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sabato 2 novembre 2019

Recensione - Il Taccuino della vergogna - di Frank Gramuglia



Titolo: Il taccuino della vergogna
Autore: Frank Gramuglia
Editore: 96, Rue De La-Fontaine
Collana: Voci cattive
Genere: Narrativa contemporanea


Sinossi



A Federico piace troppo il sesso per credere nella monogamia. Le donne sono la sua ossessione. È cinico, indolente, disincantato e diretto. Gramuglia ci racconta la sua storia con uno stile asciutto, ironico e dannatamente vero. "A quell'ora c'erano solo i furgoni dei netturbini che scendevano infreddoliti a scaricare la spazzatura. Solo allora, osservandoli, capivo che non ero l'unico stronzo ad averlo preso in culo dalla vita. Ma ora tutto ciò era lontano. Avevo un lavoro dignitoso che mi toglieva la libertà, ma mi forniva il denaro".

Recensione

"L'uomo stava sradicando dall'evidenza il bambino che era dentro di me, lo stava strappando dall'anima, lo prendeva a sberle e voleva calpestarlo. Dovevo Impedirglielo."

Buongiorno lettori oggi vi parlo del libro di Frank Gramuglia "Il taccuino della vergogna", una storia estremamente attuale, in cui molti coetanei del protagonista probabilmente ci si potranno rispecchiare.
Lo stile dell'autore è riconoscibile, la scrittura è scorrevole e fluida. L'autore ci pone davanti a dei piccoli racconti, spaccati di quotidianità che si rincorrono, dando un ritmo veloce e di facile comprensione. 

"Nel mondo in cui la libertà finiva dove finiva il proprio denaro, avevo trovato il modo per avere un pò di denaro 
a discapito della libertà."

Il protagonista diventa specchio di una realtà certamente poco ottimistica, ma in linea con gli eventi che ci si trova a vedere o vivere quotidianamente. Il linguaggio usato è molto sfacciato, grossolano, e devo dire che questo un poco mi ha infastidito, più che altro perché ripetuto troppe volte e per ribadire i medesimi pensieri e/o concetti. Per quanto mi riguarda, quando leggo voglio e ho bisogno di staccare dalla realtà, spesso troppo opprimente, qui è impossibile, anche perché l'autore è su questo che incentra la storia, per questo mi sono sentita un pò frenata e non  ho saputo apprezzare in pieno i racconti, nonostante siano stati scritti molto bene, con accuratezza e cognizione di causa.
Non sono riuscita a riconoscermi e ad entrare in contatto con il protagonista troppo superficiale sia nel modo di vedere la propria vita che nel modo in cui vi si pone. Spesso fa passare quasi giustificati pensieri e comportamenti che da mamma e donna non riesco ad accettare. 
Detto questo che è pur sempre solo ed esclusivamente un mio pensiero, come detto sopra non posso assolutamente non dare atto all'autore di aver comunque dato vita ad una trama ben delineata, in linea con il protagonista e di aver usato parole forti nel modo e nei punti giusti, rafforzandone concetti e vicende.

"Ognuno di noi ha bisogno di una Gloria per diventare cinico, 
e la maggior parte l'ha avuta."

Alla prossima lettura, Emanuela.

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