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Sito web: http://www.babiloniaedizioni.com/
1-La storia
di Babilonia Edizioni, com’è nata, chi la compone?
La casa editrice nasce da un’idea mia (Moreno
Casciello) e di Alessandra Monaco, fondatrice dell’associazione Destinazione Libri. L’idea è sempre
stata quella di lavorare con esordienti o con emergenti, concentrandoci su
opere valide. Il compito non è affatto semplice, e non mi riferisco alla loro
pubblicazione, ma alla loro affermazione nel mercato librario. Noi possiamo
aiutarli, ma pochi ce la fanno a emergere, questo perché il successo dipende da
troppi fattori non sempre nelle nostre mani. La casa editrice fornisce gli
strumenti per poter competere, e penso che lo facciamo bene. Oltre a noi due ci
lavorano tutte le figure professionali necessarie: un grafico (Giulio
Mirabella), un’illustratrice (Valentina Brostean), diversi editor (tra cui Sara
Gavioli e Maria Pia Dell’Omo) e tante altre figure, tra cui lettori di
manoscritti, fotografi, addetti alla comunicazione, ecc. Silvia Licenziato
gestisce il canale YouTube.
2-Come
scegliete un libro, cosa deve avere per catturare la vostra attenzione?
Il libro deve indubbiamente essere valido, lo
scrittore deve avere talento letterario. Questa è la premessa. Poi, dato che il
compito deve essere quello di aiutarlo a emergere, l’autore deve essere ricettivo,
seguire i nostri consigli, attivarsi in prima persona per farsi conoscere. Se
l’autore è il primo a cui non gliene frega molto, non possiamo aiutarlo.
3-Che
rapporto avete con gli scrittori della vostra squadra, difetti e pregi. C’è
qualcosa che cambiereste?
4-Il primo
libro in assoluto che avete pubblicato? Ce lo raccontate?
Il ritorno di Bianca Baratto, un
romanzo di formazioni e di crescita che fa da ponte tra oriente e occidente,
ambientato in gran parte a Nuova Delhi. Si sposava benissimo con la nostra idea
di crescita ed evoluzione, in sintonia anche col nome della casa editrice.
5-Che
consigli vi sentite di dare a una piccola casa editrice che vuole crescere?
Noi siamo tra i piccoli, quindi dovremmo chiedere
noi consigli e non darli. Di sicuro bisogna lavorare con l’aiuto di
professionisti e non badare al risparmio a tutti i costi. Il lavoro fatto bene
ripaga sempre. Di pari passo va la pubblicità, ma lo spam e la condivisione
esasperata non servono. Sono utili recensioni ben fatte, un sito semplice da
consultare, pagine Facebook e Instagram sempre aggiornate. I risultati
arriveranno col tempo. Non fare mai spese esasperate, tutto deve essere
equilibrato. Gli investimenti vanno fatti nella misura giusta. Le grandi case
editrici investono soldi su pochi nomi, gli altri si trascinano dietro.
Spendere tanto per fare tirature esagerate e poi non fare pubblicità è
sbagliato, così come non serve fare tanta pubblicità se non si hanno poi i
soldi per le tirature adeguate. Così come non si possono investire gli stessi
soldi per l’autore di punta e per l’ultimo arrivato. Quando la casa editrice va
bene, ne giovano tutti gli autori. Se un libro vende molto, gli altri non
devono essere gelosi, perché il guadagno monetario e di immagine giova
all’intero marchio e da più visibilità agli altri titoli del catalogo.
6-Come mai
la scelta di concentrarvi sugli autori emergenti? In che modo li aiutate? Che
consigli vi sentite di poter dare loro?
Per una piccola casa editrice la pubblicazione di
esordienti è una necessità. Se per qualche ragione si riesce a pubblicare un
nome già noto, la casa editrice ne diventa schiava, tutto gira intorno a quello
scrittore e la casa editrice ne condivide le sorti, spesso più nel male che nel
bene. Per esempio, lo scrittore noto vuole tirature alte, vuole la presenza
negli scaffali, vuole un ufficio stampa che gli stia dietro, e troppo spesso le
spese sono maggiori dei guadagni, per quanto si possa vendere. Capita che si
guadagni di più vendendo 100 copie e non 1000, se dietro quelle mille di sono
state spese pubblicitarie esasperate. Nel nostro caso comunque, non è solo una
questione di difficoltà ad arrivare e poi gestire lo scrittore noto, piuttosto
una vera filosofia di lavoro. La casa editrice deve essere una fabbrica di
sogni, cultura e intrattenimento. Lavorare con primedonne è fuori dalla nostra
ottica, ognuno fa il suo per accrescere la produzione sia in varietà che in
qualità. E le persone che condividono con noi questa esperienza crescono
insieme a noi.
7-Cosa ne
pensate di blog e relativi blogger, che rapporti avete? Anche qui c’è qualcosa
che vorreste vedere in un blog che ancora non avete visto? Se avete consigli o
dritte date pure.
Il problema dei blog è spesso la serietà e la
professionalità. Non nascondo che spesso quando ricevo una recensione, prima di
postare un frammento della stessa devo farne la correzione grammaticale. Non è
possibile lavorare coi libri e scrivere articoli pieni di refusi, si è poco
credibili. Così come spesso le recensioni sono davvero carenti nell’analisi,
dicono poco o nulla. Questi sono i difetti, ma innegabilmente i blog aiutano
tantissimo le case editrici a farsi conoscere.
Sono una fonte importantissima di pubblicità. E
ci mettono passione. La passione dei blogger è spesso la cosa che ci fa andare
avanti, che ci fa credere che la lettura non sia davvero un’attività solo del
passato.
8-Rispetto
al passato molte statistiche danno la lettura in declino, cosa ne pensate, è
vero? Cosa si potrebbe fare per invogliare alla lettura e avvicinare a questo
mondo le nuove generazioni?
La vivacità culturale delle nuove generazioni non
si mette in dubbio, ma è innegabile che gli stimoli sono tanti e molte nuove
forme di arte, informazione e intrattenimento stanno prendendo piede a scapito
della lettura. Perché trascorrere due giorni o più per leggere un libro se in 2
ore si può vedere un film? Eppure apparentemente la situazione per il libro non
è mai stata vantaggiosa come oggi. Tutti sanno leggere, ricordiamoci che fino a
50 anni fa non era così, c’erano tanti analfabeti. E le condizioni economiche
non permettevano sempre di comprare libri. Se usiamo come termine di paragone
gli anni 60/80, dobbiamo renderci conto che in quel periodo c’è stata una
crescita in tutto in termini generali. Quindi dire che la lettura è in declino
non mi pare corretto, o comunque non lo è di più di quanto sia in declino tutto
il resto. Piuttosto gli addetti ai lavori dell’editoria dovrebbero trovare il
modo di riportare le persone all’oggetto libro. Se chiedete a un editore di
convincere una persona a non andare al cinema per questa sera e rimanere a casa
a leggere un libro, difficilmente la saprà convincere. È questo che manca:
esistono diecimila ragioni per preferire un libro ad altre forme di intrattenimento,
ma gli addetti al marketing delle case editrici non li sanno comunicare. È
necessario uno sforzo da parte delle grandi case editrici: una campagna di sensibilizzazione alla lettura, ma nessuno investe
in questo. Ognuno pubblicizza i propri libri e nessuno che spenda soldi per
promuovere la lettura in ogni sua forma.
9-Recensioni,
cosa ne pensate, come vi comportate verso quelle negative?
Le recensioni troppo spesso servono solo alla
vanità dell’autore o per far salire il libro nella ricerca di google. Trovano
il tempo che trovano. Troppe recensioni falsate, troppe parole usate da persone
che non sono certo esperti di letteratura, troppi favori scambiati o dispetti
scambiati. Così come è rara la letteratura seria, è rara anche la recensione
scritta con competenza. In un mare di parole sprecate intorno a libri che
spesso non sarebbero nemmeno dovuti essere scritti, si perde il senso di
progetti validi e portati avanti con passione. Dietro a una casa editrice ben
organizzata c’è la competenza di decine di professionisti che lavorano con
attenzione e dedizione, e le loro produzioni vengono trattate al pari di self
publishing con copertine sgranate e testi non revisionati. Questo porta a una
totale mancanza di rispetto verso il lavoro di esperti, valutato come quello di
produzioni dilettantistiche. Nel cinema non succede, nessuno valuta la
produzione hollywoodiana come il filmetto amatoriali girato a casa col
cellulare e messo su Youtube, in editoria si commenta il libro di Einaudi come
l’ultimo self pubblicato di un sedicenne su Wattpad. Questa per me è mancanza
di serietà e non fa bene all’immagine che le persone hanno della letteratura
oggi.
10-Infine
ringraziandovi per il tempo che mi avete concesso, vi chiedo di lasciare un
saluto, una frase o ciò che volete ai lettori. Grazie
Grazie per l’intervista e spero sia utile ai
lettori per capire come funziona una casa editrice.
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