasformare, e sarà ormai troppo sbiadito il ricordo di ciò che eri in un Inverno passato”

Ho amato la caratterizzazione di ogni singolo personaggio del romanzo, così come la decrizione della Natura come madre tanto amorevole e protettiva quanto crudele e severa coi propri figli, ho adorato come lo scrittore ha creato certe frasi e riflessioni che non è facile trovare nemmeno in certi libri di autori famosi, la crudeltà e la nobiltà che sono insite nell’essere umano, la titubanza e le debolezze di ognuno di noi. La fragilità.

“Impararono che la Natura nacque dall’incesto di luce e tenebra, che giacquero come due amanti annegati nel pianto del primo temporale del mondo”

Ho amato l’ambientazione della storia che mi ha riportato alle lande sperdute e selvagge, ai castelli, alle battaglie, alle fitte trame e alle sfrenate passioni di Game of Thrones e posso affermare con certezza che Fragile rientri nella mia top ten dei libri di cui mi sono innamorata dalle prime parole. Da non dimenticare i bellissimi titoli di ogni capitolo, dettaglio che mi ha veramente colpita.
Insomma, se volete avere un colpo di fulmine e rimanere folgorati, vi consiglio di buttarvi sulla lettura di questo splendido libro.

Alla prossima!

Chiara

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