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mercoledì 30 gennaio 2019

Recensione - Il senso della vita secondo me - di Jack London


TITOLO: IL SENSO DELLA VITA SECONDO ME
AUTORE: JACK LONDON
GENERE: AUTOBIOGRAFIA
PAGINE: 144
EDITORE: CHIARELETTERE
TRAMA

Tre motivi per leggerlo:
Perché, a cento anni dalla morte di London, il suo vitalismo incontenibile rimane un monito a non darsi mai per vinti o sconfitti.
Perché London ha riversato in questi scritti la critica instancabile a un sistema sociale che privilegia la competizione e il successo rendendo sempre più cupa, monotona e triste la vita.
Perché la grinta, il talento, la passione di queste pagine sono una via di fuga dalla nostra solitudine digitale.

RECENSIONE

“Prima che mi dessero tutti questi titoli, ho lavorato in una fabbrica di conserve, in una di sottaceti, sono stato marinaio, ho trascorso mesi fra le schiere di disoccupati a cercar lavoro; ed è questo lato della mia vita che io venero di più, e a cui voglio restare attaccato finchè vivo”

Credo che questo libro debba almeno una volta nella vita essere letto da ognuno di noi.
Oltre ad essere uno dei miei autori preferiti, Jack London è anche il creatore di questo “manifesto” socialista che attraverso le parole racconta la sua vita da lavoratore sfruttato e poi poco tempo dopo da sfruttatore stesso dei suoi dipendenti.
London ci espone in un linguaggio semplice e scorrevole le caratteristiche tipiche di una società in cui l’americano medio anela al posto di lavoro che dia una sicurezza economica soddisfacente ma che nel contempo soddisfi anche la fame di affermazione dell’individuo all’interno di una realtà che lo scrittore stesso definisce “crudele”.
Lo scrittore ha passato buona parte della sua vita a lavorare come sottoposto in diversi ambiti, dalla fabbrica di conserve e sottaceti fino allo scaricatore di porto e marinaio, mestieri che gli permettono a malapena di sopravvivere e che non gli regalano la posizione che lui ricerca quasi per una sorta di riscatto personale; così si adatta per un pò, vede i figli dei proprietari delle aziende per cui lavora girare per strada su lussuose auto grazie alle sue intense ore di lavoro sottopagate, mentre il tempo scorre e lui rimane soltanto un anonimo dipendente come tanti altri.
Poi, improvvisamente, arriva il momento della vittoria: il suo guadagno aumenta nel momento in cui diventa ciò che ha sempre desiderato: un uomo che si muove con sinuosità in una garbugliata società fatta di raccomandazioni e giochi di potere.
Nello trascorrere di questa sua vita da imprenditore però, London cova dentro di sè il tarlo del dubbio.
Nutre dentro di sè il bruciante dubbio che anche se con il portafogli pieno, la sua situazione di omuncolo insoddisfatto sia rimasta tale; scoprirà in seguito di aver ottenuto il ruolo in cui si trova grazie a torbide azioni archittetate da menti altrettanto torbide e capirà allora di essere diventato lo stesso prototipo di uomo che ha sempre disprezzato. Un uomo che vive sulle spalle di altri, che sfrutta, che dalla posizione in cui si trova pensa di poter essere in grado di giudicare chiunque.
London ci catapulta in un libro ricco di introspettività e morale, un libro per tutti noi che siamo persone normali alla ricerca della felicità. Ma la vera domanda è: siamo pronti ad essere felici?
Stra-consigliato!

Alla prossima, Chiara.


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