LA
CUSTODE DI MIA SORELLA
JODI
PICOULT
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stampa: 428
Editore: Corbaccio (21 giugno 2012)
SINOSSI
Anna non è malata ma è come se lo fosse. A tredici anni
è già stata sottoposta a numerosi interventi chirurgici, trasfusioni e
iniezioni in modo che la sorella maggiore Kate possa combattere la leucemia che
l'ha colpita in tenera età. Anna è stata concepita con le caratteristiche
genetiche che la rendono idonea a essere donatore di midollo per la sorella,
ruolo che non ha mai messo discussione ma che ora le diventa, di colpo,
insostenibile. Perché nessuno le chiede mai il suo parere? Perché si dà per
scontato che lei sia disponibile? Anna prende una decisione per molti
impensabile e che sconvolgerà la vita di tutti i suoi cari: fa causa alla sua
famiglia. Jodi Picoult ha scritto un romanzo intenso su un tema difficile e
doloroso. L'autrice dà voce a tutti i protagonisti della vicenda, permettendo
al lettore di capire fino in fondo la complessità delle relazioni familiari. Se
tutti hanno ragione, come mai non riescono a mettersi d'accordo? Ma
soprattutto, com'è possibile che siano tutti così infelici? La custode di mia
sorella con delicatezza e saggezza ci fa domandare che cosa significhi essere
dei bravi genitori, dei bravi fratelli, delle brave persone; se sia moralmente
corretto salvare la vita di un bambino allorché ciò significa violare i diritti
di un altro; se bisogna seguire il proprio cuore, o lasciare che siano gli
altri a condurci; se sia sbagliato cercare di scoprire chi si è veramente se
questo significa rischiare di perdersi.
RECENSIONE
Questa storia non si
lascia semplicemente leggere, ti entra sottopelle fino a raggiungere ogni
organo fracassandoti. Lo so, è un verbo dal suono terribile, ma è perfetto per
descrivere ciò che accade leggendo le parole di Jodi Picoult e, nonostante
tutto, una volta terminato il libro, non ci si sognerebbe mai di pensare che
magari sarebbe stato meglio leggere una storia diversa.
Non viene neppure da
chiedersi perché, con tanti fatti tristi di cui è trapuntata la vita, non si
abbia deciso di trascorrere il tempo libero in compagnia di una lettura
diversa. La verità è che leggere questo libro vi arricchirà, vi costringerà a
pensare, accrescerà l’empatia e vi costringerà ad allungare la mente verso
territori da cui si tende a tenersi sempre bene alla larga.
“I bambini pensano con
il cervello completamente spalancato; ho capito che diventare adulti è solo una
lenta sutura”.
Ci costringe a farci
domande a cui è impossibile rispondere in maniera breve e diretta ma, citando
il libro, “quando hai in mano un martello, in giro vedi solo chiodi”.
Cosa significa essere
dei bravi genitori?
È giusto chiedere ad
una figlia di sottoporsi a dei prelievi, o ad un trapianto, per salvarne
un’altra?
La
custode di mia sorella in realtà sa essere a tratti
dolce, anche ironico, però parla della vita, e ogni luce getta sempre anche
un’ombra. È la vita.
“Non siamo i primi
genitori a perdere una figlia. Ma siamo i primi genitori a perdere nostra
figlia. La differenza è tutta qui”.
La storia principale
vede protagonista Anna, ma il libro è fatto dall’intreccio delle vite degli
altri personaggi; ci raccontano il loro punto di vista, vediamo con i loro
occhi e li capiamo come ci sarebbe impossibile comprendere i sentimenti delle
persone con cui invece interagiamo ogni giorno.
Ognuno ha le sue
ragioni. Ogni punto di vista è tanto giusto quanto sbagliato, e la verità alla
fine di tutto è che non si può dare un giudizio, non si può formulare una
sentenza su cosa vada bene e cosa no.
Resta solo la
speranza, ma quando si ha un’aspettativa si dovrà anche convivere con il dolore:
molto spesso è lì che si nascondono le cose meravigliose, dove non ce ne
rendiamo conto.
“…forse, chi siamo non
riguarda tanto quello che facciamo, ma piuttosto quello di cui siamo capaci
quando meno ce lo aspettiamo”.
A
presto Elena.
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