Titolo:
7 mesi
AUTRICE: Elena Carletti
Genere:
commedia romantica
N.
pagine: 180
Tecnica
di narrazione: prima persona
Prezzo:
ebook 0,99 €; cartaceo 6,99 €
Sinossi
Elisabetta è
una trentenne pigra, spendacciona e non le importa niente di nessuno. Ama le
scarpe con il tacco, il caffè, la birra e, più di tutti, mortificare le
persone. Quando riceve la partecipazione di nozze di una sua ex compagna di
scuola va nel panico. Come può presentarsi senza lavoro e senza un
accompagnatore? Si prefigge tre obiettivi: dimagrire, trovare lavoro e un
fidanzato.
Nei 7 mesi che
la separano dal matrimonio farà di tutto per raggiungere il suo scopo e, grazie
all’aiuto di Roberto, riuscirà a trovare lavoro da un commercialista. Lavoro
che si complica quando la donna propone un progetto di risanamento per una
ditta che sta fallendo, coinvolgendo l’amico e Ivana: la collega apprendista
piena di buone intenzioni.
Elisabetta ultra
– determinata per i suoi loschi scopi, inappropriata nel ruolo di benefattrice,
narcisista e sboccata riuscirà a capire che nella vita contano anche i
sentimenti? Sono sufficienti 7 mesi per cambiare una persona?
A mano a mano ti accorgi che il vento
Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso
La bella stagione che sta per finire
Ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore
A mano a mano si scioglie nel pianto
Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo
Di quando vivevi con me in una stanza
Non c'erano soldi ma tanta speranza
E a mano a mano mi perdi e ti perdo
E quello che è stato mi sembra più assurdo
Di quando la notte eri sempre più vera
E non come adesso nei sabato sera....
Ma...dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l'inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te
E a mano a mano vedrai che nel tempo
Lì sopra il suo viso lo stesso sorriso
Che il vento crudele ti aveva rubato
Che torna fedele
L'amore è tornato ....
Ma...dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l'inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te
Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso
La bella stagione che sta per finire
Ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore
A mano a mano si scioglie nel pianto
Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo
Di quando vivevi con me in una stanza
Non c'erano soldi ma tanta speranza
E a mano a mano mi perdi e ti perdo
E quello che è stato mi sembra più assurdo
Di quando la notte eri sempre più vera
E non come adesso nei sabato sera....
Ma...dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l'inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te
E a mano a mano vedrai che nel tempo
Lì sopra il suo viso lo stesso sorriso
Che il vento crudele ti aveva rubato
Che torna fedele
L'amore è tornato ....
Ma...dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l'inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te
Forse ho ancora del lavoro da fare, comunque questa canzone
ha di sicuro cambiato la mia vita trasformando una fredda ragazza in … ma
aspettate. Cominciamo dal principio.
1.
La notizia
«Eli ti alzi?» sento dire dalla cucina. Non rispondo, ho
voglia di rimanere a letto oggi. Settembre è cominciato da appena due giorni;
ha piovuto questa notte e il tepore del lenzuolo rimane la cosa più piacevole
provata negli ultimi due mesi, dopo un’estate infernale. Affondo la testa nel
cuscino, i raggi di sole che filtrano dalla finestra mi si conficcano negli
occhi che sento bruciare.
«Eli!» continua mia madre. Accidenti, quando ci si mette è
proprio insistente. Cerco di tirarmi su dal letto ma è così invitante che avrei
voglia di rimanerci tutto il giorno. L’ho già fatto altre volte. Alzo gli occhi
che incontrano lo specchio appeso al muro, dipinto di un fucsia acceso, posto
di fronte al letto. Che colore assurdo, dovevo essere ubriaca quando ho preso
il pennello in mano. Sposto una ciocca di capelli dal volto e la bocca mi si
piega in una smorfia di disgusto. Un ammasso scuro e stopposo si accanisce
sulla testa.
«Eli dai, sono le dieci, c’è posta per te».
«Arrivo» rispondo con voce assonnata. Sono brava a fingere
qualche volta, dovrei fare un corso di recitazione. Magari trovo lavoro in
qualche teatro, o potrei diventare la protagonista dell’ultimo film di Spielberg.
«Buongiorno mamma». Mi guarda con un’espressione di chi
sarebbe capace di farti prendere fuoco solo con un’occhiata. So di non avere un
bell’aspetto, soprattutto il lunedì mattina, dopo una serata passata a guardare
l’ultimo assurdo film del terrore alla televisione in compagnia di tre
bottiglie di Ceres. Spero di averle levate dal tavolino ieri sera.
«C’era questa per te nella cassetta della posta» dice
porgendomi una busta. Non avvisa mai quando decide di venirmi a trovare, il che
succede almeno tre volte a settimana e, come se avesse un apparecchio speciale
che capta le serate “mondane”, si presenta sempre il giorno dopo. Questa casa
sarà anche loro ma ci vivo da sola da quasi un anno, l’ho arredata e ridipinta
io. Devo cambiare la serratura.
Mi consegna la busta che conserva gelosamente tra le mani.
Oh no, sembra una partecipazione di matrimonio. La apro per scoprire che ho
ragione. Cinzia, la mia compagna delle superiori, si sposa. A marzo.
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