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mercoledì 2 maggio 2018

Intervista all'autrice Amanda Foley






Buongiorno Amanda benvenuta nel mio piccolo mondo, grazie per aver accettato di farti conoscere e far conoscere il tuo lavoro.
Grazie a te per l’ospitalità.

Inizio con il chiederti chi è Amanda nella vita quotidiana? Quali sono i tuoi interessi, hobby al di fuori della scrittura?

Nella quotidianità sono una mamma single. Amo leggere, fare lunghe camminate per vuotare la mente e raccogliere pensieri nuovi. Amo la mia casa, è il mio nido e impreziosirla con piccole cose nuove, è un hobby che mi rilassa. Mi affascina il cucito creativo, in particolare il patchwork, ma fatico a trovare il tempo per dedicarmici.

Amanda Foley è uno pseudonimo, come mai questa scelta?  Come hai scelto questo nome?

Mi è sembrata la migliore. La scrittura è il mio mondo, una sorta di nicchia in cui dare sfogo alla mia creatività, ma non amo particolarmente espormi. Lo pseudonimo mi regala una sorta di protezione emotiva. Il nome l’ho scelto anni fa e, ad essere sincera non ricordo perché proprio Amanda. Per il cognome ho optato per uno che, pur straniero, si pronuncia facilmente, così come lo si legge. 

La passione per la scrittura è una cosa che ti porti dietro fin da piccola o è nata tempo dopo? Ci racconti un po’?

Fin da piccola ho sempre letto molto e il mestiere dello scrittore mi affascinava tantissimo, ma non ho mai scritto nulla, nemmeno una semplice poesia. Il desiderio di scrivere è nato pochi anni fa. Per caso. Ho deciso di mettermi in gioco partendo direttamente da un romanzo storico, saltando tutte le tappe d’obbligo, si fa per dire, ed eccomi qui.


Ci racconti cosa scrivi? I tuoi libri e chi sono i tuoi personaggi?

Ho iniziato con lo storico e a quello ne è seguito un secondo. Poi sono passata al contemporaneo rosa e da lì alla narrativa dove tratto le tematiche familiari, il tema in assoluto a me più caro.

Da dove trai ispirazione? Quali tra tutti i tuoi personaggi ti assomiglia maggiormente?

La vita è la mia musa; è più intrigante e divertente dell’immaginazione. Non c’è un personaggio in particolare che mi somiglia. Le protagoniste con carattere forte e impulsività mi rispecchiano, ma le loro storie non sono le mie, qualcosina qua e là, ma niente di autobiografico.


Progetti futuri, writingprogress?? Ci puoi anticipare qualcosa?

A breve usciranno due ironici che ho scritto a 4 mani, un’esperienza divertente, e poi un romanzo di narrativa al femminile con una giostra di personaggi femminili dove ogni donna, anche le ventenni, troveranno dei tratti in cui riconoscersi.

Il momento più difficile o comunque più duro (se c’è stato per te) durante la stesura del tuo libro? Ci racconti?

Per Quando una nave si incaglia l’ha deciso il mare la difficoltà maggiore è stata la ricerca storica capillare e accurata e entrare nella mentalità dell’epoca, adottandone il pensiero e soprattutto i modi di espressione, così diversi dai nostri.

Come te li sei immaginati i tuoi personaggi, hai dei presta volto?

Eleonore, l’ho immaginata come Julia Ormond mentre per Edward ho pensato a Brad Pitt. Kathleen l’ho immaginata con il volto  di Liv Tyler mentre per Lady Emma ho pensato a Judy Dench, Alan Rickman per il personaggio di Sean e per Miss Ftzpatrik ho pensato a Mia Wasikowska.






Se potessi vivere in un libro (tuo o di altri) quale sceglieresti e che personaggio vorresti essere?

Sceglierei di vivere in Piccole donne impersonando Jo March.

Che tipo di lettrice sei, quali sono le tue letture e i tuoi autori/autrici preferiti?

Come lettrice antepongo la qualità della scrittura alla storia. Non riesco ad affrontare un romanzo scritto male o con troppe parolacce e sesso buttato lì solo per vendere. Tra i miei autori preferiti annovero Fannie Flagg, Marianne Fredriksson, Tracy Chevalier, W. Somerset Maugham, e tanti altri. La letteratura è piena di ottimi autori.

Hai dei rituali, o abitudini che fai sempre quando leggi o scrivi?

Leggo dovunque, sempre che non ci sia troppo chiasso: in una sala d’attesa, in treno, a casa, al mare. Scrivo solo alla mia scrivania, nel silenzio assoluto.

C’è qualcosa che miglioreresti o aboliresti nel mondo della scrittura self?
Migliorerei le cover e i titoli. Sembrano tutte uguali, lui super palestrato, lei quasi nuda avvinghiati in un torbido abbraccio. Ti amo, ti odio sembrano essere le uniche parole per un titolo, o quasi. Un po’ di fantasia non guasterebbe.

Tu per cosa sei Ce o Self?

Prediligo la CE se ti fa arrivare in libreria e pubblicizza bene l’opera. Se ti fa uscire solo in e-book con pubblicità quasi zero, allora meglio il self. Fatta eccezione per i casi editoriali, in cui credo poco perché il più delle volte sono pilotati, con il self e una buona dose di pubblicità si guadagna di più e si ha la massima libertà di scelta su tutto.

Hai una frase, motto che da sempre ti accompagna?

Beato chi non si aspetta nulla perché non sarà mai deluso. E’ di Pope.
Una sacrosanta verità!

Grazie infinite per essere stata nostra ospite, in bocca al lupo per tutto.
Emanuela.






                                                   

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