TITOLO: IL SENSO DELLA
VITA SECONDO ME
AUTORE: JACK LONDON
GENERE: AUTOBIOGRAFIA
PAGINE: 144
EDITORE: CHIARELETTERE
TRAMA
Tre motivi per leggerlo:
Perché, a cento anni dalla morte di
London, il suo vitalismo incontenibile rimane un monito a non darsi mai per
vinti o sconfitti.
Perché London ha riversato in questi
scritti la critica instancabile a un sistema sociale che privilegia la
competizione e il successo rendendo sempre più cupa, monotona e triste la vita.
Perché la grinta, il talento, la
passione di queste pagine sono una via di fuga dalla nostra solitudine
digitale.
RECENSIONE
“Prima che mi
dessero tutti questi titoli, ho lavorato in una fabbrica di conserve, in una di
sottaceti, sono stato marinaio, ho trascorso mesi fra le schiere di disoccupati
a cercar lavoro; ed è questo lato della mia vita che io venero di più, e a cui
voglio restare attaccato finchè vivo”
Credo che questo libro debba almeno una
volta nella vita essere letto da ognuno di noi.
Oltre ad essere uno dei miei autori
preferiti, Jack London è anche il creatore di questo “manifesto” socialista che
attraverso le parole racconta la sua vita da lavoratore sfruttato e poi poco tempo dopo da sfruttatore stesso dei
suoi dipendenti.
London ci espone in un linguaggio
semplice e scorrevole le caratteristiche tipiche di una società in cui l’americano
medio anela al posto di lavoro che dia una sicurezza economica soddisfacente ma
che nel contempo soddisfi anche la fame di affermazione dell’individuo
all’interno di una realtà che lo scrittore stesso definisce “crudele”.
Lo scrittore ha passato buona parte
della sua vita a lavorare come sottoposto in diversi ambiti, dalla fabbrica di
conserve e sottaceti fino allo scaricatore di porto e marinaio, mestieri che
gli permettono a malapena di sopravvivere e che non gli regalano la posizione
che lui ricerca quasi per una sorta di riscatto personale; così si adatta per
un pò, vede i figli dei proprietari delle aziende per cui lavora girare per
strada su lussuose auto grazie alle sue intense ore di lavoro sottopagate,
mentre il tempo scorre e lui rimane soltanto un anonimo dipendente come tanti
altri.
Poi, improvvisamente, arriva il momento
della vittoria: il suo guadagno aumenta nel momento in cui diventa ciò che ha
sempre desiderato: un uomo che si muove con sinuosità in una garbugliata
società fatta di raccomandazioni e giochi di potere.
Nello trascorrere di questa sua vita da
imprenditore però, London cova dentro di sè il tarlo del dubbio.
Nutre dentro di sè il bruciante dubbio
che anche se con il portafogli pieno, la sua situazione di omuncolo insoddisfatto
sia rimasta tale; scoprirà in seguito di aver ottenuto il ruolo in cui si trova
grazie a torbide azioni archittetate da menti altrettanto torbide e capirà
allora di essere diventato lo stesso prototipo di uomo che ha sempre
disprezzato. Un uomo che vive sulle spalle di altri, che sfrutta, che dalla
posizione in cui si trova pensa di poter essere in grado di giudicare chiunque.
London ci catapulta in un libro ricco
di introspettività e morale, un libro per tutti noi che siamo persone normali
alla ricerca della felicità. Ma la vera domanda è: siamo pronti ad essere
felici?
Stra-consigliato!
Alla prossima, Chiara.
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