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mercoledì 9 maggio 2018

Intervista alle autrici A.V. Enelyn


A.V. Enelyn

Buongiorno Enelyn benvenuta nel mio piccolo mondo, grazie per aver accettato di farci conoscere te e il tuo lavoro.

-       Grazie a te!

Inizio con il chiederti chi è Enelyn nella vita quotidiana? Quali sono i tuoi interessi, hobby al di fuori della scrittura?

-       Beh, la domanda più corretta da farci sarebbe “Chi sono A.&V. Enelyn”, ma lo spiegheremo nella prossima domanda.
-       Io, Enny, frequento il terzo anno dell’università di Economia Aziendale (a  mio parere orribile, noiosa e odiosa, oserei dire indescrivibile). Sono sicura che la domanda successiva sorge spontanea “Se la odi così perché ti sei iscritta in questa facoltà?” 
Beh, avendo frequentato un liceo tecnico mi è sembrata la scelta più giusta… e tra un grande incoraggiamento dei genitori e una coerenza di percorso son finita lì dentro. Non l’avessi mai fatto!
-       Io, Lely, dedico tutto il mio tempo alla scrittura, alla lettura e a tutto ciò che ne concerne, faccio l’editor per scrittori e da Talent scout per una casa editrice.
In realtà, la prima aspirazione subito dopo il diploma è stata quella del – udite, udite! – militare. Già, le forze dell’ordine mi affascinano non poco ed è per questo che, se riuscirò, spero di farne parte un giorno.
Oltre questo aiuto bambini e ragazzi, quando ho tempo, con ripetizioni di matematica. Amo scrivere e leggere, ma la matematica ha, anch’essa, un piccolo posticino nel mio cuore sin da quando ero bambina.

Come mai la scelta di usare uno pseudonimo? E come lo avete scelto questo nome?

-       In realtà “Enelyn”, come spiegavo prima, è lo pseudonimo di due ragazze amanti della lettura e aspiranti scrittrici. Sta per Enny e Lely, piccoli nickname con cui ci chiamavano da piccole, che poi abbiamo unito in una giornata passata insieme al mare. Abbiamo successivamente inserito le nostre iniziali, per unire tutto il nostro percorso da bambine ad “adulte” e quello che ne è uscito fuori è “A&VEnelyn”.


La passione per la scrittura è una cosa che vi portate dietro fin da piccole o è nata tempo dopo? Ci raccontate un po’?

-       Fiuh, è lunga da raccontare! Inizio col dire che fin da piccola ho sempre amato la lettura… il mio primo libro, tra l’altro preso in biblioteca, l’ho avuto grazie a mia madre all’età di quasi 10 anni, si chiamava ‘Il diario di Anna Frank’. Lei era entrata in casa con quel diario dalla copertina distrutta che cadeva in pezzi, si era avvicinata e aveva iniziato a raccontarmi di questa bambina rinchiusa nei campi di concentramento, incoraggiandomi a leggerlo; così ogni sera prima di andare a letto leggevo qualche pagina per poi riporlo sotto il cuscino.
D’allora amore fu per i libri!
L’idea di scrivere mi sfiorava sempre la mente, essendo una ragazza troppo timida (e ai tempi anche bruttarella) non ero mai riuscita a trovare il coraggio per iniziare davvero finché un giorno, dopo anni e anni, in vena di una mente distrutta da uno studio che odiavo e da un’astinenza per la lettura, mandai un SMS alla mia amica ( ‘amica’ è riduttivo, ormai ci sopportiamo da quasi 10 anni), che avevo torturato fino allo sfinimento affinché leggesse, con scritto: ‘Scriviamo in libro?’, scegliemmo il nostro genere preferito e cinque minuti dopo lei era con il pc e aveva già iniziato a scrivere.
-       In realtà non ho sempre letto, come detto sopra, da bambina la mia materia preferita era la matematica. I miei insegnanti mi lodavano per quello e non per un bel tema.
Solo alla fine delle medie ho iniziato a scrivere meglio, ma non mi appassionava più di tanto.
Al liceo, poi, a contatto con quella che ormai chiamo “tortura” ho iniziato a conoscere il mondo della lettura. Quindi devo sicuramente dire grazie a lei.
A me non piaceva leggere, ci tengo a precisarlo, la vedevo come una cosa noiosa. Ma quando mi ha fatto iniziare non sono riuscita più a fermarmi, ne è la dimostrazione quello che faccio quotidianamente. I libri sono diventati “tutto”. I miei genitori a volte mi dicono che sono diventata pazza, e di certo non posso dargli torto, è vero. Ma essere pazzi per i libri non può che essere una cosa positiva.
Poi un giorno mi è arrivato l’sms della mia, già citata, tortura e mi sono entusiasmata. Ho iniziato a scrivere subito, scoprendo che non risultava una cosa nuova, anzi. Mi sono ricordata di un file che stava ormai facendo le ragnatele nel mio hard disk, una specie di diario che avevo iniziato a scrivere quando ero alle medie in terza persona.
Ho capito che quelli erano piccoli segnali che non ero ancora in grado di cogliere e capire. 


Ci raccontate di cosa parla il vostro libro? (metti pure link d’acquisto o altro) e chi sono i personaggi?

-       Tralasciando la storiella ragazzo e ragazza innamorati che attira le ragazzine (e volesse il cielo qualche ragazzo) ci siamo concentrate su un obiettivo un po' diverso.
Ciò che volevamo era far cimentare, ed entrare, il lettore all'interno della storia, innescandogli il dubbio dell'irreale: e se fosse vero? E se posso farlo anch'io?
Alla base della storia, come potete immaginare dalla copertina, ci sono i quattro elementi: acqua, fuoco, terra aria.
 Tutto ha inizio da una leggenda in cui si narra che ancor prima della     separazione dei 5 continenti, il popolo umano era diviso in quattro regni, tutti in guerra tra di loro finché un giorno i comandanti di due popoli differenti si innamorarono e scoprirono che le lotte e le devastazioni erano frutto di qualcuno che si trovava al di sopra di loro, il cui scopo principale era di mettere astio tra loro.
     Incapaci di combattere e usciti sconfitti, i quattro popoli furono dannati trasformati tutti in elementi essenziali per il mondo; ma ai comandanti innamorati tocco la sorte peggiore poiché furono trasformati in elementi opposti: acqua e fuoco (da cui la copertina).
L’unico giorno in cui gli era concesso toccarsi era durante l’eclissi, proprio perché rappresentava l’unione di due forze opposte.
In balia dell’amore e di anni di sofferenza decisero di sacrificarsi l’uno per l’altra, spezzando così la maledizione.
Da quel giorno il potere dell’elemento venne celato all’interno dell’animo di ogni essere umano.
Ma si sa, il cuore dell’essere umano è avido ed egoista e solo una vera emozione, pura e sincera, sarebbe stata in grado di risvegliare un potere così forte:
-       Una passione pura,
-       Una fiducia cieca,
-       La rabbia incontrollabile
-       O la speranza in qualcosa di grande.
Quindi i protagonisti, ai giorni nostri, si troveranno a scoprire questa leggenda (da qui il titolo: In a Legend - Disclosure) pagina dopo pagina e ad affrontare le conseguenze dei loro sentimenti.

-       In ogni personaggio abbiamo messo un po’ di noi stesse, del nostro quotidiano o qualcosa che invece vorremmo avere. Dalla protagonista forte e intraprendente che si fida solo di sè stessa, alla migliore amica goffa, dolce e super-iperattiva. Come qualsiasi scrittore sa, è impossibile evitare di scrivere di sé.
Quindi in ognuna di noi è presente la caparbietà di Josie (protagonista), l’ironia di Sam (la migliore amica), l’istinto iperprotettivo della zia Lely e tutte le altre caratteristiche dei personaggi.


Da dove traete ispirazione? Quali tra tutti i vostri personaggi vi assomiglia maggiormente?

-       Certe volte scrivo in base all’umore che mi ritrovo in quel momento, se sono triste o arrabbiata scrivere mi aiuta a sfogarmi, a calmarmi. Altre volte amo ascoltare musica (violino, lenti), in un certo senso è come se mi desse l’atmosfera adatta per liberarmi da tutto e mi aiutasse a concentrarmi solo su quello che sto facendo in quel momento.
-       Come già detto la maggior parte delle volte mi ispiro a me, ai miei stati d’animo, a quello che ho passato. Altre provo a immaginare come vorrei essere e provo a rendere il personaggio così. È difficile scegliere, perché siamo presenti entrambe in quasi tutti i personaggi, ma la protagonista, Josie, è quella che sento più vicina a me, anche se, la sua migliore amica, ha un’altra parte del mio carattere.

Progetti futuri, writingprogress?? Ci potete anticipare qualcosa?

-       Questo è il primo libro di una trilogia, quindi sì. Abbiamo altri progetti. Il secondo libro è già finito (The Legend – Unity) e in attesa di revisione. La trama è stata partorita durante una notte insonne. Eravamo insieme e quindi era stata pensata una duologia (dilogia) Sapevamo perfettamente come far finire il primo libro e iniziare il secondo. Era tutto deciso. Poi, però, alla fine del secondo libro ci siamo rese conto che mancava qualcosa, che non era stato detto tutto e che, per essere coerenti con tutto, ci voleva altro. Quindi è diventata una trilogia e attualmente il terzo è in fase di stesura.
-       Anche se entrambe vogliamo scrivere un libro, in parte, autobiografico non ci siamo mai discostate dall’idea di farne altri insieme e molte volte ci capita di immaginare un racconto del tutto nuovo da scrivere, ma non potendo farlo adesso, avendo una trilogia sotto mano, ci limitiamo a segnare le piccole idee che ci vengono in mente e che magari in futuro potrebbero esserci d’aiuto.

Il momento più difficile o comunque più duro ( se c’è stato per voi)durante la stesura del vostro libro? Ci raccontate?

-       Non credo ci sia stato un momento particolare, mi capita il cosiddetto ‘blocco dello scrittore’ dove qualsiasi idea io abbia mi sembra incredibilmente stupida, quindi passo il tempo a scrivere e cancellare ogni singola frase e continua così anche per più di mezz’ora. Credo sia più una questione di stress, purtroppo lo studio è un problema che non posso accantonare e l’ansia degli esami è come un’ossessione che non posso fare a meno di sentire e di certo non mi incoraggia a scrivere qualcosa. Ma che fare? Aspetto la laurea e poi addio ahah.
-       Fortunatamente no, se parliamo di blocchi esagerati. Come momento duro mi viene in mente solo la scorsa estate, quando mi sono ritrovata a scrivere il secondo e revisionare il primo per la pubblicazione. “Tortura” non aveva tempo per lo studio e mi sono ritrovata spaesata a fare due cose diverse nello stesso momento. Ma l’ho presa come una sfida, e mi sono ritrovata in spiaggia con il pc mentre gli altri facevano il bagno. Un’esperienza che sicuramente mi sta tornando utile adesso, che devo editare un testo per uno scrittore, scrivere il mio e leggerne altri come talent.
Non ho mai smesso di scrivere però.

Come ve li siete immaginati i vostri personaggi, avete dei prestavolto?

Il protagonista maschile è stato l’unico per cui non abbiamo dubitato neanche un secondo. Abbiamo un’infatuazione per lo stesso attore… credo basti come riposta ahah. Per gli altri abbiamo sempre preso spunto dagli attori e dire che calzano a pennello è poco.
Quindi, sì, abbiamo dei prestavolto. Per citarne alcuni:
Aiden Blake è Daniel Sharman.
Drake Mccall è Tyler Hoeclin
Josephine Seawater è Phoebe Tonkin
Samantha Rich è AnnaSophia Robb.
La cosa orribile da gestire sono stati i nomi da affibbiare ad ognuno di loro.
Abbiamo passato un incubo. Cercavamo i nomi giusti senza cadere nel banale, con i giusti diminutivi e i giusti cognomi e alla fine abbiamo fatto un buon lavoro.

Che tipo di lettrici siete, quali sono le vostre letture e i vostri autori/autrici preferiti?

-       Lettrice accanita! Della serie che finisco 500 pagine in 2 giorni.
-       Da quando ho iniziato non ho più smesso, questo vuol dire che se il libro mi appassiona avrei il coraggio di leggere tutto il giorno e mandare a quel paese tutti i miei doveri, quindi finire il libro in un giorno o una notte e poi soffrirne perché mi manca. Mi è capitato anche di leggere due libri di generi diversi contemporaneamente.
I generi sono vari, amiamo il fantasy e i suoi sottogeneri, ma anche il romanzo rosa, le storie d’amore o gli storici, infatti il nostro libro è un paranormal romance e la nostra scrittrice preferita è Jennifer Armentrout.

Avete dei rituali, o abitudini che fate sempre quando leggete o scrivete?

-       Sinceramente, non ci ho mai fatto caso ahah.
-       No, non veri e propri rituali, ma dipende dal momento. Se mi viene un’ispirazione improvvisa scrivo ovunque e in qualunque modo, anche su un pezzo di carta strappato. Se sono a casa, nella mia stanza, mi piace stare da sola e, nelle scene più particolari, fermarmi a mimare o simulare quello che mi viene spontaneo.

C’è qualcosa che migliorereste o abolireste nel mondo della scrittura self?
Voi per cosa siete Ce o Self?

CE. Siamo del parere che, per quanto il Self sia in forte crescita, il logo di una casa editrice, grande o piccola che sia, sulla copertina di un libro dia un altro occhio. Sfortunatamente oggi pubblicare con Grandi CE è molto difficile se non impossibile, quindi ci adeguiamo. È già una grande soddisfazione vedere il libro su carta e sapere che qualcuno anche una sola persona lo ha letto, gli è piaciuto e ha deciso di investirci, anche un euro.

Avete una frase, motto che da sempre vi accompagna?

-       Be brave, sii coraggiosa.
-       Sii te stessa, be yourself.

Grazie infinite per essere state nostre ospiti, spero di non avervi annoiate. A presto Emanuela.


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