Titolo: Penelope
Autore: Anya Wylde
Traduttore: Mirella Banfi
Editore: Self
Data di uscita: 24 Novembre 2020
Genere: Romance Storico
Pagine: 275
Kindle Unlimited
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Sinossi
Lasciandosi alle spalle il
fascino rurale di Finnshire, miss Penelope Fairweather arriva a Londra con la
speranza nel cuore e un sogno negli occhi. È stata invitata a partecipare alla
stagione londinese per catturare un marito.
E mentre cerca di affrontare la
stagione con tutta la sua rustica raffinatezza, la suddetta raffinatezza,
sfortunatamente, si rivela essere delicata come un grosso orso che stia
cercando di fare a pezzi un alveare infestato da api ronzanti.
Tra disavventure, amori, balli al
chiaro di luna, abiti eleganti, baffi finti, briganti di strada, bellezze
malevole, borsaioli e l’ira di un duca diabolicamente attraente, riuscirà la
nostra eroina a trovare un marito?
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Prologo
Era aprile in Inghilterra. Quindi era logico
che piovesse.
Gli inglesi, altrettanto logicamente, erano
felicissimi perché il tempo era orribile e avevano un motivo per lamentarsi. Ma
quel giorno in particolare i londinesi erano ancora più entusiasti perché non
solo stava piovendo, ma c’era anche un temporale. Tuoni, fulmini e venti
ruggenti spazzavano le strade di Londra portando con sé chili e chili di
spazzatura, gatti malnutriti, spazzacamini e una sfortunata donzella con
un’ampia sottana rosa che aveva deciso di uscire di nascosto dalla sua
rispettabile dimora per sbaciucchiarsi con un uomo non così rispettabile.
Nelle parti più chic della città, gli
aristocratici grassocci sedevano su cuscini ben imbottiti deplorando lo stato
dell’economia, della politica e della letteratura. Unica eccezione era la
magione dei Blackthorne, una vera a propria fortezza dove risiedeva l’attuale
duca di Blackthorne, Charles Cornelius Radclyff. Dicevano che la storia della
famiglia Radclyff potesse essere fatta risalire a centinaia di migliaia di
anni. Questo cioè, se qualcuno era di larghe vedute, era un tipo fiducioso o,
meglio ancora, avesse la testa vuota.
Sir Henry Woodville (la creatura vivente più
vecchia nella dimora dei Blackthorne) non era certo fino a quando si potesse
far risalire la storia, ma, cercando, era sicuro che gli antenati della
famiglia Radclyff fossero stati i creatori originali dell’Atlantide di Platone,
e, dopo qualche bicchierino, confessava che avrebbero potuto essere Adamo ed
Eva. (Nei circoli più esclusivi, si sussurrava che sir Henry Woodville potesse
essere un pochettino senile.)
Quindi la residenza dei Blackthorne si ergeva
possente e fiera e lottava contro l’assalto della pioggia sferzante mentre
all’interno delle sue mura grigie la duchessa vedova e sua figlia, lady Anne
Radclyff, erano strette accanto al fuoco e trasalivano delicatamente
ogniqualvolta il tuono ruggiva. Non stavano discorrendo di argomenti
appropriati, ma aspettavano l’arrivo della nostra eroina, miss Penelope
Winifred Rose Spebbington Fairweather ed è qui che comincia la nostra storia.
La duchessa vedova di Blackthorne, (che per
brevità d’ora in poi chiameremo semplicemente la duchessa) lanciò un’occhiata
preoccupata alla porta, mentre lady Anne fissava l’orologio a pendolo ordinando
mentalmente alle lancette giganti di muoversi.
«È in ritardo, mamma.»
«Arriverà presto.»
«Pensate che sia morta?»
«Annie, non è poi così in ritardo!»
«Sì, ma arriva da lontano, da quel villaggio…
Finny. È tutto il giorno che piove e ha rifiutato la carrozza che le abbiamo
offerto. La diligenza potrebbe essere finita in una buca ed essersi rovesciata.
Immagino che sia distesa in un fosso, con il sangue che si raccoglie sotto il
suo corpo contorto e nemmeno un’anima in vista.»
«È Finnshire e non Finny e ha con sé la sua
cameriera.»
«Beh, allora è morta anche la cameriera. Il
peso della diligenza ha fatto fuori lei prima della sua padrona. La povera miss
Fairweather si contorceva e ha tremato per un’eternità, lottando per
quell’ultimo respiro.»
«Prenderò seriamente in considerazione il tuo
vivido scenario se miss Fairweather non arriverà entro le prossime cinque ore.
Fino ad allora, potremmo conversare come gentildonne? Se tuo fratello ti
sentisse parlare in questo modo ti spedirebbe in campagna per le prossime tre
stagioni.»
«Sono annoiata. Non posso andare a far
compere, a cavalcare o sentirmi eccitata per la stagione. Sapete che ho
partecipato a centocinque balli solo l’anno scorso, senza contare le cene e i
ricevimenti pomeridiani?»
«A miss Fairweather sarebbe piaciuto
partecipare a centocinque balli l’anno scorso. Hai avuto il piacere di tre
stagioni, mentre la povera cara non ha mai avuto altro che qualche ballo al
villaggio.»
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