Benvenuta Serena e grazie per aver accettato di
essere ospite nel mio piccolo mondo.
-Per
prima cosa ti chiedo di darmi la tua personale definizione di scrittura.
Secondo te è un arte, un dono che hai o non hai, o è una materia come un’altra
che si può imparare semplicemente studiando?
Penso che sia un po’ tutte e tre le cose: è un’arte
che si apprende e si esercita e che non si finisce mai di studiare, soprattutto
attraverso la lettura e l’osservazione, ma come ogni altra materia attecchisce
se c’è un’inclinazione, un talento, alla base e questo è un dono di natura,
come in ogni altro campo.
-La
tua vita è divisa tra quotidianità e scrittura in modo netto o entrambi questi
tuoi lati convivono in perfetto equilibrio?
Convivono in una caotica confusione per il momento!
La scrittura deve infilarsi nel mio tempo libero e a volte ha poco spazio, uno
spazio sacrificato e non sempre sufficiente: vorrei potergliene dare di più e
creare davvero un perfetto equilibrio.
-Raccontaci
le tue storie e i tuoi personaggi.
Il mio primo libro, “Matilde Cuore di Lupo”, è uno
storico con accenti fantasy e la protagonista è Matilde di Canossa: un
personaggio forte, brillante, capace di costruire la propria vita e la propria
personalità sulla solitudine alla quale la vita l’ha condannata trasformandola
in una forza. Ha avuto la straordinaria capacità di affermare se stessa in
un’epoca in cui non solo le donne, ma anche l’individualità, avevano poco
spazio. “Tre giorni d’inverno” è invece un romanzo contemporaneo a due voci,
una maschile e una femminile, Chris e Giulia, due personalità fortemente
segnate dalla vita ma anche molto vitali, capaci di rigenerarsi, di evolversi,
di intraprendere un viaggio attraverso se stessi.
-Realtà
e fantasia in quale percentuale le troveremo nei tuoi scritti?
Difficile a dirsi: in “Matilde Cuore di Lupo” mi
sono attenuta strettamente alle date degli eventi più importanti della vita di
Matilde, e anche i luoghi e i fatti storici sono esatti e reali ma ho dato
un’interpretazione della personalità di Matilde e dei suoi sentimenti scaturita
completamente dalla mia immaginazione, così come tutta la parte fantasy. In “
Tre giorni d’inverno” tutto è immaginario: luoghi, fatti e persone anche se i
luoghi nascono da un amalgama di località realmente esistenti, tuttavia credo
che i sentimenti e le emozioni che descrivo siano molto realistici.
-Hai
già qualche nuova trama pronta per essere raccontata? Ci puoi anticipare
qualcosa?
Sto terminando in questi giorni il seguito di “Tre
giorni d’inverno”: i protagonisti mi erano rimasti nel cuore e desideravo
scoprire che fine avrebbero fatto ma non voglio anticiparvi niente se non che
una nuova voce, oltre a quella di Chris e Giulia, si aggiungerà alla
narrazione.
-Che
tipo di lettrice sei? Hai abitudini o rituali quando leggi o scrivi?
Sono una lettrice onnivora e caotica: leggo
praticamente tutto, anche se ho una predilezione per la narrativa storica e
anglosassone, e leggo ovunque, in ogni momento. Anche cinque minuti prima di
uscire, mentre cucino, mentre mangio… ogni momento libero è buono per leggere.
Quando mi è possibile però amo preparmi una tazza di the, nero e senza
zucchero, che mi faccia compagnia mentre leggo e mentre scrivo.
-Infine
hai un motto o frase a cui sei particolarmente legata?
“Have faith, not fear”: abbi fiducia, non paura.
L’ho trovata casualmente su Facebook e mi è piaciuta così tanto che è diventata
il mio motto personale.
Grazie infinite e in bocca al lupo per tutto. A
presto Emanuela del blog LA biblioteca di Mary.
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