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lunedì 21 settembre 2020

Recensione - LE OCCASIONE PERDUTE - di MARINA ATZENI

 


LE OCCASIONE PERDUTE

di MARINA ATZENI

Casa editrice: PubMe collana Policromia

Anno pubblicazione: 2019

Genere: Narrativa contemporanea

 

Trama

È un giorno come gli altri. Ma non per Elena. Perché Elena si sveglia e non può più camminare, non può più parlare. Può solo confidare nella sua mano, che con caparbietà traccia il confine di quella che è la sua nuova vita, affidando tutta la sua anima alle pagine di un diario. Fatto, eventi, emozioni di una sedicenne che acquisiscono un significato particolare, per quello che la vita le ha riservato.  Per il destino che così crudelmente si è beffato di lei. Fino a un incontro che segnerà la svolta, l'inizio e la fine di tutto.

 

Recensione

 

Un libro sotto forma di diario personale di una ragazza adolescente costretta a convivere con una malattia mostruosa che la spinge ad entrare molto in contatto con se stessa, con i suoi pensieri più profondi e le sue emozioni più vere. Da qui la necessità di mettere su carta queste sue parole, un modo per lasciare un ricordo, una traccia della sua presenza.

Ho imparato che, anche se non raggiungiamo il risultato sperato, a volte è il cammino percorso che conta"

Un viaggio attraverso emozioni forti e profonde, dalle quali non si può fuggire, ti travolgono e colpiscono soprattutto perché a descriverle è una giovanissima donna con tutta la vita davanti.

Oltre questo aspetto, vengono anche descritte le relazioni che intercorrono nella famiglia, nell'amicizia e nell'amore prima e dopo la malattia. Non vengono descritte in modo esplicito, ma attraverso la narrazione si riesce a leggere tra le righe, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con la famiglia.

“Il pianoforte di Einaudi suona solo per me. Le lacrime continuano a cadere. Ma sono lacrime salate. Mio fratello mi ha salvata.”

Emozioni che costringono a mettersi a nudo, a riflettere, ci fanno esplorare la parte più profonda di una persona che non ha più aspettative dalla vita, si parla anche di amore, quello semplice, casto e puro come lo è a quell'età. Il primo amore, che fa soffrire, a volte devasta oppure come in questo caso ti salva e ti aiuta a capire cosa si nasconde dietro al significato del “vivere”.

Questo aspetto secondo me poteva essere sviluppato meglio, l’ho trovato troppo veloce e improvviso, non travolgente come ci si aspetterebbe.

 

La scrittura ed alcuni pensieri in alcune parti risultano troppo complessi ed elaborati per essere scritti da una sedicenne, almeno secondo me, questo devia un po’ dal filone che ha la storia rendendola poco coerente.

“Ho provato a guardarli dall'esterno, non come “madre e padre" ma come uomo e donna che vivono insieme, immersi nella routine dalla loro vita e dei loro problemi”

La parte secondo me più bella e reale è stata quella finale, dove è la madre a raccontare cosa si prova dall'altro lato. L’ho sentita molto vera e concreta.

Con lei è morta una parte di me. I miei figli sono la mia vita. E ora per metà la mia vita è volata via. Per metà io non ho più vita.”

Posso aggiungere, che è un libro scritto molto bene, con un tema molto forte e delicato e di cui ho sentito e letto molto. Se le descrizioni fossero state più approfondite e dettagliate credo l’avrei apprezzato molto di più.

Comunque da leggere almeno una volta.

Katia


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