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sabato 13 gennaio 2018

RUBRICA READ & EAT IL 2018 E' L'ANNO DEL CIBO ITALIANO



Buongiorno a tutti e buon sabato, dopo le abbuffate delle feste appena passate non si ha molta voglia di parlare di cibo, ma preparatevi perchè in tutto il corso di questo nuovo anno, ne sentirete parlare parecchio.

Decisione questa presa dai ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali e dei Beni culturali e del turismo. Le manifestazioni, le iniziative e gli eventi — tutti legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica italiana — partiranno, da subito, fin da gennaio. Si punta, in particolare, sulla valorizzazione dei riconoscimenti Unesco legati al cibo come la Dieta Mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi della Langhe Roero e Monferrato, Parma città creativa della gastronomia e all’Arte del pizzaiuolo napoletano iscritta di recente nell’albo d’oro dell’Unesco. Quello a cui ambiscono anche — e l’anno del cibo sarà l’occasione per il sostegno alla candidatura già avviata — il Prosecco e l’Amatriciana. Allo stesso tempo saranno attivate iniziative per far conoscere e promuovere, anche in termini turistici, i paesaggi rurali storici, per il coinvolgimento e la promozione delle filiere e ci sarà un focus specifico per la lotta agli sprechi alimentari. Lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio sarà il cuore della strategia di promozione turistica che verrà portata avanti durante tutto il 2018 attraverso l’Enit e la rete delle ambasciate italiane nel mondo e permetterà di evidenziare come l’enogastronomia faccia parte del patrimonio culturale e dell’identità italiana.


«Abbiamo un patrimonio unico al mondo — ha spiegato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina presentando nei giorni scorsi l’iniziativa — che grazie all’anno del cibo potremo valorizzare ancora di più. Dopo la grande esperienza di Expo Milano, l’esperienza agroalimentare nazionale torna ad essere protagonista in maniera diffusa in tutti i territori. Non si tratta di sottolineare solo i successi economici di questo settore che nel 2017 tocca il record di export a 40 miliardi di euro, ma di ribadire il legame profondo tra cibo, paesaggio, identità, cultura. Lo faremo dando avvio al nuovo progetto dei distretti del cibo. Lo faremo coinvolgendo i protagonisti a partire da agricoltori, allevatori, pescatori, cuochi. E credo che in quest’ottica sia giusto dedicare l’anno del cibo a una figura come Gualtiero Marchesi, che ha incarnato davvero questi valori facendoli conoscere a livello internazionale». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini: «Dopo il successo del 2016 anno nazionale dei cammini e del 2017 anno nazionale dei borghi, il 2018 sarà l’anno del cibo italiano. Un’occasione importante per valorizzare e mettere a sistema le tante e straordinarie eccellenze e fare un grande investimento per l’immagine del nostro Paese nel mondo. Grazie alla collaborazione dei ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, l’Italia potrà promuoversi anche all’estero in maniera integrata e intelligente valorizzando l’intreccio tra cibo, arte e paesaggio che è sicuramente uno degli elementi distintivi dell’identità italiana». Il primo passo del 2018 anno del cibo italiano è una campagna social tutta incentrata su alimenti e piatti d’autore, realizzati con tempera e chiaro scuro, in marmo o su ceramica: l’account Instagram @museitaliani posta e condivide circa 50 locandine digitali.


- Articolo preso dal Corriere della Sera.


Eccovi 6 PATRIMONI DELL'UMANITA', legati al cibo in Italia...

- La dieta mediterranea
L'Italia ha ereditato la cultura dell'eccellenza non solo a livello di prodotti di alta qualità, ma anche per quanto riguarda lo stile di vita, le tecniche e abitudini di consumo. Nel caso della dieta mediterranea, entrata nella lista dei patrimoni dell'umanità nel 2010, ogni singolo aspetto di questa antica tradizione è considerato una peculiarità.

- I Paesaggi

Dopo un lungo e faticoso  processo di candidatura ed il disegno specifico di questi territori, nel 2014 le zone vitivinicole di Langhe-Roero e Monferrato sono ufficialmente entrate a fare parte dei Patrimoni dell'Unesco. Questa parte di Piemonte non solo è la culla dei migliori vini,ma è anche luogo ricco di storia, arte e cultura, dove la forza della natura e la mano dell'uomo si incontrano nella bellezza singolare di un paesaggio.


- Coltivazione della vite di Zibibbo ad alberebello di Pantelleria

La prima pratica agricola ad essere riconosciuta dall'Unesco, sempre nel 2014, appartiene, anche in questo caso, ad una realtà tipica, dove i diversi elementi culturali confluiscono in un unico territorio: Pantelleria e, più in generale, il sud dell'italia.
La qualità dello Zibibbo è stata importata dai Fenici, mentre i terrazzamenti per la coltivazione sono di origine araba.
L'alberebello  è una tecnica particolare, che prevede la formazione di una buca, all'interno della quale viene coltivata la pianta e viene mantenuto un microclima ottimale per la sua crescita.


- Parma città creativa per la gastronomia

Parma viene inclusa nella lista nel 2015. L'intera provincia è la sede di importanti aziende come la Barilla e la Parmalat, oltre che il luogo di nascita dei prodotti-simbolo dell'italia all'estero, come il prosciutto di Parma, il parmigiano Reggiano etc...
Molte realtà, come le botteghe tradizionali, hanno resistito ai cambiamenti degli ultimi decenni nel settore della distribuzione alimentare e, ancora oggi, sopravvivono grazie alla forza della loro identità.



- Alba città creativa per la gastronomia 

Nel 2017 Alba è stata la seconda realtà italiana riconosciuta come città creativa per la gastronomia. Fra le eccellenze di questa piccola realtà piemontese troviamo le nocciole, il tartufo, i ravioli plin, la carne cruda,il bonét. E per quanto riguarda le persone, troviamo lo chef tre stelle michelin, Enrico Crippa.

- L'arte dei pizzaiuoli Napoletani

Fare la pizza Napoletana, è considerato un arte. Il 2017 si è concluso con il verdetto ufficiale da parte dell'UNESCO.
Una proclamazione, quasi necessaria, dal momento che questo piatto, ormai considerato un cliché della nostra cultura, viene emulato in ogni parte del mondo.


Con la speranza di avervi donato un piccolo spazio di curiosità e cultura, vi do appuntamento alla prossima settimana! 
Un abbraccio Emanuela.

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