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mercoledì 24 gennaio 2018

Giornata Intervista con Filippo Semplici






Ciao Filippo, eccomi finalmente a farti un po’ di domandine!
Ciao Emanuela e grazie per l’opportunità che mi offri.
Per prima cosa vogliamo conoscerti un po’, raccontaci chi sei e cosa fai nella vita? Quali sono i tuoi hobby e le tue passioni oltre alla scrittura?
Chi sono io?
Un bambino di 41 anni, che nonostante lo spread, la Corea del nord, Trump, l’emergenze rifiuti e le scie chimiche nel cielo, non riesce a smettere di sognare.
Credo che in fondo al Loch Ness si nasconda un mostro preistorico, credo che sulle vette dell’Himalaya viva loYeti, credo che gli UFO ci abbiano fatto visita almeno un paio di volte, credo, sì, credo ancora in un mondo migliore. Sono un folle? Un idealista? No, solo un sognatore.
Oppure potrei risponderti che sono un impiegato, di quelli senza cravatta (non mi dona), che lavora otto ore al giorno e appena ha un minuto libero si infila scarpe da ginnastica e pantaloncini, e va a fare jogging. Quindici, sedici chilometri in aperta campagna, con tutte le stagioni. Quando corro, penso, immagino, costruisco, creo. A chi mi domanda “Cosa fai mentre corri?”, rispondo: “Scrivo”.

  • Io ho avuto il piacere di leggere “ Ti guarderò morire” ed è stato il mio primo thriller, mi ha entusiasmato tantissimo e mi ha aperto davvero un mondo. Ci racconti un po’ quando e come è nata questa storia?
  • La storia è nata quando ho ripreso in mano un vecchio e breve racconto che ammuffiva nel cassetto (pardon, nel PC), e ho deciso di trasformarlo. Nemmeno io sapevo dove mi avrebbe portato, ma più che andavo avanti, più la storia si modellava in qualcosa che mi piaceva.
    Ho deciso così di usarla per affrontare due temi che mi stanno a cuore: la violenza dilagante che in questo periodo sembra aver preso di mira il mondo, e i pericoli del web.
    Navigando in internet mi sono imbattuto in argomenti che mi hanno davvero sconvolto, e da qui, l’idea di parlarne.



  • Cosa spinge e soprattutto a cosa ci si ispira per scrivere questo genere? Quali sono i punti cardine per riuscire a tenere il lettore con il fiato sospeso e soprattutto a spaventarlo?
  • Non ci crederai, ma non c'è una risposta precisa a questa domanda.
    Posso dirti che la realtà mi annoia, con la sua arroganza di voler spiegare tutto a ogni costo, e fin da bambino ho sempre cercato rifugio in un mondo dove l’impossibile la facesse da padrone.
    Mi piace avere paura, perché la paura è una forma di intelligenza. Di conseguenza mi piace riuscire a spaventare gli altri.
    Esistono tecniche per tenere il lettore col fiato sospeso, ma al di là dei manuali, credo che l’essenziale sia leggere, assorbire lo stile e la bravura di chi è più in alto di noi. Il resto si riduce a esperienza e fantasia.
  • In questo libro parli del Deep Web, spigaci un po’ di cosa si tratta, come ne sei venuto a conoscenza e perché hai pensato di scriverci una storia?
  • Ti rispondo così: molti lettori mi hanno contattato privatamente per ringraziarmi di aver aperto loro un mondo che credevano non esistesse. Avevano paura per i propri figli.
    Quindi, perché parlare del deep web?
    Perché in molti, moltissimi, non sanno neppure che cosa sia. E un nemico non lo puoi combattere se prima non lo conosci. Ma ci tengo a specificare che non tutto il deep web è malato, assolutamente no. Ho preferito soffermarmi solo sugli aspetti più pericolosi e disturbanti di questo misterioso mondo virtuale. Purtroppo oggi nessuno di noi si rende conto del pericolo a cui sI espone, anche semplicemente postando una foto su Facebook.
    I nostri figli sono quelli che corrono il rischio maggiore perché già da piccoli iniziano a diventare internet dipendenti.
  • Come ho già detto e spiegato nella mia recensione,
“l'autore ti intriga, non fornisce molti indizi, ti fa ipotizzare, ti crea in testa varie possibilità, soluzioni , ma niente è come appare, l'assurdo e l'imprevedibile sono li che ti attendono per sconvolgerti e buttarti in un mondo parallelo, nascosto, inquietante. I luoghi che descrive diventano reali e vivi durante la lettura, riesce a portarti li con il protagonista Orlando, ti rende partecipe di ogni emozione, i brividi, la paura e la rabbia diventano tuoi!”


Lettura di un Estratto del libro " Ti guarderò morire"



Questa storia sono certa potrebbe diventare un bel film, che attori vedresti nei panni dei tuoi personaggi?
Domanda difficile!!! Soprattutto perché non sono molto attento al mondo dello spettacolo, però ci provo.
Vogliamo fare un colossal hollywoodiano? D’accordo.
Allora, nei panni di Orlando vedrei bene Jude Law, perché ha la faccia da bravo ragazzo, ma sa diventare inquietante, quando vuole.
Nei panni di Elise vorrei Sandra Bullock perché la vedo combattiva e dolce al punto giusto.
Nei panni di Beccamorti… non te lo dico 😊
  • Come è arrivata la scelta del luogo in cui si svolgono le vicende? Ci sei stato?
  • Borgoladro è un paese immaginario che non esiste, ma che ho pensato e voluto vicino a casa mia.
    Ogni storia che scrivo è ambiantata nella mia Toscana e coinvolge i luoghi abituali che frequento o di cui sono innamorato.
  • Ci sarà un seguito della storia? Se si quandoooo???
  • Sto lavorando al seguito da più di un anno, e sarà un romanzo bello robusto. Sono già a 500.000 battute e nemmeno a metà storia. 

ED eccovene anche un'altra in video:


  • Hai altri progetti in cantiere? Ti spingeresti verso altri generi? Se si quali?
  • Giusto ieri è uscita la mia nuova pubblicazione: “Il faro”.
    Questa volta si tratta di un horror molto introspettivo, in cui sangue e urla lasciano il posto a paura e disperazione, solitudine e pazzia. Ha già avuto riscontri molto positivi ed entusiasmanti da parte di personaggi dell’editoria (quella che conta), che mi fanno ben sperare.
    Se scriverò mai un genere diverso?
    Chissà, forse sì. Anzi, sicuramente lo farò. Il giorno in cui sarò lobotomizzato.
  • Che tipo di lettore sei? Un libro che assolutamente consigli e perché?
  • Sono un lettore onnivoro, che legge un po' di tutto, ma se posso scegliere preferisco sempre un bel thriller.
    Nel mio blog “Nero su bianco” svolgo recensioni, e quindi sono abituato a leggere qualunque cosa mi venga sottoposta, più o meno.
    Un libro che consiglierei?
    “Misery” di Stephen King. É stato l’unico, giuro, l’unico che mi abbia ricordato che si può avere paura del buio anche da grandi.

  • Infine se ti va scriveresti un piccolo messaggio da parte di Orlando ai lettori per convincerli a leggere la storia?
  • Penso che il suo messaggio potrebbe essere questo:
    “Non si rimane sempre gli stessi. La vita ci cambia. A volte basta una vacanza, un paese, un’equivoco. Basta assaggiare il veleno che scegliamo ogni giorno, e nulla sarà più come prima”.
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Grazie per questa intervista, aspetto tue notizie su prossimi lavori! 
A presto Emanuela


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