Ciao Simonetta benvenuta, raccontaci un po’ di te, scrittura e vita quotidiana, come riesci a conciliarle?
Mi chiamo Simonetta e faccio la restauratrice di opere d'arte.
Praticamente da sempre. Tuttavia, ancor prima che impugnare colori e pennello,
il principale canale attraverso il quale ho espresso le mie emozioni, è stata
la scrittura. Fin da ragazzina tenevo il classico diario sul quale annotare
pensieri, paure, riordinare eventi.
Tutto ciò mi ha sempre dato modo di spaziare, anche con la fantasia.
Ho un lavoro che mi permette di poter gestire i tempi e di ritagliare un
pò di spazio per me. Soprattutto, svolgo un lavoro che mi consente di pensare
parecchio e questo aiuta chi ha in mente storie da raccontare.
Il romanzo che ho scritto, IL PUNTO DI NON RITORNO, è "nato"
in 10 mesi circa, durante i quali ho scritto, a mano, tutti i giorni. Senza
interruzione. Ho scritto in ogni ritaglio di tempo. Durante le pause pranzo,
mentre preparavo la cena per la famiglia, in attesa che una delle mie figlie
uscisse da scuola, di notte...aspettando che la figlia piu grande facesse
ritorno dalla discoteca. Insomma, è stata un'avventura. Un'avventura
meravigliosa ed appagante.
La scrittura com’è entrata nella tua vita? Qualcosa
o qualcuno ti ha spinta verso questa tua passione?
Nessuno mi ha spinta ad intraprendere questa strada. Sono sempre stata
circondata da libri. Questo ha sicuramente influito nella mia passione per la
scrittura. E’ sempre stato un sogno nel cassetto.
Che tipo di lettrice sei? Secondo te qual è il
luogo e il momento ideale per dedicarsi alla lettura? E per la scrittura?
Sono una lettrice appassionata. Il momento ideale per leggere? Sempre.
Ogni qualvolta se ne sente la necessità, idem per la scrittura. Senza libri mi
sentirei persa.
E ora parliamo dei tuoi libri, prova a presentarli
e a raccontarli a chi leggerà l’intervista ed ancora non ti conosce.
Sono una scrittrice emergente ed IL PUNTO DI NON RITORNO è il mio r manzo
d'esordio. Raccontarlo in poche righe è davvero riduttivo. Potrei partire
affermando che si tratta senza dubbio di una storia d'amore all'interno della
quale si sviluppa un giallo. Il romanzo è narrato a due voci: quella del
protagonista maschile, Giulio, e quella della protagonista femminile, Sara.
é stato divertente tentare di immedesimarsi nel pensiero maschile. Una
sfida che spero sia riuscita.
I due personaggi hanno entrambi un passato "pesante" alle
spalle. Vicende intricate che mano a mano si dipanano e si svelano attraverso i
due diversi punti di vista.
Attraverso di loro ho espresso pensieri e riflessioni su tematiche
sempre attuali. Come l'amore, i sensi di colpa, la violenza, le difficoltà che
inevitabilmente la vita pone ad ognuno di noi.
Sono i punti di non ritorno. Eventi che ti destabilizzano e di fronte ai
quali è necessario reagire per non soccombere, ritrovare equilibri perduti.
Ristabilirne di nuovi. Prendere posizione, trovare il coraggio di fare delle
scelte.
Insomma...per citare una delle recensioni più care che mi sono
giunte...IL PUNTO DI NON RITORNO è un libro per tanti. Per chi ha un passato da
lasciare alle spalle, per chi sogna un futuro prospero, per chi vuole godersi
il presente attraverso una lettura che infonda positività.
Per quanto riguarda il tuo lato da scrittrice, come
nasce una tua storia, da cosa parti e come prosegui?
Come nasce una storia? Dall'immagine di un luogo, che per quanto
riguarda questo libro è stata senza dubbio la Toscana. Regione che amo
profondamente. Una storia nasce da un episodio impresso nella tua testa. Da un
vissuto che hai voglia di sviscerare. Credo che chiunque scriva abbia un
approccio differente a seconda delle proprie esperienze e delle proprie
inclinazioni.
Realtà e immaginazione in che percentuale si mischiano
nei tuoi libri?
Nel PUNTO DI NON RITORNO convivono realtà ed immaginazione. Chi mi
conosce ha ritrovato molto di me nelle pagine del libro. Quindi...facciamo un
30 % di verità ed un 70% di finzione?!
Com’è stato pubblicare il tuo primo libro? Cosa ne
pensi del mondo Self che oggi è molto diffuso?
Salvo restando che chiunque è libero di scegliere la strada che
preferisce per farsi conoscere, personalmente sono in disaccordo sulle
auto-pubblicazioni o self-publishing. Prima che ACAR edizioni pubblicasse il
mio romanzo, lo avevo inviato ad altre case editrici. Mi avevano risposto
positivamente in cinque delle quali non farò il nome ma si trattava di case
editrici a pagamento. Ho rifiutato tutte le volte perchè ho sempre ritenuto che
qualora il mio lavoro ne fosse valso la pena, allora un editore avrebbe creduto
in me a prescindere dal pagamento per la distribuzione, stampa, editing o
quant'altro mi avessero proposto. E così è stato. Ed è stata un'enorme
soddisfazione. Un'emozione fortissima.
Quali progetti hai attualmente, stai scrivendo
qualcosa? Puoi anticiparci qualche curiosità?
Attualmente sto scrivendo sì. Preferisco tuttavia non anticipare nulla
perchè non sai mai che tipo di storia diventerà quando l'avrai terminata. A
volte sono i personaggi stessi a prenderti per mano e a portarti dove non
avresti mai pensato.
Quanto sono importanti le presentazioni dal vivo?
Ne vale la pena?
Le presentazioni dal vivo sono, a mio parere, fondamentali. Più che per
farsi conoscere si tratta spesso di un arricchimento personale. Si conoscono
persone, si entra in contatto con mondi differenti, si condividono esperienze.
Ogni volta ti porti a casa qualcosa in più dal punto di vista umano.
Infine ti chiedo, hai una frase a cui sei
particolarmente legata che hai scritto nei tuoi libri? Ci spieghi anche il
perché?
"I giorni importanti, quelli che ti segnano
nel profondo, sono fatti così.
Se ne stanno appostati come subdole sentinelle in
attesa.
Infilati con voluta noncuranza nella sequenza di
attimi che scandiscono l'esistenza, camuffati da una parvenza di ordinarietà.
E ti colpiscono a tradimento, come cecchini.
A volte lo fanno, sì. E sta a te assorbire il
colpo, non soccombere, ritrovare un assetto dopo la caduta.
Quel dì avevo perso mio padre e avevo conosciuto
l'italiana di Londra.
E niente.
La mia vita non era più stata la stessa."
Questa è senza dubbio la frase più rappresentativa del romanzo. Riassume
il senso di ciò che ho precedentemente spiegato. La vita di ognuno di noi è
scandita da punti di non ritorno. Positivi o negativi che siano ci costringono
ad un cambiamento. Sta a noi dare una direzione a questo mutamento. Trasformare
il dolore in energia positiva.
Ti ringrazio per il tuo interessamento. Grazie ancora e buona vita!
Grazie a te per questa bella chiacchierata. A presto Emanuela.
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