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mercoledì 12 settembre 2018

Intervista a Serena Vis



Benvenuta Serena e grazie per aver accettato di essere ospite nel mio piccolo mondo.
-Per prima cosa ti chiedo di darmi la tua personale definizione di scrittura. Secondo te è un arte, un dono che hai o non hai, o è una materia come un’altra che si può imparare semplicemente studiando?

Penso che sia un po’ tutte e tre le cose: è un’arte che si apprende e si esercita e che non si finisce mai di studiare, soprattutto attraverso la lettura e l’osservazione, ma come ogni altra materia attecchisce se c’è un’inclinazione, un talento, alla base e questo è un dono di natura, come in ogni altro campo.

-La tua vita è divisa tra quotidianità e scrittura in modo netto o entrambi questi tuoi lati convivono in perfetto equilibrio?

Convivono in una caotica confusione per il momento! La scrittura deve infilarsi nel mio tempo libero e a volte ha poco spazio, uno spazio sacrificato e non sempre sufficiente: vorrei potergliene dare di più e creare davvero un perfetto equilibrio.


-Raccontaci le tue storie e i tuoi personaggi.

Il mio primo libro, “Matilde Cuore di Lupo”, è uno storico con accenti fantasy e la protagonista è Matilde di Canossa: un personaggio forte, brillante, capace di costruire la propria vita e la propria personalità sulla solitudine alla quale la vita l’ha condannata trasformandola in una forza. Ha avuto la straordinaria capacità di affermare se stessa in un’epoca in cui non solo le donne, ma anche l’individualità, avevano poco spazio. “Tre giorni d’inverno” è invece un romanzo contemporaneo a due voci, una maschile e una femminile, Chris e Giulia, due personalità fortemente segnate dalla vita ma anche molto vitali, capaci di rigenerarsi, di evolversi, di intraprendere un viaggio attraverso se stessi.


-Realtà e fantasia in quale percentuale le troveremo nei tuoi scritti?

Difficile a dirsi: in “Matilde Cuore di Lupo” mi sono attenuta strettamente alle date degli eventi più importanti della vita di Matilde, e anche i luoghi e i fatti storici sono esatti e reali ma ho dato un’interpretazione della personalità di Matilde e dei suoi sentimenti scaturita completamente dalla mia immaginazione, così come tutta la parte fantasy. In “ Tre giorni d’inverno” tutto è immaginario: luoghi, fatti e persone anche se i luoghi nascono da un amalgama di località realmente esistenti, tuttavia credo che i sentimenti e le emozioni che descrivo siano molto realistici.


-Hai già qualche nuova trama pronta per essere raccontata? Ci puoi anticipare qualcosa?

Sto terminando in questi giorni il seguito di “Tre giorni d’inverno”: i protagonisti mi erano rimasti nel cuore e desideravo scoprire che fine avrebbero fatto ma non voglio anticiparvi niente se non che una nuova voce, oltre a quella di Chris e Giulia, si aggiungerà alla narrazione.

-Che tipo di lettrice sei? Hai abitudini o rituali quando leggi o scrivi?

Sono una lettrice onnivora e caotica: leggo praticamente tutto, anche se ho una predilezione per la narrativa storica e anglosassone, e leggo ovunque, in ogni momento. Anche cinque minuti prima di uscire, mentre cucino, mentre mangio… ogni momento libero è buono per leggere. Quando mi è possibile però amo preparmi una tazza di the, nero e senza zucchero, che mi faccia compagnia mentre leggo e mentre scrivo.



-Infine hai un motto o frase a cui sei particolarmente legata?

“Have faith, not fear”: abbi fiducia, non paura. L’ho trovata casualmente su Facebook e mi è piaciuta così tanto che è diventata il mio motto personale.


Grazie infinite e in bocca al lupo per tutto. A presto Emanuela del blog LA biblioteca di Mary.

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