Trama
Da quando l'Oriente cinese e giapponese ha creato un'estetica sulle foglie della pianta Camellia sinensis e ha coltivato fino alla perfezione il rito della degustazione dell'infuso, molti trattati sono stati scritti sull'arte di preparare il tè, ma uno solo è rimasto nei secoli l'archetipo, la base di tutti i testi: il Chajing, il Canone del tè, il più antico e il più importante trattato al mondo sulla coltivazione, la preparazione, l'uso e gli echi letterari del tè. Fu composto intorno al 758 dal letterato e poeta Lu Yu, che con questo libro dette un fondamentale impulso alla cultura del tè e ne fissò lo spirito. Alieno da ogni preoccupazione per l'esteriorità, Lu Yu insegna che le circostanze e il luogo della degustazione non sono che accessori, ed è quindi possibile variare l'etichetta in accordo all'ambiente, al numero degli ospiti e al loro rango. Le pagine del Canone si configurano così come un affascinante e rigoroso manuale tecnico di milleduecento anni fa e costituiscono un'opera di sottile poesia e un sacro testo dell'antico Oriente, accessibile nella traduzione dal cinese, corredata di un ampio apparato di note filologiche e storiche.
Il canone del tè di Lu Yu è il più antico volume esistente sulla nostra bevanda preferita. Questo libro spiega meglio le origini, il significato, la storia e la filosofia che sta dietro a quello che dall'esterno può sembrare una semplice tazza di bevanda calda.
Essendo stato il primo testo (è stato molto probabilmente composto tra il 758 e il 761 d.C.) di questo tipo è stato utilissimo per tutti i mercanti di tè ed anche il capostipite per una serie di volumi simili.
Il libro è diviso in alcuni capitoli che trattano tutte le tematiche legate al mondo di questa benefica pianta. Partendo dagli strumenti utilizzati, alla lavorazione delle foglie, le indicazioni per la preparazione dell'infuso, la degustazione e le aree di produzione e agli annedoti sul tè.
In quest’ultima parte ci sono dei veri e propri componimenti poetici. Per esempio in una lettera scritta da Liu Kun al nipote si legge: “In me ci sono stordimento e melanconia e spesso ricorro al vero tè per scacciarli”. O ancora si dice che il principe di Yuzhang, dopo aver assaggiato una tazza di tè preparata da un monaco sul monte Bagongshan esclamò: “Questa è ambrosia! Perché lo chiami tè?”. Secondo poi lo Za Lu (una miscela di memorie) scritto da Tao Hongjin il tè alleggerisce il corpo e rende immortali.
Interessante anche il capitolo dedicato alla tazza migliore per il tè che deve essere di ottima porcellana con l’orlo arrotondato verso l’esterno. Altro dettaglio rilevante: deve essere verde-azzurra perché questo colore esalta le naturali sfumature del tè.
Forse può dare l’impressione, a una lettura veloce, che la preparazione del tè sia un tecnicismo, un rito con regole fin troppo precise, ma nelle parole dell’autore c’è anche tanto sentimento e, cosa che mi piace molto, voglia di condivisione.
Nicoletta
Caffè Tè Articoli da regalo
di Valentino Nicoletta
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