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martedì 4 settembre 2018

Recensione - La custode di mia sorella - di Jodi Picoult


LA CUSTODE DI MIA SORELLA
JODI PICOULT

Dimensioni file: 1717 KB
Lunghezza stampa: 428
Editore: Corbaccio (21 giugno 2012)
#prodottofornitoda : formato cartaceo acquistato in libreria

SINOSSI

Anna non è malata ma è come se lo fosse. A tredici anni è già stata sottoposta a numerosi interventi chirurgici, trasfusioni e iniezioni in modo che la sorella maggiore Kate possa combattere la leucemia che l'ha colpita in tenera età. Anna è stata concepita con le caratteristiche genetiche che la rendono idonea a essere donatore di midollo per la sorella, ruolo che non ha mai messo discussione ma che ora le diventa, di colpo, insostenibile. Perché nessuno le chiede mai il suo parere? Perché si dà per scontato che lei sia disponibile? Anna prende una decisione per molti impensabile e che sconvolgerà la vita di tutti i suoi cari: fa causa alla sua famiglia. Jodi Picoult ha scritto un romanzo intenso su un tema difficile e doloroso. L'autrice dà voce a tutti i protagonisti della vicenda, permettendo al lettore di capire fino in fondo la complessità delle relazioni familiari. Se tutti hanno ragione, come mai non riescono a mettersi d'accordo? Ma soprattutto, com'è possibile che siano tutti così infelici? La custode di mia sorella con delicatezza e saggezza ci fa domandare che cosa significhi essere dei bravi genitori, dei bravi fratelli, delle brave persone; se sia moralmente corretto salvare la vita di un bambino allorché ciò significa violare i diritti di un altro; se bisogna seguire il proprio cuore, o lasciare che siano gli altri a condurci; se sia sbagliato cercare di scoprire chi si è veramente se questo significa rischiare di perdersi.

RECENSIONE

Questa storia non si lascia semplicemente leggere, ti entra sottopelle fino a raggiungere ogni organo fracassandoti. Lo so, è un verbo dal suono terribile, ma è perfetto per descrivere ciò che accade leggendo le parole di Jodi Picoult e, nonostante tutto, una volta terminato il libro, non ci si sognerebbe mai di pensare che magari sarebbe stato meglio leggere una storia diversa.
Non viene neppure da chiedersi perché, con tanti fatti tristi di cui è trapuntata la vita, non si abbia deciso di trascorrere il tempo libero in compagnia di una lettura diversa. La verità è che leggere questo libro vi arricchirà, vi costringerà a pensare, accrescerà l’empatia e vi costringerà ad allungare la mente verso territori da cui si tende a tenersi sempre bene alla larga.

“I bambini pensano con il cervello completamente spalancato; ho capito che diventare adulti è solo una lenta sutura”.

Ci costringe a farci domande a cui è impossibile rispondere in maniera breve e diretta ma, citando il libro, quando hai in mano un martello, in giro vedi solo chiodi”.
Cosa significa essere dei bravi genitori?
È giusto chiedere ad una figlia di sottoporsi a dei prelievi, o ad un trapianto, per salvarne un’altra?  
La custode di mia sorella in realtà sa essere a tratti dolce, anche ironico, però parla della vita, e ogni luce getta sempre anche un’ombra. È la vita.

“Non siamo i primi genitori a perdere una figlia. Ma siamo i primi genitori a perdere nostra figlia. La differenza è tutta qui”.

La storia principale vede protagonista Anna, ma il libro è fatto dall’intreccio delle vite degli altri personaggi; ci raccontano il loro punto di vista, vediamo con i loro occhi e li capiamo come ci sarebbe impossibile comprendere i sentimenti delle persone con cui invece interagiamo ogni giorno.
Ognuno ha le sue ragioni. Ogni punto di vista è tanto giusto quanto sbagliato, e la verità alla fine di tutto è che non si può dare un giudizio, non si può formulare una sentenza su cosa vada bene e cosa no.
Resta solo la speranza, ma quando si ha un’aspettativa si dovrà anche convivere con il dolore: molto spesso è lì che si nascondono le cose meravigliose, dove non ce ne rendiamo conto.  

“…forse, chi siamo non riguarda tanto quello che facciamo, ma piuttosto quello di cui siamo capaci quando meno ce lo aspettiamo”.

A presto Elena.

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